Letteratura siriaca: differenze tra le versioni
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Fra gli [[Apocrifi dell'Antico Testamento]] troviamo: l'[[Apocalisse siriaca di Baruc]], le [[Odi di Salomone]], i [[Salmi 152-155]], il [[Testamento di Adamo]] e le [[Vite dei profeti]].
Risale a quest'epoca la [[Lettera di Mara Bar Serapion|Lettera]] di [[Mara bar Serapion]], probabilmente una delle prime testimonianze non cristiane su [[Gesù]]; anche se ci è pervenuta in un manoscritto più tardo, del [[VI secolo|VI]]-[[VII secolo]].
Tra la seconda metà del II secolo e l'inizio del III, spicca la figura dello scrittore e filosofo [[Bardesane]] di Edessa (154-222), considerato il vero fondatore della poesia siriaca. Forse identica ad un altro scritto di cui ci è rimasto soltanto il nome (''Dialogo sul Fato''), l'opera ''Libro delle Leggi dei Paesi'', proveniente dalla Scuola di pensiero di Bardesane a Edessa anche se scritta dal suo discepolo ''Filippo'', è la più antica opera letteraria in siriaco che si conosca, eccettuate alcune delle succitate traduzioni dalla [[Bibbia]]; e una delle migliori tanto nello stile quanto nella composizione concettuale.
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Il [[IV secolo]] viene considerato l'[[età dell'oro|età d'oro]] della letteratura siriaca. I due giganti di questo periodo furono [[Afraate]], che scrisse [[omelia|omelie]] per la Chiesa in [[Persia]]; e Sant'[[Efrem il Siro]], [[dottore della Chiesa]], che scrisse [[inno|inni]], [[poesia|poesie]] e [[prosa|prose]] per la Chiesa delle frontiere dell'[[Impero romano]]. Da ricordare anche [[San Maruta]], autore di un'[[anafora]] per il rito siro e di una traduzione dei canoni del [[Concilio di Nicea I|concilio di Nicea]]. Il vescovo [[Rabbula]] fu l'ultimo autore che rappresentò l'ortodossia cattolica.
[[File:Sant'Efrem.jpg|thumb|right|Icona medievale siriaca di Sant'Efrem il Siro.]]
Il [[V secolo]] vide lo [[scisma]] fra i [[monofisiti]] nelle zone occidentali ed i [[nestoriani]] in quelle orientali. Ciò ebbe una ripercussione addirittura nella scrittura, in quanto il tradizionale alfabeto ''estrànghelo'' si evolse nel nuovo alfabeto ''serto'' o ''giacobita'' nelle Chiese occidentali; e nell'alfabeto ''nestoriano'' in quelle orientali. Questo portò alla formazione di due letterature parallele, in polemica tra di loro riguardo la [[cristologia]]. Invece non subì conseguenze la qualità letteraria; i due secoli seguenti furono sotto molti aspetti una continuazione dell'età d'oro, in quanto si affermarono importanti poeti e teologi: tra i monofisiti [[Giacobbe di Sarug]], [[Filosseno di Mabbug]], e [[Giacobbe di Edessa]]; tra i nestoriani [[Iba di Edessa]], [[Ahai]], [[Babai il Grande]], [[Isacco di Ninive]], [[Narsai]], Mar [[Aba I]], [[Tommaso di Edessa]] e [[Mār Abhā di Kashkar (scrittore)|Mār Abhā di Kashkar]].
A questo periodo appartengono anche molte eccellenti traduzioni dal [[lingua greca|greco]] ([[Romanzo di Alessandro]], Aristotele, Ippocrate, Galeno, Plutarco, ecc.) e dal persiano [[lingua pahlavi|pahlavi]], ad es. ([[Pañcatantra|Calila e Dimna]]). In siriaco conserviamo molta letteratura sapienzale medio-persiana che è andata perduta nella lingua originale. Le traduzioni dei testi filosofici greci cominciarono all'inizio del [[VI secolo]] con le versioni anonime dei primi libri dell'[[Organon]] di Aristotele, e continuarono nel corso del secolo con le traduzioni e i commenti di [[Sergio di Reshaina]], [[Paolo il Persiano]] e [[Proba]]; per proseguire nel [[VII secolo|VII]] e nell'[[VIII secolo]] con le opere di [[Attanasio di Balad]], di [[Giorgio delle Nazioni]] e del già citato ''Giacobbe di Edessa''.
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