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==Biografia==
Dopo la laurea in giurisprudenza all'[[Università Federicodegli IIStudi di Napoli Federico II|Università di Napoli]], nel 1937 è a [[Gondar]], in [[Eritrea]], nell'allora [[Africa Orientale Italiana]], dove è nell'ufficio studi del [[Ministero delle Colonie|Ministero dell'Africa Italiana]]. Nel 1940, all'ingresso dell'[[Storia dell'Italia fascista|Italia fascista]] nella [[seconda guerra mondiale]], Laveglia è richiamato ancora in Africa orientale, dove, nel 1941, finisce prigioniero degli inglesi ad [[Asmara]]: subisce l'internamento in [[India]], e una lunga esperienza di prigionia che lo restituirà alla libertà solo quattro anni dopo, ma profondamente e definitivamente minato nel fisico.
 
Tornato in Italia, dal 1945 trova impiego presso la [[Soprintendenze|Soprintendenza]] Archeologica di Salerno e inizia per lui una stagione segnata dal connubio tra l'impegno politico e quello culturale, con la militanza attiva nel [[Partito Comunista Italiano|Partito comunista italiano]], a cui aveva aderito nel 1946, e l'attivismo politico nella campagna in favore della [[Repubblica]] nel [[Referendumnascita istituzionaledella delRepubblica 1946Italiana|referendum istituzionale del 2 giugno]].
 
L'attivismo culturale lo porterà a fianco di intellettuali come [[Giovanni Pugliese Carratelli]], [[Leopoldo Cassese]], [[Mario Napoli]], Armando Marone, [[Gaetano Macchiaroli]], Giuseppe Martano, in un sodalizio che nel 1949 sarà artefice della fondazione della [[casa editrice]] [[Gaetano Macchiaroli editore]] e nel 1954 dell'omonima libreria [[Napoli|napoletana]] in Via Carducci.
 
Il legame con [[Leopoldo Cassese]], intensificatosi con il tempo, lo spinse a dedicarsi agli studi storici [[meridionalismo|meridionalistici]], anche con la collaborazione a voci per il ''[[Dizionario biografico degli italiani|Dizionario biografico degli Italiani]]'' dell'[[Istituto dell'Enciclopedia Italiana|Istituto dell'Enciclopedia italiana Treccani]], e alla promozione editoriale dell'opera di giovani studiosi.
 
===Pietro Laveglia editore===
Questa somma di interessi lo spinse a fondare una propria casa editrice, nel 1970, la Pietro Laveglia editore, che esordì con il volume ''Scritti di storia meridionale'', raccolta postuma di studi miscellanei di [[Leopoldo Cassese]].
 
L'attività editoriale è poi proseguita con numerosi altri titoli e, in particolare, con una specifica [[collana editoriale]], la «Piccola Biblioteca Laveglia», che si qualificava per la disponibilità a ospitare i lavori di promettenti studiosi all'esordio della loro carriera scientifica. Parte di quegli studiosi confluirono poi nell'equipe di 150 specialisti a cui fu affidato il compito di redigere l'ambiziosa ''Guida alla storia di Salerno e della sua provincia'', curata da [[Antonio Leone (giornalista)|Antonio Leone]] e [[Giovanni Vitolo]], un'opera il cui spessore e la cui accuratezza, a giudizio di [[Sabino Cassese]], avrebbe dovuto far arrossire il [[Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo|Ministero dei beni culturali]].
 
Altra ambizioso piano editoriale lo dedicò alla sua terra di origine, la monumentale ''Storia del [[Vallo di Diano]]'', rimasta tuttavia incompiuta per la morte dell'editore: dei sei volumi previsti ne furono pubblicati solo 3, in quattro tomi.
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Nel 1981, fu tra i fondatore e gli animatori del ''Centro studi e ricerche Vallo di Diano'', a lui intitolato dopo la morte e che gli dedica un premio annuale destinato <ref>[http://www.centrostudivallodidiano.it/ViewPage.aspx?catid=6c2ad6ae884f48b0ad925f6be568668c Storia] del Centro studi Vallo di Diano</ref>, dei cui «''Quaderni''» la sua casa editrice curò la pubblicazione.
 
A otto anni dalla morte, avvenuta nel 1994, gli è stato dedicato un volume di contributi alla storia dell'[[Italia Meridionale|Italia meridionale]], pubblicato nel 1994, comprendente interventi di [[Sabino Cassese]], [[Mario Del Treppo]], [[Giuseppe Galasso]], Italo Gallo, [[Pasquale Villani]] e Giovanni Vitolo.
 
==Note==