Caligola: differenze tra le versioni

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[[File:Bust Germanicus Massimo.jpg|thumb|left|[[Germanico Giulio Cesare|Germanico]], padre di Caligola.]]
=== Origini familiari ===
Caligola ("piccola caliga", la calzatura dei legionari, affettuoso soprannome datogli in giovane età dai soldati del padre Germanico) era il terzo figlio di [[Agrippina Maggiore]] e [[Gaio Giulio Cesare Claudiano Germanico|Germanico]], generale molto amato dal popolo romano.<ref name=SvCa7>[[Svetonio]], [[Vite dei Cesari]], ''Gaio Cesare'', VII</ref> La madre era figlia di [[Marco Vipsanio Agrippa]] (amico di Augusto) e di [[Giulia maggiore (figlia di Augusto)|Giulia]] (figlia di primo letto di Augusto). Il padre era figlio di [[Druso maggiore]] (fratello di [[Tiberio (imperatore romano)|Tiberio]] e figlio di [[Livia Drusilla|Livia]], moglie di [[Augusto]]) e di [[Antonia Minore]] (figlia di [[Marco Antonio]] e [[Ottavia minore|Ottavia]], sorella di Augusto).
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=== Giovinezza ===
[[File:DSC04499 Istanbul - Museo archeol. - Agrippina maggiore sec. I d.C. - Foto G. Dall%27Orto 28-5-2006.jpg|thumb|left|[[Agrippina maggiore]], madre di Caligola.]]
[[File:Tiberius palermo.jpg|thumb|left|[[Tiberio]], imperatore durante l'infanzia di Caligola e suo nonno adottivo.]]
Nato ad [[Antium]] il [[31 Agosto]] del [[12]], fin da bambino Gaio fu portato insieme ai genitori nelle [[Spedizione germanica di Germanico|spedizioni militari in Germania condotte dal padre]] ([[14]] - [[16]]) e indossava nei campi la calzatura dei legionari (''caliga''), da cui il soprannome affettuoso "Caligola" datogli dai soldati.<ref>[[Svetonio]], [[Vite dei Cesari]], ''Gaio Cesare'', VIII</ref> Nel [[17]], dopo aver assistito al trionfo del padre a [[Roma]], partì con la famiglia al seguito di [[Gaio Giulio Cesare Claudiano Germanico|Germanico]] inviato in missione a Oriente. Solo due anni più tardi, però, il padre morì, forse fatto avvelenare dal padre adottivo Tiberio con l'aiuto di [[Gneo Calpurnio Pisone]], che si suicidò poco dopo.<ref>[[Svetonio]], [[Vite dei Cesari]], ''Gaio Cesare'', II</ref>
 
Gaio e la madre tornarono quindi a Roma ma [[Seiano]], il prefetto del pretorio, con l'iniziale assenso di Tiberio, imprigionò e condannò all'esilio [[Agrippina maggiore]]<ref name=SvCa10>[[Svetonio]], [[Vite dei Cesari]], ''Gaio Cesare'', X</ref> Così nel [[29]] andò a vivere a casa della bisavola paterna [[Livia Drusilla|Livia]], sul [[Palatino]]. Alla sua morte Gaio pronunciò un elogio funebre.<ref name=SvCa10/> Intanto Tiberio aveva fatto condannare anche i due fratelli maggiori di Gaio, Nerone e Druso, che dopo poco morirono.<ref name=SvCa7/> Andò poi a casa della nonna [[Antonia minore]]<ref name=SvCa10/> dove incontrò molti monarchi orientali vassalli di Roma, che influenzarono il suo modo di fare politica: i tre giovani principi [[Tracia|traci]], [[Polemone II del Ponto|Polemone II]] (a cui diede poi il regno del [[Ponto]] e del [[Bosforo]]), Rhoimetalkes (a cui darà quasi la metà dell'antico regno di [[Tracia]]) e [[Kotys III]] (a cui darà l'[[Armenia minore]]). Conobbe anche [[Erode Agrippa II]] (discendente dai [[Re di Giudea]] della [[dinastia erodiana]]), uno dei suoi futuri amici, e il cugino [[Tolomeo di Mauretania]] (figlio di [[Cleopatra VIII|Cleopatra Selene]], la figlia di [[Cleopatra]] e [[Marco Antonio]], nonché sorellastra di sua nonna Antonia).
 
Conobbe anche [[Erode Agrippa II]] (discendente dai [[Re di Giudea]] della [[dinastia erodiana]]), uno dei suoi futuri amici, e il cugino [[Tolomeo di Mauretania]] (figlio di [[Cleopatra VIII|Cleopatra Selene]], la figlia di [[Cleopatra]] e [[Marco Antonio]], nonché sorellastra di sua nonna Antonia). L'imperatore [[Tiberio (imperatore romano)|Tiberio]], ritiratosi a [[Capri (Italia)|Capri]] già nel [[26]], volle Caligola con lui nel [[31]], e in quell'anno gli fece indossare la ''toga virilis'', senza però riservargli alcun onore.<ref name=SvCa10/> Gaio, durante il soggiorno sull'isola, mostrò grande autocontrollo non dando alcuna appiglio a coloro che cercavano di provocarlo e sembrò dimenticare tutte le crudeltà fatte da Tiberio alla sua famiglia.<ref name=SvCa10/> In questa occasione l'oratore Passieno pronunciò la frase:"Non c'è mai stato un servo migliore e un padrone peggiore"<ref name=SvCa10/><ref>[[Tacito]], ''[[Annales (Tacito)|Annales]]'', VI, 20</ref> Già a quel tempo mostrava la sua natura crudele e viziosa, infatti assisteva volentieri alle esecuzioni capitali e frequentava taverne e bordelli sotto travestimento.<ref name=SvCa11>[[Svetonio]], [[Vite dei Cesari]], ''Gaio Cesare'', XI</ref> Tiberio tollerava questa condotta ma la sua delusione verso il popolo che lo odiava gli fece dire che "Gaio vive per la rovina sua e di tutti; io educo una vipera per il popolo romano, un [[Fetonte]] per il mondo".<ref name=SvCa11/>
 
Già a quel tempo mostrava la sua natura crudele e viziosa, infatti assisteva volentieri alle esecuzioni capitali e frequentava taverne e bordelli sotto travestimento.<ref name=SvCa11>[[Svetonio]], [[Vite dei Cesari]], ''Gaio Cesare'', XI</ref> Tiberio tollerava questa condotta ma la sua delusione verso il popolo che lo odiava gli fece dire che "Gaio vive per la rovina sua e di tutti; io educo una vipera per il popolo romano, un [[Fetonte]] per il mondo".<ref name=SvCa11/>
 
In quegli anni sposò [[Giunia Claudia]], figlia di [[Marco Giunio Silano]], un personaggio di spicco nella corte dell'imperatore. Alla morte del fratello Druso diventò [[augure]] e poi [[Pontefice (storia romana)|pontefice]].<ref name=SvCa12>[[Svetonio]], [[Vite dei Cesari]], ''Gaio Cesare'', XII</ref> La corte imperiale diventò sempre più vuota a causa delle esecuzioni che Tiberio faceva eseguire ad ogni sospetto di congiura e, quando anche Seiano stava per cadere, Caligola iniziò ad entrare nella vita di corte.<ref name=SvCa12/> Alla morte di Giunia, iniziò una relazione con [[Ennia Nevia]], moglie del potente [[prefetto del pretorio]] [[Quinto Nevio Sutorio Macrone|Macrone]]. Gaio le promise anche di sposarla e grazie a questa relazione iniziò un rapporto di amicizia con il marito di lei, che approvava la storia tra i due.<ref name=SvCa12/><ref>[[Tacito]], ''[[Annales (Tacito)|Annales]]'', VI, 45</ref>
 
Le condizioni di salute del principe peggioravano e quindi Tiberio dovette iniziare a cercare un successore. Così alla fine decise di nominare coeredi dell'impero i suoi due nipoti: Gaio e [[Tiberio gemelloGemello]].<ref>[[Svetonio]], [[Vite dei Cesari]], ''Tiberio'', LXXVI</ref> Il sedici di marzo le condizioni del principe si aggravarono e Caligola scese in piazza, già acclamato dal popolo.<ref name=Tac6.50>[[Tacito]], ''[[Annales (Tacito)|Annales]]'', VI, 50</ref> Il principe però migliorò nuovamente e Macrone decise allora di far uccidere il principe una volta per tutte.<ref name=Tac6.50/> Secondo Svetonio fu lo stesso Caligola ad uccidere Tiberio soffocandolo sul letto di morte.<ref name=SvCa12/>
 
=== Ascesa al trono ===