Olocausto: differenze tra le versioni

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L'uso del termine Olocausto viene anche esteso a tutte le persone, gruppi etnici e religiosi ritenuti "indesiderabili" dalla dottrina nazista, e di cui il [[Germania nazista|Terzo Reich]] aveva previsto e perseguito il totale annientamento, poiché avvenuto nel medesimo evento storico: essi potevano comprendere, secondo i progetti del [[Generalplan Ost]], popolazioni delle regioni orientali europee occupate, ritenute "inferiori", e includere quindi prigionieri di guerra sovietici, oppositori politici, nazioni e gruppi etnici quali [[Rom (popolo)|Rom]], [[Sinti]], [[Jenisch]], gruppi religiosi come [[testimoni di Geova]] e [[Pentecostalismo|pentecostali]], omosessuali, malati di mente e portatori di handicap.<ref name=Niewyk45>{{cita|Niewyk, Nicosia 2000|pp. 45-52.}}</ref>
 
La distruzioneL'eliminazione di circa i due terzi degli ebrei d'Europa<ref>Molte fonti, fra le quali {{cita testo |autore=Frediano Sessi |wkautore=Frediano Sessi |titolo=Raul Hilberg e la distruzione degli ebrei d’Europa |altri=introduzione alla prima edizione del libro di Raul Hilberg, Einaudi 1995 |url=http://www.fredianosessi.it/documenti/HILBERG.pdf |formato=PDF}}</ref> venne organizzata e portata a termine dalla Germania nazista mediante un complesso apparato amministrativo, economico e militare che coinvolse gran parte delle strutture di potere burocratiche del regime, con uno sviluppo progressivo che ebbe inizio nel [[1933]] con la segregazione degli ebrei tedeschi, proseguì, estendendosi a tutta l'Europa occupata dal [[Terzo Reich]] durante la [[seconda guerra mondiale]], con il concentramento e la deportazione e quindi culminò dal [[1941]] con lo sterminio fisico per mezzo di eccidi di massa sul territorio da parte di reparti speciali, e soprattutto in strutture di annientamento appositamente predisposte ([[Campo di sterminio|campi di sterminio]]), in cui attuare quella che i nazisti denominarono ''[[soluzione finale della questione ebraica]]''<ref>{{cita|Hilberg 1999|pp. 51-52.}}</ref>. L'annientamento degli ebrei nei centri di sterminio non trova nella storia altri esempi a cui possa essere paragonato, per le sue dimensioni e per le caratteristiche organizzative e tecniche dispiegate dalla macchina di distruzione nazista<ref name="cita|Hilberg 1999|p. 975">{{cita|Hilberg 1999|p. 975.}}</ref><ref>Caratteristiche della ''unicità'' della Shoah secondo l'accademica e semiologa [[Valentina Pisanty]] in ''Abusi di memoria. Negare, banalizzare, sacralizzare la Shoah'', Bruno Mondadori Editore, Torino 2012 ISBN 88-6159-652-5 [http://books.google.it/books?id=uT7UBjWsrvkC&pg=PT5&lpg=PT5&dq=Shoah+evento+unico&source=bl&ots=SvFXLb_aCd&sig=cKhI9x3t4r4xV9zSS2-jTRX_Nzc&hl=it&sa=X&ei=MPtxVOiVJ-POygPFz4A4&ved=0CDMQ6AEwAw#v=onepage&q=Shoah%20evento%20unico&f=false]</ref><ref>[https://www.academia.edu/5017480/Linee_interpretative_nella_storia_della_Shoah "Unicità" della Shoah secondo l'accademico Gadi Luzzatto Voghera] (insegna Modern Italian History al Center for Italian and European Studies della Boston University a Padova e Storia dell’ebraismo moderno e contemporaneo all’[[Università di Padova]] e [[Università di Venezia]],[http://www.meisweb.it/luzzatto-voghera/] e [http://www.bu.edu/abroad/contact-us/faculty/prof-gadi-luzzatto-voghera/]) in ''Linee interpretative nella storia della Shoah'', pag. 33</ref><ref>"Unica" è definita la Shoah anche dallo storico Michele Sarfatti (direttore del [[Centro di documentazione ebraica contemporanea]] di Milano [http://eurojewishstudies.org/scholar_shortdisplay.php?idscholar=172]) in ''La Shoah in Italia. La persecuzione degli ebrei sotto il fascismo'', Einaudi, Torino 2005, ISBN 978-88-06-17454-5 [http://www.einaudi.it/libro/scheda/%28isbn%29/978880617454/]</ref>. Tuttavia, l'idea della "unicità della Shoah" in quanto incommensurabile e non confrontabile con ogni altro evento è assai discussa tra gli storici<ref>[http://storicamente.org/02negazionismo Società Italiana per lo Studio della Storia Contemporanea.]</ref>
 
== Terminologia e definizione ==