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== tessuto sociale parmense del periodo ==
Il comune di Parma nel periodo era costituito quasi interamente da teritorio quasi urbano con una popolazopne di 57000 nel censimento del 1921,attorno al 1911 ne contava circa 10000 di meno,nel 1901 48500,dopo la lunga stsi delll'800aveva subito un notevole incremento avvetendo in generale il periododi ripresa di stampo giolitina e nello specifico la capacita' del sindaco Giovanni Mariotti[[http://biblioteche.comune.parma.it/BibParma/iperloc/palatina.htm]]alla crescita demografica si era ssociato uno sviluppo urbano aldi fuori dell '500 mura(bastioni),demoliti allo scopo.Il quartiere operaio di S.Leonardo si era sviluppato nella zona nord,resdenzialmente meno accogliente con lo sviluppo contemporaneo di numero fabriche,fra le quali la vetreria Bormioli che contava gia' 300 nel 1913,a sud, verso la Cittadella, si sviluppava invece un quartiere e di ville e villette per benestanti.La viabilita' subbi'un progresso nel 1910 con l'inaugarione nel maggio delle linee tranviarie elettriche in generale:nel 1900 entrarono in funzione nuovo acquedotto e nuovo macello, nel periodo intercorrente fra il 1901 e il 1903 i ponti Verdi e Italia seguito dallo stabilimento dei Bagni Pubblici sul Lungoparma nel 1906,(nel 1907 apriva Croce Bianca albergoin piazza della Steccata, di cui prese possesso il comando fascista nell'agosto del [[1922]]), nel 1909 le nuove Poste, e nel 1913 il supercinema Orfeo,tanto per citare alsuni sintomi del robusto sviluppo di inizio secolo.A fronte di questi ''cambiamenti'' le crisi economiche nazionali del 1907 e del 1913 non ebbero forti ripercussioninel Parmense, ancora poco industrializzato rispetto al triangolo [[Milano]]-[[Torino]]-[[Genova]](il triangolorosso era individuato da [[Genova]] [[Vercelli]] [[Torino]],nel proseguio,pero'). Nelparmense la produzione della ricchezza restava, e restera' ancora a lungo di natura prevalentemete agricola ( nel 1921 occupava circa 116.000 individui contro 37.500 nel ramo industriale) ed oltre la meta' nel capoluogo,operatori addetti alla trasformazione dei prodotti agricoli e alle piccole industrie metalmeccaniche specializzate nella produzione dimacchinari agricolo e/o per il trattamento di prodotti della terra.Mentre avvenivano queste trasformazioni rimaneva per converso diviso in due l'aspetto social-logistico:Oltretorrente,chiamato anche Parma vecchia,a ovest,in cui alla fine del '800, in palazzi speso fatiscenti si era raccolto un coagulo di abitanti di viverseproveniene geografiche e sociali,che si era integrato nel tesuto sociale gia' esistente:conadini inurbati,montanari in cerca di lavoro nel campo edilizio tenuto conto del rigoglioso sviluppo cittadino.Ad est quella che era la parte piu' antica della citta', ma che veniva chiamata Parma nuova proprio per il suo aspetto piu' moderno e decoroso, abitata in prevalenza dai diversi ceti borghesi, dove si trovavano (e ancora in gran parte si trovano) le sedi dei poteri istituzionali;il dato sociale era comunque che era comunque che la coessione sociale di Parma vecchia era molto superiore a quella di Parma nuova,esempio del tessuto sociale di provenienza diversa ma amalgamato:un Ardito del Popolo Enrico Griffih [http://www.romacivica.net/ANPIROMA/antifascismo/biografie%20antifascisti96.html][http://www.criticaeconflitto.org/artpdf/storia_movimentooperaio_parma/griffit1.pdf]:la XXXXVII brigata Garibaldi operante sull’Appennino parmense nella [[Resistenza]] avra' il suo nome
Il borgo del Naviglio aveva amalgama sociale simile all'Oltretorente,al margine nord orientale,trascurando,ovviamentela zona dei bordelli fra borgo Tasso e borgo S.Silvestro:Antonio Cieri dirigera' l'epica sortita del Naviglio a danno degli squadristi,magistralmemte raccontata nel libro ''Oltretorrente'' di [[Pino Cacucci]]:la suddivisione in due parti,o quasi,di Parma.avra' anche grossa importanza militare nello svolgersi della difesa della citta' dagli [[squadristi]] nel'Agosto [[1922]].E' ancora da notare pe la vicenda un dato dell'artigianato,in quanto nell'Oltretorrente ci sono laboratori per scarpe e busti femminili con molti addetti/e,andati in crisi con l'avvento della guerra,ed a parte quindi la crescita di malcontento c'e da supporre una parte di manodopera femminile con relativa emancipazione da cui l'importanza dele donne nella difesa di [[Parma]] sia nei combattimenti sia per supporto nelle retrvie,organizzazione lodata a denti stretti dalla steso [[Italo Balbo]](non solo donne ma anche suore che curavano gli Arditi ed i combattenti feriti e che il vescovo della cita' dovette difendere dale proteste dei ras asquadristi)
'''ristudiare'''
Non molto rilevanti erano le attivit� industriali negli altri settori: a Parma le gi� ricordate vetrerie Bormioli, qualche mobilificio, qualche scatolificio e poco altro, a Borgo San Donnino (oggi Fidenza) e a Castelguelfo alcune industrie chimiche, pi� diverse fornaci diffuse in tutta la provincia. A livello artigianale o semiartigianale, nonostante la numerosa manodopera impiegata, restavano i laboratori di scarpe e di busti femminili (questi ultimi andati in crisi con le mutazioni della moda nel dopoguerra) presenti per lo pi� nell�Oltretorrente. Anche il Parmense risent� delle conseguenze dell�entrata in guerra dell�Italia nel maggio del 1915, pur senza le notevoli modificazioni avvenute nelle zone pi� sviluppate. I problemi vissuti dalla popolazione parmense furono di natura generale: inflazione che erodeva i redditi fissi, difficolt� di rifornimento di materie prime (col tempo le tramvie locali cessarono quasi di funzionare per mancanza di carbone) e in citt� anche di generi alimentari, debilitazione fisica diffusa e aumento delle malattie (anche a Parma nel 1919 infuri� la �spagnola�) e naturalmente la mobilitazione per il fronte dei giovani uomini e la loro sostituzione al lavoro, in citt� e in campagna, da parte di donne e ragazzi. Le difficolt� finanziarie provocarono il blocco dei lavori pubblici (vennero rinviati, ad esempio, il completamento del nuovo ospedale, inaugurato nel 1925, e quello del grandioso monumento a Verdi, inaugurato nel 1920); ci� non comport� al momento problemi di disoccupazione, a causa della carenza di manodopera provocata dalla guerra ma cre� alcuni presupposti per difficolt� postbelliche. Nel Parmense solo poche industrie vennero dichiarate �requisite� per le esigenze belliche ma parecchie, soprattutto alimentari, usufruirono di notevoli commesse militari, senza per� che questo rappresentasse uno stimolo per la modernizzazione degli impianti e della produzione. Le modificazioni nel tessuto economico e sociale avvengono comunque in tempi lunghi, anche se risentono di fasi brevi e convulse come quelle belliche e postbelliche. Il ceto possidente parmense del dopoguerra si presenta ancora, nonostante i notevoli cambiamenti intervenuti, come una borghesia prevalentemente agraria o comunque legata alla trasformazione dei prodotti agricoli, in difficolt� di fronte alle mutazioni in atto ma che per affrontarle non volgeva lo sguardo a soluzioni di tipo squadristico, continuando invece a mantenere come riferimento l�ideologia e l�organizzazione della potente Associazione Agraria Parmense, quella che aveva avuto il sopravvento nello sciopero del 1908. Sul fronte opposto gli uomini che tornavano dalle trincee non solo rimanevano delusi nelle aspettative (Parma era stata una citt� fortemente interventista) ma si trovavano di fronte a grosse difficolt� di reinserimento nel lavoro, vedevano salari e stipendi drammaticamente erosi dall�inflazione e in generale subivano condizioni di vita che apparivano peggiorate rispetto al periodo prebellico, il tutto in un quadro politico e psicologico, questo s�, profondamente mutato. Come tutta l�Italia (e si potrebbe dire tutta l�Europa) anche Parma e il Parmense apparivano pi� che mai spaccati in due ma con una storia (recente e meno recente) molto peculiare, che ebbe una influenza determinante sulla peculiarit�, per non dire unicit�, degli avvenimenti parmensi dell�agosto 1922.