Alatiel: differenze tra le versioni
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Il corpo della storia è dominato da un meccanismo triangolare il cui centro è la ragazza che non varia mai. I suoi contendenti si uccidono reciprocamente. Questo comportamento definisce la donna come oggetto di scambio. La transazione è, inizialmente, pacifica si fa poi sanguinosa per la maggior parte del racconto fino a tornare al punto di partenza con il nuovo dono del sultano di [[Babilonia]] al re del Garbo. [[Alberto Asor Rosa|Asor Rosa]], nelle lezioni dell’anno accademico 1992/93 afferma che non c’è niente di drammatico in queste morti, cioè non c’è il pensiero che il maggior desiderio corrisponda al ricorso di ogni mezzo, compresa la violenza, per raggiungere il proprio obiettivo. Per Vaghetti questo si vede anche nei nomi degli stessi: Marato viene gettato in mare da due marinai genovesi mentre Pericone era destinato a perire.
Lo stesso schema si ripete a livello psicologico. Infatti Alatiel ad ogni nuova seduzione prova un sentimento di sconforto, consolata dopo il rapporto sessuale, affronta un nuovo sconforto alla nuova seduzione. Alatiel per tutta la parte centrale rimane muta poiché non conosce la lingua dei suoi amanti. Riprende la parole soltanto con Antigono che segna la fine delle sue peripezie chiudendo il percorso circolare riprendendo il mito del [[nostoi|nostos]]. Interessante a questo proposito il proverbio finale sulle fasi lunari "Bocca basciata non perde ventura, anzi rinnuova come fa la luna" che allude alla strategia verbale che ha per mezzo il ripristino della verginità.
Per Vaghetti siamo davanti al rovesciamento del mito di [[Amore e Psiche]] di [[Apuleio]] per cui in realtà non sono le donne ad agghindarsi per conquistare gli uomini, ma
== Alatiel ==
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