Etruschi: differenze tra le versioni

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Le iscrizioni di possesso femminile su oggetti d'uso, sotto un diverso profilo, dimostrano come la donna, nei ceti alfabetizzati (aristocratici, ma anche scribi e vasai), sapeva leggere e scrivere. La donna etrusca risulta titolare di tombe, sarcofagi e urne, così come mostrato dalle relative iscrizioni femminili o da coperchi di sarcofagi e urne con rappresentazione di recumbenti femminili. Si segnala inoltre il rinvenimento, in non pochi casi, di corredi pertinenti a deposizioni femminili di particolare rilevanza quantitativa e qualitativa (ad es. i corredi di "Culni" della Tomba dei Vasi Greci di [[Caere]] databile alla fine del [[VI secolo]] o all'inizio del [[V secolo a.C.]] e di "Larthia" della Tomba Regolini Galassi di [[Caere]] del 650 a.C.): l'importanza del corredo attesta chiaramente il prestigio sociale e la ricchezza della defunta.
 
Si ritiene che la donna fosse anche titolare di attività economiche: alcune iscrizioni arcaiche ("Kusnailise" su ceramica e "Mi cusul puiunal" su tegola di prima fase) ed ellenistiche (dei bolli volsiniesi con l'iscrizione "Vel numnal") sono da interpretare come firma della proprietaria della bottega. Dall'attribuzione da parte di [[Tito Livio]] (''Storie'', I, 34 e 39) a [[Tanaquil|Tanaquilla]]la (moglie del re etrusco di Roma [[Tarquinio Prisco]]) di capacità divinatorie («esperta qual era, come lo sono di solito gli etruschi, nell'interpretazione dei celesti prodigi») si desume che anche le donne dell'aristocrazia potevano interpretare i segni degli dèi.
 
La possibile esistenza di classi di sacerdotesse in Etruria è stata sostenuta da [[Massimo Pallottino]] (''Studi Etruschi 3'', 1929, p. 532) con riferimento al termine "hatrencu" (ad es. "Murai Sethra hatrencu" = "Sethra Murai, la sacerdotessa" su parete della Tomba delle Iscrizioni di Vulci del III-I secolo a.C.) e da [[Mauro Cristofani]] (''Studi Etruschi 35'', 1980 p. 681) con riferimento a "tameru". Che la donna potesse avere un ruolo anche in certe pratiche religiose è possibile ipotizzarlo attraverso l'analisi di alcuni sarcofagi, come quello di [[Londra]] al [[British Museum]] con defunta sdraiata e cerbiatto che si abbevera ([[Tarquinia]] - IV secolo a.C.). Il Trono della tomba 89/1972 a [[Verucchio]], in [[provincia di Rimini]], mostra, nella parte bassa, un uomo e una donna di altissimo rango trasportati in corteo, su carri imponenti, verso un luogo recintato e all'aperto dove si svolge un rito, forse un sacrificio, gestito da due sacerdotesse alla presenza di guerrieri armati di elmo e lancia, e nella parte alta numerose donne intente a varie attività, tra cui quella del lavoro su alti e complessi telai.