Intercloud exchange: differenze tra le versioni
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Il modello degli InterCloud Exchange permette da una parte di superare il lock-in assicurando la possibilità comunicazione tra cloud e dall’atra la nascita di un vero e proprio mercato del Cloud Computing, Cloud Market ([http://www.buyya.com/ Buyya] et al., 2008), dove regole certe e strumenti standard permettono di poter ingaggiare in modo fluido sistemi differenti. Grazie alla disponibilità di punti di accesso neutrali - mediando la terminologia degli Internet Exchnage chiamati anche NAP (Neutral Access Point) - e la nascita di un mercato dedicato, possono svilupparsi varie soluzioni di cloud che si caratterizzano per differenti politiche di sicurezza, di trattamento dei dati, livelli di servizio, prezzi, ecc., producendo un considerevole effetto innovativo.
Questo nuovo mercato rappresenta l’aspetto più interessante del Cloud Computing. Esso introduce un utilizzo dinamico delle risorse, realizza pienamente il disaccoppiamento tra componente fisica e virtuale, permettendo di ingaggiare una qualunque infrastruttura di cloud presente sul mercato indipendentemente dalla propria disponibilità fisica, e rende possibile la nascita di nuovi sistemi e nuovi attori tecnologici
# le risorse computazionali sono virtuali o meglio diventano un servizio che è possibile utilizzare in modo dinamico e mutare a seconda delle caratteristiche della domande e dell’offerta;
# “la proprietà è un contratto” cioè il possesso fisico si smaterializza nei sistemi virtualizzati e dunque il controllo è definito da accordi specifici - tipicamente '''SLA (Service Level Agreement)''' che diventano sempre più evoluti comprendendo ad esempio le modalità di trattamento dei dati;
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