Angiolo D'Andrea: differenze tra le versioni

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== Formazione ==
 
Angiolo D'andrea nacque il 24 agosto 1880 nella frazione Rauscedo di [[San Giorgio della Richinvelda]], comune in [[provincia di Pordenone]]. Rauscedo era un borgo agricolo ma aveva già dato i natali a un pittore, [[Jacopo D'Andrea]] (1819-1906), che sul finire dell'Ottocento fece parte del corpo insegnante dell'[[Accademia di belle arti di Venezia]].
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Nel [[1906]], con l'aiuto ancora di Camillo Boito, titolare della cattedra di architettura presso l'[[Accademia di Brera]], si trasferì a [[Milano]], dove fu influenzato dal [[Divisionismo]] e dall'opera di [[Gaetano Previati]].
 
== Maturità artistica ==
 
D'Andrea partecipò alle esposizioni che si tenevano a Brera e un suo dipinto, intitolato ''Nube rossa'', fu acquistato nel [[1910]] da re [[Vittorio Emanuele III]]. [[Affresco|Affrescò]] la sala dei marmi della villa Visconti di Modrone-Erba a [[Cernobbio]] e il palazzo Berri Meregalli di Milano. Nel [[1914]] realizzò un [[mosaico]] nello storico [[Caffè Camparino]]<ref name="Locali storici, 40">AA.VV., ''I locali storici di Milano'', [[collana editoriale|coll.]] ''Perle d'Italia'', [[Touring Editore]], 2004 ISBN 88-365-3462-7 (p. 40).</ref> della [[Galleria Vittorio Emanuele II]].
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Negli [[Anni 1910|anni dieci]] del Novecento viaggiò in [[Sicilia]] e durante la [[prima guerra mondiale]] fu soldato-pittore in [[Trentino]]. Tornato a Milano nel [[1918]], visse e dipinse in via Melloni per oltre un ventennio. Lavorò a paesaggi, vedute, ritratti, soggetti religiosi e nature morte floreali con oli e acquerelli ma firmò anche multipli. Partecipò a numerose mostre cittadine, con riconoscimenti, attestati e premi. Alla XIII [[Biennale di Venezia]] espose un dipinto intitolato ''Gratia plena''.
 
== Il declino ==
 
Nel [[1935]] eseguì i disegni preparatori per le vetrate della cappella del nuovo [[Ospedale Maggiore di Milano]] (Niguarda). In seguito, tuttavia, le occasioni di lavoro divennero sempre più rare: Angelo D'Andrea non simpatizzava infatti col [[fascismo]] e neppure con il [[futurismo]], la [[pittura metafisica]], il [[cubismo]] e tutte le avanguardie dei primi decenni del secolo XX. Fu dunque ignorato dalla stampa di regime e rimase isolato dalla comunità artistica.
 
Il suo stato di salute peggiorò e nel [[1941]] lasciò Milano e si ritirò a Rauscedo, dove morì all'età di 62 anni, il 10 novembre del 1942.
 
Dopo la sua morte venne dimenticato dalla critica, sebbene diverse opere siano conservate in musei e collezioni private. Da novembre [[2012]] a febbraio [[2013]], nelle sale di palazzo Morando a Milano, si è tenuta una grande retrospettiva dedicata ad Angiolo D'Andrea<ref>La notizia è pubblicata su vari siti d'informazione. A titolo di esempio, si riporta la segnalazione fatta dalla Fondazione Bracco, organizzatrice dell'evento [http://www.fondazionebracco.com/archivio/cultura32.php]</ref>.
 
Dal 10 Aprileaprile al 21 Settembresettembre 2014 a Pordenone si terrà, probabilmente, il più grande evento espositovo del Maestro. Per la mostra saranno esposte più di 120 opere del grande Maestro del Novecento tra collezioni pubbliche e private (circa una novantina provengono dalla collezione della Fondazione Bracco). La mostra è curata da Luciano Caramel e promossa dalla Fondazione Bracco in collaborazione con il Comune di Pordenone, per ridare luce all'operato e alla figura di Angiolo D'Andrea.
 
== Il giudizio dei critici ==
 
In un articolo pubblicato su ''Emporium''<ref>Cit. in S. Aloisi, ''Angiolo D'andrea. 1880-1942'', Spilimbergo, 2002</ref>, l'architetto [[Giulio Ulisse Arata]] definisce D'Andrea "colorista audace" ed esalta la forza espressiva dei suoi dipinti affermando che "qualunque materia, anche la più insignificante, che passi attraverso la retina di questo artista si spiritualizza". La spiritualità si accende nelle composizioni a tema sacro, dove il pittore effettua "ricerche di taglio, di tema e di tecnica, da lasciar veramente un'impronta nuova e degna di un artista non comune"<ref>D. G. Polvara, "Angiolo D'andrea", in ''Arte cristiana'', Milano 1926</ref>.
 
Lo storico dell'arte Stefano Aloisi osserva che, nonostante l'impostazione "tradizionale nei risvolti iconografici", Angiolo D'Andrea "seppe innervare i paesaggi, i ritratti e le nature morte con una pennellata densa e sapida di umori"<ref>S. Aloisi, op. cit.</ref>. Trasfigurando luoghi, persone e cose, egli metteva nei quadri tutti i colori e le luci che la sua vita sembrava non avere. Giulio Ulisse Arata, che lo conosceva bene, lo descrive così: "Insaziabile nel lavoro, rigoroso con sé stesso e scrupolosamente coerente con la propria individualità, questo nobile artista non cerca mai i vacui fumi degli incensi, non ama essere discusso, né vuole accettare altro giudizio all'infuori di ciò che gli suggerisce la sua particolare e chiaroveggente autocritica"<ref>G. U. Arata, "L'architettura attraverso l'arte dei pittori, Angiolo D'Andrea", articolo riportato nel sito [http://www.sangiorgioinsieme.it/angiolo-da-architettura-pittori-Arata.pdf sangiorgioinsieme.it]</ref>.
 
== Note ==
 
<references />
 
== Bibliografia ==
 
* S. Aloisi, ''Angiolo D'Andrea. 1880-1942'', Spilimbergo 2002.
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* Galleria Pesaro, ''Mostre individuali di Aldo Carpi e Angiolo D'Andrea'', Milano, Galleria Pesaro, 1920.
 
== Collegamenti esterni ==
* [http://www.rauscedo.org/documenti/Angiolo%20D'Andrea.pdf Angiolo D'andrea. 1880-1942] Sul sito Rauscedo.org
* [http://www.sangiorgioinsieme.it/angiolo-da-architettura-pittori-Arata.pdf L'architettura attraverso l'arte dei pittori. Angiolo D'Andrea] sul sito SanGiorgioInsieme.it (vedi anche sullo stesso sito [http://www.sangiorgioinsieme.it/angiolo-d-andrea/disegnatori-italiani-ADA.htm Disegnatori italiani: Angiolo D'andrea].
* [http://www.fondazionebracco.com/archivio/cultura9.php Mostra retrospettiva dedicata al pittore Angiolo D'andrea] sul sito FondazioneBracco.com
 
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