Pier Soderini: differenze tra le versioni

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Nel [[1509]] [[Pisa]] veniva riassoggettata a [[Firenze]] dopo la ribellione dell'autunno del [[1494]]. La condotta del Soderini comunque non fu priva di incertezze ed errori, che nel tempo hanno sempre più messo in luce la sua mediocrità e mancanza di polso in una carica così critica, nonostante la collaborazione di alcuni personaggi di prim'ordine tra i quali spiccava [[Niccolò Machiavelli]]. L'errore più grave di Pier Soderini fu comunque quello di aver acconsentito, nell'autunno del [[1511]], alla convocazione nel territorio della repubblica dello "scismatico" [[Concilio di Pisa (1511)|Concilio di Pisa II]], voluto da [[Luigi XII di Francia]], che dichiarò decaduto [[papa Giulio II]].
 
Il temerario papa Della Rovere si alleò allora con vari signori italiani, compresi i Medici, e inviò in [[Toscana]] un contingente spagnolo di armati guidati dal viceré di [[Napoli]] [[Raimondo de Cardona (generale)|Raimondo de Cardona]], che, in una prova di forza, mise a segno il [[Sacco di Prato]] nell'agosto [[1512]], spaventando a morte Firenze, che aprì con solerzia le sue porte trattando la resa con gli invasori. Il 31 agosto il Soderini fuggiva dalla città, mentre il giorno dopo vi facevano ritorno i Medici. L'ex gonfaloniere trovò riparo a [[Roma]], dove trovò comprensione e appoggio dall'ex-nemico [[papa Leone X]] Medici, morendo nella città pontificia poco dopo la scomparsa del suo protettore, nel [[1522]]. Nella [[basilica del Carmine (Firenze)|basilica del Carmine]], a Firenze, resta il suo monumento funebre, fatto scolpire da [[Benedetto da Rovezzano]].
 
Un suo parente fu [[Giovan Vettorio Soderini]], importante come [[agronomo]].
 
==La decorazione del Salone dei Cinquecento==