Demostene: differenze tra le versioni
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Contro di loro, nel [[364 AC]], Demostene intentò per la prima volta una causa per il recupero dell'eredità: pur avendo vinto, non riuscì a riappropriarsi dell'intera somma e dovette utilizzare la pratica acquisita in questa circostanza per sopravvivere come logografo. Ben presto, però, entrò completamente in politica, esordendo come amministratore navale (trierarco) già nel [[360 AC]].
Demostene, trovatosi in politica nel difficile momento della "guerra sociale" del [[357 AC]]-[[355 AC]], in cui gli alleati si ribellarono ad Atene, comprese subito la pericolosità, in mezzo a queste discordie, dell'azione di [[Filippo II di Macedonia]], contro il quale incitò Atene ad intervenire prima a favore dei rodii cacciati dalla loro isola ([[352 AC]]), poi, subito dopo, pronunciando la I Filippica contro il sovrano macedone, visto come il principale nemico della libertà greca.
Nel [[349 AC]] Filippo, invadendo [[Olinto]], sembrò confermare la malevolenza di Demostene, che pronunciò le Olintiache appunto per convincere gli ateniesi a salvare la città loro alleata. Nonostante tutto, Olinto cadde nel [[346 AC]] e gli Ateniesi dovettero accettare le condizioni della pace cosiddetta "di Filocrate", alla cui stipula fu presente Demostene e il suo avversario [[Eschine]], da lui attaccato per cattiva condotta che aveva portato ad una pace svantaggiosa.
L'apparente rinuncia alla lotta dell'oratore coincise, però, con un politica sotterranea di resistenza antimacedone, concretizzatasi, tra il [[344 AC]] ed i [[342 AC]], in numerose ambascerie con cui convinse le città del [[Peloponneso]] a non accettare i trattati di pace che Filippo affermava di voler stipulare (II e III Filippica).
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La guerra giunse ad una tragica conclusione nel [[338 AC]], con la battaglia di [[Cheronea]], a cui Demostene partecipò come semplice [[oplita]], assistendo all vittoria di Filippo.
Tra il [[338 AC]] ed il [[336 AC]], mentre a [[Corinto]] Filippo veniva riconosciuto come duce egemone di una lega panellenica contro i [[Persiani]], Demostene, nominato, nonostante la sconfitta, ispettore agli approvvigionamenti ed alle fortificazioni, dovette difendersi contro le accuse di Eschine nel processo sulla corona, poi effettivamente pronunciato solo 6 anni dopo l'accusa (vd. sotto).
Morto Filippo, il partito antimacedone - che secondo le voci non era estraneo al delitto - riprese lena, ma nel [[335 AC]], con la distruzione di [[Tebe]], Alessandro mostrò una linea più dura di quella paterna e richiese, tra l'altro, otto politici ateniesi traditori, tra cui Demostene ed [[Iperide]], richiesta poi non eseguita per l'inizio della spedizione antipersiana nel [[334 AC]].
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