==Regioni e maschere di Carnevale==
===SardegnaAbruzzo===
La maschera ufficiale della regione è Frappiglia, che riuscì ad ingannare persino il diavolo, ma che ancora porta i segni del suo viaggio all'inferno<ref>[http://www.abruzzoweb.it/contenuti/italia-150-la-maschera-abruzzese-frappiglia-oggi-a-torino-/22955-330/ La maschera abruzzese a Torino]</ref>. Si deve ricordare anche Patanello, di [[Francavilla al mare]]<ref>[http://studioboomerang.it/?p=555 Patanello]</ref>, e il Pulcinella abruzzese<ref>[http://www.lapanarda.it/il-carnevale-tradizionale-abruzzese/ Pulcinella abruzzese]</ref>.
La Sardegna è ricchissima patria di numerose maschere dai tratti arcaici e la cui tradizione è sempre viva. Queste maschere infatti descrivono riti sacri richiamanti i temi più importanti per una civiltà arcaica e per molti tratti preistorica tra cui possiamo ricordare: la fertilità, la vita, la morte, il demonio, la lotta tra animali, l'addomesticamento degli animali(simbolo di come attraverso la forza, l'uomo domina su un altro uomo). <ref>http://www.mascheresarde.com/maschere-della-sardegna/</ref>
Tra le più note ci sono i suggestivi ''[[Mamuthones]]'' e gli ''[[Issohadores]]'' del [[carnevale di Mamoiada]] e gli affascinanti ''[[Boes e Merdules]]'', che con l'enigmatica ''sa Filonzana'' sono le maschere del carnevale di [[Ottana]].<ref>Per tutte le maschere sarde la fonte (ove non diversamente riportato) è: Guido Persichino, ''Sardegna. Guida completa'', capitolo ''Le maschere sarde'', da pagina 180. Consultabile a [https://books.google.it/books?id=H7yQTTUUExAC&pg=PT180&dq=maschere++sardegna&hl=it&sa=X&ei=PcdIVfDFEcr_Ut-lgPgL&ved=0CC4QuwUwAg#v=onepage&q=maschere%20%20sardegna&f=false questa pagina].</ref>
===Basilicata===
Non si dimentichino però le altre maschere (più di 30) che sono sparse in tutto il territorio isolano quali: ''[[su Maimulu]]'' di [[Ulassai]], gli ''Urtos'' e i ''Buttutos'' di [[Fonni]], ''Sas Mascheras a lenzolu'' di [[Aidomaggiore]] , ''Sos Cotzulados'' di [[Cuglieri]] , ''Sas Mascaras Nettas e Sas Mascaras Bruttas'' di [[Lodè]] , ''Is Mustayonis e s’Orcu Foresu'' di [[Sestu]] , ''Is Cerbus'' di [[Sinnai]] ( che inscenano il rituale arcaico e ancestrale della caccia al cervo) ,''su Colonganus'' di [[Austis]], l’''Urtzu'' di [[Ulà Tirso]], i ''Tumbarinos'' di [[Gavoi]]<ref>[http://www.tumbarinos.it/ Associazione Tombarinos di Gavoi]</ref>, ''su Battileddu'' di [[Lula]], i ''[[Samugheo#Carnevale|Mamutzones]]'' di [[Samugheo]] (riscoperti negli anni Ottanta), ''Is Scruzzonis'' di [[Siurgus Donigala]] (inaugurata nel 2012, durante il carnevale invernale del paese, ma di vecchia origine), [[S'Ainu Orriadore]] di [[Scano Montiferro]] (riscoperta negli anni Ottanta), ''sos Coriolos'' di [[Neoneli]], ''su Segaripezza'' di [[Laconi]], su ''[[Traigolzu]]'' di [[Sindia]], ''sos Bundos'' di [[Orani (Italia)|Orani]], sos [[Thurpos]] di [[Orotelli]], ''su [[Maimone]]'' di [[Oniferi]], ''Sos corrajos'' di [[Paulilatino]] , ''sos Intintos'' di [[Ovodda]] e di [[Tiana]], ''sa maschera e porcu'' di [[Olzai]], ''sa maschera e gattu'' di [[Sarule]].
La Basilicata ha maschere legate alla tradizione arcaiche e contadine, a volte legate al personaggio dell'[[uomo selvatico]]. Le zoomorfe maschere del Toro e della Mucca compaiono durante il [[Carnevale di Tricarico]]<ref>[http://www.lemaschereditricarico.it/index.php?option=com_content&view=article&id=5&Itemid=2 Le maschere di Tricarico]</ref>. Tipici del [[Carnevale di Satriano di Lucania|Carnevale di Satriano]] sono i particolarissimi Rumit, sorta di alberi semoventi che provengono dai boschi ed invadono il paese, l'Urs e la Quaresima<ref>[http://www.trmtv.it/home/cultura/2015_02_13/83799.html Carnevale di Satriano]</ref>. I Campanacci caratterizzano invece il carnevale di [[San Mauro Forte#Tradizioni e folclore|San Mauro Forte]]<ref>[http://www.basilicatanet.com/ita/web/item.asp?nav=campanaccisanmauroforte Sagra dei campanacci]</ref> e il [[Montescaglioso#Carnevale di Montescaglioso|carnevale di Montescaglioso]]. In quest'ultimo centro tra le tante maschere si ricordano anche la ''quaremma'', il ''cucibocca'', ''u’ zembr'', ''u’ fus’'' (o "la parca") e ''’u zit’'' e ''’a zita''<ref>[http://www.montescaglioso.net/node/6509 Carnevali della Basilicata]</ref>.
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I Romiti.jpg|Rumit'
Gli orsi (urs).jpg|Urs
Le Quaresime (quares'm).jpg|Quares'm
Mucca e Toro.jpg|Mucca e Toro
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===Calabria===
La scura maschera del [[carnevale guspinese]] è ''Cambas de Linna'', mentre quella della [[Sartiglia]] di [[Oristano]] è ''su Cumponidori'', dall'inquietante aspetto [[androgino]]. Il [[carnevale di Tempio Pausania]] vede la presenza de ''lu Traicogghju'', arcaica sintesi tra figura animalesca e maschera demoniaca, la ''Réula'' (schiera dei morti), e ''lu Linzolu cupaltatu'', figura femminile avvolta in un lenzuolo e per questo irriconoscibile e disinibita. Non di meno importanza sono le maschere del carnevale di [[Ollolai]] chiamate ''Sos Bumbones'', sono Sos Truccos o Sos Turcos, Maria Vressada, Maria Ishoppa e ''Sa Mamm’e e su Sole''. Queste maschere sono figure femminili rappresentate da uomini avvolti in un pizzo bianco, mentre sulle spalle portano una mantella e uno scialle rosso, viola e blu.
La maschera calabrese è [[Giangurgolo]]<ref>Vittorio Sorrenti, ''Giangurgolo maschera di Calabria'', - Casa editrice Pubblisfera, 1993</ref>, che da una parte mette in ridicolo le persone che imitavano i cavalieri siciliani "spagnoleggianti", ma che ha anche tratti diversi, legati ad una leggenda catanzarese. In essa lotta coraggiosamente contro l'occupazione spagnola e viaggia con un carrozzone da teatro col quale, insieme ad alcuni suoi amici, propone spettacoli satirici incitando il popolo alla rivolta. È una maschera della [[Commedia dell'arte]].
Nella maggior parte delle maschere sarde viene utilizzato come abito la cosidetta ''mastruca'' o pelle di pecora(nera e/o bianca a seconda della tipologia della maschera), accompagnato anche da campanacci di differente grandezza. Le stesse maschere il più delle volte rappresentano animali i quali vengono domati e catturati o uccisi dall'uomo, la cui maschera in alcuni casi è deforme.
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Immagine:Giangurgolo_maschera_calabrese_della_commedia_dellarte.jpg|Giangurgolo
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===Campania===
Insieme ad Arlecchino, la maschera napoletana di [[Pulcinella]] è simbolo ovunque del carnevale italiano. Impersona il carattere napoletano in tutti i suoi aspetti, positivi e negativi. Sono campane però anche le maschere di [[Tartaglia]] e di [[Scaramuccia]]<ref>Per le maschere napoletane: Leo Valeriano, ''La tradizione delle maschere'', Rai-ERI, 2004 (pagina 145)</ref>. Queste tre maschere sono personaggi della [[Commedia dell'arte]]. Tipici del carnevale di [[Teora]] sono gli ''squacqualacchiun''<ref>Corriere dell'Irpinia, articolo ''Lo Squacqualacchiun arriva in volo'', del 17/01/2014. Consultabile a [http://www.corriereirpinia.it/default.php?id=8&art_id=43516 questa pagina]</ref>.
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Immagine:MAMUTHONESAND Maurice Masques et bouffons 12.jpg|MamuthonePulcinella
Immagine:Tartaglia.jpg|Tartaglia
Immagine:Mamuthone e Issohadore di Mamoiada.jpg|Mamuthone e issohadore
Immagine:OttanaSAND Boes-e-merdulesMaurice 1Masques et bouffons 07.jpg|Boes e MerdulesScaramuccia
Immagine:Samugheo - Costume tradizionale (16).JPG|Mamutzone
Immagine:S'ursu di Ulassai.jpg|Su Maimulu
Immagine:Sartiglia 04.jpg|Su Cumponidori
Immagine:S'Ainu Orriadore - gruppo.jpg|S'Ainu Orriadore
Immagine:Carro trainato dai Thurpos.JPG|Thurpos
Immagine:Ottana - Boes e Merdules (12).JPG|Sa Filonzana
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===Valle d'AostaEmilia Romagna ===
Celebre maschera bolognese è il [[Dottor Balanzone]], professore sapientone e presuntuoso, proveniente dalla [[Commedia dell'arte]]; sono del capoluogo regionale anche maschere originarie del teatro dei burattini: [[Fagiolino]]<ref>Romano Danielli, ''Fagiolino c'è: 50 anni di burattini bolognesi'', A. Perdisa, 2004.</ref>, sua moglie Brisabella, il suo amico Sganapino e Flemma. Di [[Modena]] è invece [[Sandrone]], sua moglie Pulonia e suo figlio Sgorghìguelo<ref>[http://www.sandrone.net/ Società del Sandrone]</ref>, di [[Parma]] lo ''Dsevodd'', di [[Cento]] è Tasi, di [[Castelnuovo]] il ''Cstlein'', di [[San Giovanni in Persiceto]] sono [[Bertoldo (personaggio)|Bertoldo]], capace di rispondere solo per le rime e di salvarsi dagli impicci con imbrogli e buffonate, suo figlio Bertoldino e sua moglie la [[Marcolfa (Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno)|Marcolfa]]<ref>Per le Maschere di San Giovanni in Persiceto: R. Renzi, ''Guida alla provincia di Bologna'', Edizioni Pendragon, 2003 (pagina 134)</ref>.
Le più note maschere valdostane sono quelle del [[Valpelline (comune)#Carnevale della Combe Froide|carnevale della Combe Froide]]: le Landzette<ref>Leo Valeriano, ''La tradizione delle maschere'', Rai-ERI, 2004 (pagina 324)</ref>, tipiche della [[Valpelline (valle)|Valpelline]] e della [[Valle del Gran San Bernardo]]. Esse mettono in ridicolo la divisa delle truppe napoleoniche, che seminarono il terrore al loro passaggio nel maggio del 1800. Secondo un'altra tradizione, invece, i costumi furono inventati per festeggiare due abitanti del villaggio non più giovani che avevano deciso di sposarsi: ''Lo toc'' e ''La tocca''. Della ''Bènda'' (il corteo del carnevale, composto dai gruppi mascherati detti ''patoille'') fanno parte anche l'Orso e l'Arlecchino<ref>Daniela Fornaciarini, [http://www.vaol.it/it/notizie/daniela-fornaciarini-valle-d-aosta-il-carnevale-della-coumba-freida.html Il carnevale della Coumba Frèida]</ref>, come è tipico nei carnevali alpini<ref name=Gallo>Luciano Gallo Pecca, ''Le maschere, il carnevale e le feste per l'avvento della primavera in Piemonte e nella Valle d'Aosta'', Gribaudo, 1987</ref>.
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Immagine:LandzetteSAND EtroublesMaurice Masques et bouffons 04.jpg|LandzetteDottor Balanzone
Immagine:Gofalone bertoldo.jpg|Bertoldo e Bertoldino
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===Piemonte Friuli Venezia Giulia ===
Tipici della regione sono i carnevali alpini, con le maschere dei [[Blumari]] (a [[Pulfero]])<ref>Ignazio Buttitta ''I morti e il grano. Tempi del lavoro e ritmi della festa'' Meltemi Editore srl, 2006 (pagina 113)</ref>, i ''Maschkar'' e gli ''Jutalan'' (a [[Timau]]), ''te lipe bile maškire'' (“belle maschere”, a [[Resia]]); di [[Sauris]] sono i demoniaci ''babaci'' o ''kukaci'', le ''Scheintena schembln'' e le ''Scheana schembln''. Diffusa in tutto il Friuli è la figura del [[pust]]. Passando alla zona giuliana si ricorda la maschera tipica di [[Monfalcone]]: il Sior Anzoleto Postier.
È piemontese una delle più celebri maschere italiane: [[Gianduja|Gianduia]], sempre accompagnato da sua moglie [[Giacometta]]; entrambi originariamente erano dei [[burattino|burattini]]<ref>
*Autori vari, ''Maschere italiane'', Giunti Editore, 2002 (pagina 122)
===Lazio===
*Salvator Ferrero; La storia di Gianduja ed i Carnevali di Torino Torino, 1926</ref>. Maschere piemontesi sono anche gli sposi Stevulin 'dla Plisera e Majutin del Pampardù<ref>Leo Valeriano, ''La tradizione delle maschere'', Rai-ERI, 2004 (pagine 320 e 372)</ref>, del [[Carnevale Storico di Santhià|carnevale di Santhià]], e [[Gagliardo Aulari]], personaggio storico medievale divenuto la maschera carnevalesca di [[Alessandria]]. Nelle Alpi piemontesi sono diffuse le maschere tipiche dei carnevali alpini: orsi, lupi ed [[Uomo selvatico|uomini selvatici]]<ref name=Gallo/>.
Maschera romanesca nota in tutta Italia è [[Rugantino (maschera)|Rugantino]], che ha avuto varie evoluzioni e che impersona il romano tipico; originariamente era un [[burattino]]<ref>[http://www.treccani.it/enciclopedia/rugantino_%28Enciclopedia_Italiana%29/ Enciclopedia Treccani, edizione 1936, voce ''Rugantino'']</ref>. Ha ispirato una [[Rugantino (commedia musicale)|notissima commedia musicale]]; a lui si affiancano Nina e [[Meo Patacca]], originari del teatro popolare<ref>Per le tre maschere: Autori vari, ''Maschere italiane'', Giunti Editore, 2002 (pagine 98-102)</ref>. Tutte e tre le maschere, ma anche il napoletano [[Pulcinella]] e il [[generale Mannaggia La Rocca]] sono maschere tipiche del [[carnevale di Roma]], un tempo evento irrinunciabile del [[Grand Tour]] che i giovani viaggiatori europei effettuavano in Italia.
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Immagine:GiandujaRugantino (Nino Ilari).jpgJPG|GianduiaRugantino
Immagine:Meo Patacca.jpg|Meo Patacca
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===Trentino Alto AdigeMarche===
Una regione come le Marche, in cui ogni sia pur piccolo centro ha carattere indipendente di città, ha maschere tipiche a seconda della zona. [[Mosciolino]], simbolo del [[Ancona#Carnevale|carnevale anconitano]]<ref>[http://www.viaggioadriatico.it/ViaggiADR/rete_interadriatica/pagina-di-descrizione-citta/ancona-la-citta-dorica Ancona. La Città Dorica]</ref>, ha affiancato le maschere tradizionali di Papagnoco, contadino fustigatore dei liberi costumi cittadini, e di Burlandoto (originariamente dei burattini)<ref>Mario Panzini, ''Dizionario del Vernacolo Anconitano'', voce ''Papagnoco'', editore Controvento, Ancona 2008</ref>. Il ''Rabachen'' ("baccano") e la sua compagna ''[[Cagnera]]'' ("lite") sono le maschere del carnevale di Pesaro<ref>[http://www.ilnuovoamico.it/2015/02/4011/ Carnevale di Pesaro]</ref>; il ''guazzaró'' è invece la maschera che si indossa durante il [[carnevale di Offida]]<ref>[http://www.comune.offida.ap.it/it/citta/car_guazzaro.asp Sito del Comune di Offida]</ref>, derivata dall'abito da lavoro che i contadini usavano per svinare e pulire le botti. Maschera del [[Carnevale di Ascoli Piceno]] è ''lu sfrigne'', pezzente che si ripara con un ombrello da cui pendono aringhe<ref>Articolo del resto del Carlino del 16/02/2007: [http://www.ilrestodelcarlino.it//ascoli/2007/02/16/53-Carnevale.shtml "Un Re Carnevale"]</ref>
Il Trentino Alto Adige è una regione ricchissima di maschere di carnevale, che qui assume la particolare tipologia del carnevale alpino. Tra le più importanti si ricordano i ''matoci''<ref>La Ricerca folklorica, Edizioni 5-6, Grafo edizioni, 1982 (pagina 141)</ref> di [[Valfloriana]] e gli altissimi ed impressionanti ''Schnappviechern''<ref>[http://thiscrookedcrown.tumblr.com/post/28254623709/mylistofthangs-schnappviechern-at-carnival-in Immagine Schnappviechern]</ref> di [[Termeno sulla Strada del Vino|Termeno]], [[Salorno]] e [[Nova Levante]], detti anche ''Wudelen''; sono mostri con testa pelosa e grande bocca, che viene fatta aprire e chiudere producendo un caratteristico frastuono. Nella sfilata, detta del'[[Egetmann]], sono presenti anche le maschere del tipo dell'[[uomo selvatico]] e dell'orso<ref>[http://www.egetmann.com/it/ Sito ufficiale egetmann]</ref>. Anche il carnevale della [[val di Fassa]] è ricco di maschere tipiche: ''marascons'', ''bufon'', ''lachè'', ''arlekin'', ''pajazi'', ''facères da bèl'' e ''facères da burt''<ref>Autori vari, Giunti Editore, 2005, ''Guida al Museo ladino di Fassa'' (da pagina 50)</ref>.
=== Veneto ===
Venezia, con il suo [[Carnevale di Venezia|storico carnevale]], noto a livello internazionale, ha maschere celebri, provenienti dalla [[Commedia dell'arte]]: [[Pantalone]], sua figlia [[Rosaura]]<ref>Autori vari, ''Maschere italiane'', Giunti Editore, 2002 (pagina 82)</ref> e la furba servetta [[Colombina]]<ref>Autori vari, ''Maschere italiane'', Giunti Editore, 2002 (pagina 75)</ref>; Arlecchino e Brighella, pur provenienti da Bergamo, hanno anche cittadinanza veneziana, perché secondo la tradizione lavoravano come servi nel capoluogo veneto. La [[Bauta (maschera)|bauta]] è l'antica maschera facciale che garantisce l'anonimato ai partecipanti al carnevale di Venezia. Tipiche del [[Carnevale di Verona]] sono invece Fracanapa<ref>Leo Valeriano, ''La tradizione delle maschere'', Rai-ERI, 2004 (pagina 93)</ref>, [[Mastro Sogar]] e [[Papà del Gnoco]]<ref>Alfredo Cattabiani, ''Lunario'' (Google eBook), Mondadori, 2015</ref>. Nelle Alpi venete sono diffuse maschere tipiche dei carnevali alpini: la [[Zinghenesta|Zinghenésta]] (che indica anche la festa stessa), il ''matazin'' (o ''matacinc'' o ''matel''), il ''lakè'', il ''roncer'', il ''puster'', i ''pajazi'', i ''ber'', gli spazzacamini, i brutti e i belli. Di [[Sappada]] è il [[Rollate|Ròllate]]<ref>Per tutte le maschere dei carnevali delle Alpi venete: Gianluigi Secco, ''Mata: la tradizione popolare e gli straordinari personaggi dei carnevali arcaici delle montagne venete'', Belumat, 2001</ref>.
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Immagine:Mosciolino con voliga.JPG|Mosciolino
Immagine:SAND Maurice Masques et bouffons 06.jpg|Pantalone
Immagine:SANDMaschere Mauricedi Masquescarnevale et- bouffonsPapagnoco 03(Ancona).jpg|ColombinaPapagnoco
Immagine:Pap del Gnoco.jpg|Papà del Gnoco
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=== Friuli Venezia Giulia Molise===
Il Molise è una regione in cui le maschere tradizionali sono legate ad un folclore arcaico: i tre folletti (detti anche Monaci, in quanto travestiti da frati) che tengono in catene il Diavolo di [[Tufara]] e di [[Toro (Italia)|Toro]]<ref>Pier Luigi Rovito, ''Il Fortore: origini e cadenze di una solitudine'', Arte Tipografica, 1998</ref>; l’Uomo-cervo, la Donna-cervo e Martino di [[Castelnuovo al Volturno]]; l'Uomo-orso di [[Jelsi]]. Queste ultime maschere sono collegate alla figura dell'[[Uomo selvatico]].
Tipici della regione sono i carnevali alpini, con le maschere dei [[Blumari]] (a [[Pulfero]])<ref>Ignazio Buttitta ''I morti e il grano. Tempi del lavoro e ritmi della festa'' Meltemi Editore srl, 2006 (pagina 113)</ref>, i ''Maschkar'' e gli ''Jutalan'' (a [[Timau]]), ''te lipe bile maškire'' (“belle maschere”, a [[Resia]]); di [[Sauris]] sono i demoniaci ''babaci'' o ''kukaci'', le ''Scheintena schembln'' e le ''Scheana schembln''. Diffusa in tutto il Friuli è la figura del [[pust]]. Passando alla zona giuliana si ricorda la maschera tipica di [[Monfalcone]]: il Sior Anzoleto Postier.
=== Emilia Romagna Piemonte===
È piemontese una delle più celebri maschere italiane: [[Gianduja|Gianduia]], sempre accompagnato da sua moglie [[Giacometta]]; entrambi originariamente erano dei [[burattino|burattini]]<ref>
Celebre maschera bolognese è il [[Dottor Balanzone]], professore sapientone e presuntuoso, proveniente dalla [[Commedia dell'arte]]; sono del capoluogo regionale anche maschere originarie del teatro dei burattini: [[Fagiolino]]<ref>Romano Danielli, ''Fagiolino c'è: 50 anni di burattini bolognesi'', A. Perdisa, 2004.</ref>, sua moglie Brisabella, il suo amico Sganapino e Flemma. Di [[Modena]] è invece [[Sandrone]], sua moglie Pulonia e suo figlio Sgorghìguelo<ref>[http://www.sandrone.net/ Società del Sandrone]</ref>, di [[Parma]] lo ''Dsevodd'', di [[Cento]] è Tasi, di [[Castelnuovo]] il ''Cstlein'', di [[San Giovanni in Persiceto]] sono [[Bertoldo (personaggio)|Bertoldo]], capace di rispondere solo per le rime e di salvarsi dagli impicci con imbrogli e buffonate, suo figlio Bertoldino e sua moglie la [[Marcolfa (Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno)|Marcolfa]]<ref>Per le Maschere di San Giovanni in Persiceto: R. Renzi, ''Guida alla provincia di Bologna'', Edizioni Pendragon, 2003 (pagina 134)</ref>.
*Autori vari, ''Maschere italiane'', Giunti Editore, 2002 (pagina 122)
*Salvator Ferrero; La storia di Gianduja ed i Carnevali di Torino Torino, 1926</ref>. Maschere piemontesi sono anche gli sposi Stevulin 'dla Plisera e Majutin del Pampardù<ref>Leo Valeriano, ''La tradizione delle maschere'', Rai-ERI, 2004 (pagine 320 e 372)</ref>, del [[Carnevale Storico di Santhià|carnevale di Santhià]], e [[Gagliardo Aulari]], personaggio storico medievale divenuto la maschera carnevalesca di [[Alessandria]]. Nelle Alpi piemontesi sono diffuse le maschere tipiche dei carnevali alpini: orsi, lupi ed [[Uomo selvatico|uomini selvatici]]<ref name=Gallo/>.
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Immagine:SAND Maurice Masques et bouffons 04Gianduja.jpg|Dottor BalanzoneGianduia
Immagine:Gofalone bertoldo.jpg|Bertoldo e Bertoldino
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=== Toscana Puglia===
Tra le più note maschere carnevalesche pugliesi c'è [[Farinella (maschera)|Farinella]], del [[Carnevale di Putignano]], un giullare con un abito a riquadri multicolori. Nel [[Salento]] c'è ricchezza di maschere: ''lu Pagghiuse'' e ''[[Gibergallo]]'' di [[Carnevale di Massafra|Massafra]]; ''[[Carnevale di Gallipoli#"U Titoru"|u Titoru]]'' di [[Carnevale di Gallipoli|Gallipoli]], ''ù panzòne'', ''la vecchiaredd'' e ''ù scerìff'' di [[Corato]], ''lu Sciacuddhuzzi'' di [[Aradeo]], ''lu Casaranazzu'' di [[Casarano]]. Si ricorda anche ''Ze' Peppe'' del [[Carnevale di Manfredonia]]. A [[Foggia]] le maschere di carnevale tipiche sono sette: ''<nowiki>'</nowiki>u Moneche cercande'', ''<nowiki>'</nowiki>a Pacchianèlle'', ''Menille'', ''Ursine stagnarille'', ''Sciammi sciamme'', ''Zechille'', ''Peppuzze''<ref>Dala pagina [http://www.manganofoggia.it/carnevale.htm Carnevale foggiano (a cura di Felice Stella)] si riportano i significati delle sette maschere:
Le due maschere della Toscana hanno origine molto diversa. [[Stenterello]]<ref>Autori vari, ''Maschere italiane'', Giunti Editore, 2002 (pagina 112)</ref>, proviene dalla [[Commedia dell'arte]] e rappresenta il popolano fiorentino, di bassa estrazione, il quale oppresso da avversità ed ingiustizie, ha in sé sempre la forza di ridere e scherzare. L'altra maschera è [[Burlamacco]]<ref>Paolo Fornaciari, ''Nel regno di Burlamacco. Breve storia del carnevale di Viareggio'' Pezzini, 2010</ref>, nata nel 1930 come simbolo del [[Carnevale di Viareggio]] insieme alla sua compagna Ondina.
{{citazione|Tra gli anni 40/50/60 nel carnevale foggiano venivano rappresentate sette maschere: " 'u moneche cercande" si chiamava Di Tullio Potito è rappresentava la religiosità. " 'a pacchianèlle" rappresentava la maternità. "menille" Carmelo, Carmenille, rappresentava la voce del popolo foggiano. "ursine stagnarille" Ciro Zizzo, rappresentava la musica. "sciammi sciamme" rappresentava il lavoro. "zechille" Michelle de Tinno rappresentava la libertà. "peppuzze" rappresentava la morte.}}</ref>.
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Immagine:Stenterello disegno originale 1800Carnevaleputignano0904.jpg|StenterelloFarinella
Immagine:Viareggio, burlamaccoGibergallo.JPGjpg|BurlamaccoGibergallo
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===MarcheSardegna===
La Sardegna è ricchissima patria di numerose maschere dai tratti arcaici e la cui tradizione è sempre viva. Queste maschere infatti descrivono riti sacri richiamanti i temi più importanti per una civiltà arcaica e per molti tratti preistorica tra cui possiamo ricordare: la fertilità, la vita, la morte, il demonio, la lotta tra animali, l'addomesticamento degli animali(simbolo di come attraverso la forza, l'uomo domina su un altro uomo). <ref>http://www.mascheresarde.com/maschere-della-sardegna/</ref>
Una regione come le Marche, in cui ogni sia pur piccolo centro ha carattere indipendente di città, ha maschere tipiche a seconda della zona. [[Mosciolino]], simbolo del [[Ancona#Carnevale|carnevale anconitano]]<ref>[http://www.viaggioadriatico.it/ViaggiADR/rete_interadriatica/pagina-di-descrizione-citta/ancona-la-citta-dorica Ancona. La Città Dorica]</ref>, ha affiancato le maschere tradizionali di Papagnoco, contadino fustigatore dei liberi costumi cittadini, e di Burlandoto (originariamente dei burattini)<ref>Mario Panzini, ''Dizionario del Vernacolo Anconitano'', voce ''Papagnoco'', editore Controvento, Ancona 2008</ref>. Il ''Rabachen'' ("baccano") e la sua compagna ''[[Cagnera]]'' ("lite") sono le maschere del carnevale di Pesaro<ref>[http://www.ilnuovoamico.it/2015/02/4011/ Carnevale di Pesaro]</ref>; il ''guazzaró'' è invece la maschera che si indossa durante il [[carnevale di Offida]]<ref>[http://www.comune.offida.ap.it/it/citta/car_guazzaro.asp Sito del Comune di Offida]</ref>, derivata dall'abito da lavoro che i contadini usavano per svinare e pulire le botti. Maschera del [[Carnevale di Ascoli Piceno]] è ''lu sfrigne'', pezzente che si ripara con un ombrello da cui pendono aringhe<ref>Articolo del resto del Carlino del 16/02/2007: [http://www.ilrestodelcarlino.it//ascoli/2007/02/16/53-Carnevale.shtml "Un Re Carnevale"]</ref>
Si possono contare più di 35 maschere tradizionali, che le consegnano il primato nel territorio nazionale e tra le più note ci sono i suggestivi ''[[Mamuthones]]'' e gli ''[[Issohadores]]'' del [[carnevale di Mamoiada]] e gli affascinanti ''[[Boes e Merdules]]'', che con l'enigmatica ''sa Filonzana'' sono le maschere del carnevale di [[Ottana]].<ref>Per tutte le maschere sarde la fonte (ove non diversamente riportato) è: Guido Persichino, ''Sardegna. Guida completa'', capitolo ''Le maschere sarde'', da pagina 180. Consultabile a [https://books.google.it/books?id=H7yQTTUUExAC&pg=PT180&dq=maschere++sardegna&hl=it&sa=X&ei=PcdIVfDFEcr_Ut-lgPgL&ved=0CC4QuwUwAg#v=onepage&q=maschere%20%20sardegna&f=false questa pagina].</ref>
Non si dimentichino però le altre maschere che sono sparse in tutto il territorio isolano quali:
- ''[[su Maimulu]]'' di [[Ulassai]]
- ''Sos Urtos'' e i ''Buttutos'' di [[Fonni]]
- ''Sas Mascheras a lenzolu'' di [[Aidomaggiore]]
- ''Sos Cotzulados'' di [[Cuglieri]]
- ''Sas Mascaras Nettas e Sas Mascaras Bruttas'' di [[Lodè]]
- ''Is Mustayonis e s’Orcu Foresu'' di [[Sestu]]
- ''Is Cerbus'' di [[Sinnai]] ( che inscenano il rituale arcaico e ancestrale della caccia al cervo) ,''su Colonganus'' di [[Austis]]
- ''S’Urtzu'' di [[Ulà Tirso]]
- ''Sos Tumbarinos'' di [[Gavoi]]<ref>[http://www.tumbarinos.it/ Associazione Tombarinos di Gavoi]</ref>
- ''su Battileddu'' di [[Lula]]
- ''[[Samugheo#Carnevale|Mamutzones]]'' di [[Samugheo]] (riscoperti negli anni Ottanta), ''Is Scruzzonis'' di [[Siurgus Donigala]] (inaugurata nel 2012, durante il carnevale invernale del paese, ma di vecchia origine)
- [[S'Ainu Orriadore]] di [[Scano Montiferro]] (riscoperta negli anni Ottanta)
- ''sos Coriolos'' di [[Neoneli]]
- ''su Segaripezza'' di [[Laconi]]
- su ''[[Traigolzu]]'' di [[Sindia]]
- ''sos Bundos'' di [[Orani (Italia)|Orani]]
- sos [[Thurpos]] di [[Orotelli]]
- ''su [[Maimone]]'' di [[Oniferi]]
- ''Sos corrajos'' di [[Paulilatino]]
- ''sos Intintos'' di [[Ovodda]] e di [[Tiana]]
- ''sa maschera e porcu'' di [[Olzai]]
- ''sa maschera e gattu'' di [[Sarule]]
La scura maschera del [[carnevale guspinese]] è ''Cambas de Linna'', mentre quella della [[Sartiglia]] di [[Oristano]] è ''su Cumponidori'', dall'inquietante aspetto [[androgino]]. Il [[carnevale di Tempio Pausania]] vede la presenza de ''lu Traicogghju'', arcaica sintesi tra figura animalesca e maschera demoniaca, la ''Réula'' (schiera dei morti), e ''lu Linzolu cupaltatu'', figura femminile avvolta in un lenzuolo e per questo irriconoscibile e disinibita. Non di meno importanza sono le maschere del carnevale di [[Ollolai]] chiamate ''Sos Bumbones'', sono Sos Truccos o Sos Turcos, Maria Vressada, Maria Ishoppa e ''Sa Mamm’e e su Sole''. Queste maschere sono figure femminili rappresentate da uomini avvolti in un pizzo bianco, mentre sulle spalle portano una mantella e uno scialle rosso, viola e blu.
Nella maggior parte delle maschere sarde viene utilizzato come abito la cosidetta ''mastruca'' o pelle di pecora(nera e/o bianca a seconda della tipologia della maschera), accompagnato anche da campanacci di differente grandezza. Le stesse maschere il più delle volte rappresentano animali i quali vengono domati e catturati o uccisi dall'uomo, la cui maschera in alcuni casi è deforme.
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Immagine:Mosciolino con voligaMAMUTHONE.JPGjpg|MosciolinoMamuthone
Immagine:MaschereMamuthone die carnevaleIssohadore -di Papagnoco (Ancona)Mamoiada.jpg|PapagnocoMamuthone e issohadore
Immagine:Ottana Boes-e-merdules 1.jpg|Boes e Merdules
Immagine:Samugheo - Costume tradizionale (16).JPG|Mamutzone
Immagine:S'ursu di Ulassai.jpg|Su Maimulu
Immagine:Sartiglia 04.jpg|Su Cumponidori
Immagine:S'Ainu Orriadore - gruppo.jpg|S'Ainu Orriadore
Immagine:Carro trainato dai Thurpos.JPG|Thurpos
Immagine:Ottana - Boes e Merdules (12).JPG|Sa Filonzana
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===Sicilia===
La maschera siciliana per eccellenza è [[Peppe Nappa]], della [[Commedia dell'arte]], beffardo, pigro ma capace di insospettabili salti e danze acrobatiche se deve procurarsi cibi di cui è ghiotto<ref>Salvatore Mugno, ''Peppe Nappa - Maschera e caratteri storici dei siciliani'', Trapani, Di Girolamo Editore, 2010. ISBN 978-88-87778-74-8</ref>. Varie città siciliane si contendono la sua nascita e la sua maschera è solennemente celebrata durante il carnevale di Sciacca
===Umbria===
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===Lazio Toscana ===
Le due maschere della Toscana hanno origine molto diversa. [[Stenterello]]<ref>Autori vari, ''Maschere italiane'', Giunti Editore, 2002 (pagina 112)</ref>, proviene dalla [[Commedia dell'arte]] e rappresenta il popolano fiorentino, di bassa estrazione, il quale oppresso da avversità ed ingiustizie, ha in sé sempre la forza di ridere e scherzare. L'altra maschera è [[Burlamacco]]<ref>Paolo Fornaciari, ''Nel regno di Burlamacco. Breve storia del carnevale di Viareggio'' Pezzini, 2010</ref>, nata nel 1930 come simbolo del [[Carnevale di Viareggio]] insieme alla sua compagna Ondina.
Maschera romanesca nota in tutta Italia è [[Rugantino (maschera)|Rugantino]], che ha avuto varie evoluzioni e che impersona il romano tipico; originariamente era un [[burattino]]<ref>[http://www.treccani.it/enciclopedia/rugantino_%28Enciclopedia_Italiana%29/ Enciclopedia Treccani, edizione 1936, voce ''Rugantino'']</ref>. Ha ispirato una [[Rugantino (commedia musicale)|notissima commedia musicale]]; a lui si affiancano Nina e [[Meo Patacca]], originari del teatro popolare<ref>Per le tre maschere: Autori vari, ''Maschere italiane'', Giunti Editore, 2002 (pagine 98-102)</ref>. Tutte e tre le maschere, ma anche il napoletano [[Pulcinella]] e il [[generale Mannaggia La Rocca]] sono maschere tipiche del [[carnevale di Roma]], un tempo evento irrinunciabile del [[Grand Tour]] che i giovani viaggiatori europei effettuavano in Italia.
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Immagine:RugantinoStenterello (Ninodisegno Ilari)originale 1800.JPGjpg|RugantinoStenterello
Immagine:MeoViareggio, Pataccaburlamacco.jpgJPG|Meo PataccaBurlamacco
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===AbruzzoTrentino Alto Adige===
Il Trentino Alto Adige è una regione ricchissima di maschere di carnevale, che qui assume la particolare tipologia del carnevale alpino. Tra le più importanti si ricordano i ''matoci''<ref>La Ricerca folklorica, Edizioni 5-6, Grafo edizioni, 1982 (pagina 141)</ref> di [[Valfloriana]] e gli altissimi ed impressionanti ''Schnappviechern''<ref>[http://thiscrookedcrown.tumblr.com/post/28254623709/mylistofthangs-schnappviechern-at-carnival-in Immagine Schnappviechern]</ref> di [[Termeno sulla Strada del Vino|Termeno]], [[Salorno]] e [[Nova Levante]], detti anche ''Wudelen''; sono mostri con testa pelosa e grande bocca, che viene fatta aprire e chiudere producendo un caratteristico frastuono. Nella sfilata, detta del'[[Egetmann]], sono presenti anche le maschere del tipo dell'[[uomo selvatico]] e dell'orso<ref>[http://www.egetmann.com/it/ Sito ufficiale egetmann]</ref>. Anche il carnevale della [[val di Fassa]] è ricco di maschere tipiche: ''marascons'', ''bufon'', ''lachè'', ''arlekin'', ''pajazi'', ''facères da bèl'' e ''facères da burt''<ref>Autori vari, Giunti Editore, 2005, ''Guida al Museo ladino di Fassa'' (da pagina 50)</ref>.
La maschera ufficiale della regione è Frappiglia, che riuscì ad ingannare persino il diavolo, ma che ancora porta i segni del suo viaggio all'inferno<ref>[http://www.abruzzoweb.it/contenuti/italia-150-la-maschera-abruzzese-frappiglia-oggi-a-torino-/22955-330/ La maschera abruzzese a Torino]</ref>. Si deve ricordare anche Patanello, di [[Francavilla al mare]]<ref>[http://studioboomerang.it/?p=555 Patanello]</ref>, e il Pulcinella abruzzese<ref>[http://www.lapanarda.it/il-carnevale-tradizionale-abruzzese/ Pulcinella abruzzese]</ref>.
===MoliseValle d'Aosta===
Le più note maschere valdostane sono quelle del [[Valpelline (comune)#Carnevale della Combe Froide|carnevale della Combe Froide]]: le Landzette<ref>Leo Valeriano, ''La tradizione delle maschere'', Rai-ERI, 2004 (pagina 324)</ref>, tipiche della [[Valpelline (valle)|Valpelline]] e della [[Valle del Gran San Bernardo]]. Esse mettono in ridicolo la divisa delle truppe napoleoniche, che seminarono il terrore al loro passaggio nel maggio del 1800. Secondo un'altra tradizione, invece, i costumi furono inventati per festeggiare due abitanti del villaggio non più giovani che avevano deciso di sposarsi: ''Lo toc'' e ''La tocca''. Della ''Bènda'' (il corteo del carnevale, composto dai gruppi mascherati detti ''patoille'') fanno parte anche l'Orso e l'Arlecchino<ref>Daniela Fornaciarini, [http://www.vaol.it/it/notizie/daniela-fornaciarini-valle-d-aosta-il-carnevale-della-coumba-freida.html Il carnevale della Coumba Frèida]</ref>, come è tipico nei carnevali alpini<ref name=Gallo>Luciano Gallo Pecca, ''Le maschere, il carnevale e le feste per l'avvento della primavera in Piemonte e nella Valle d'Aosta'', Gribaudo, 1987</ref>.
Il Molise è una regione in cui le maschere tradizionali sono legate ad un folclore arcaico: i tre folletti (detti anche Monaci, in quanto travestiti da frati) che tengono in catene il Diavolo di [[Tufara]] e di [[Toro (Italia)|Toro]]<ref>Pier Luigi Rovito, ''Il Fortore: origini e cadenze di una solitudine'', Arte Tipografica, 1998</ref>; l’Uomo-cervo, la Donna-cervo e Martino di [[Castelnuovo al Volturno]]; l'Uomo-orso di [[Jelsi]]. Queste ultime maschere sono collegate alla figura dell'[[Uomo selvatico]].
===Campania===
Insieme ad Arlecchino, la maschera napoletana di [[Pulcinella]] è simbolo ovunque del carnevale italiano. Impersona il carattere napoletano in tutti i suoi aspetti, positivi e negativi. Sono campane però anche le maschere di [[Tartaglia]] e di [[Scaramuccia]]<ref>Per le maschere napoletane: Leo Valeriano, ''La tradizione delle maschere'', Rai-ERI, 2004 (pagina 145)</ref>. Queste tre maschere sono personaggi della [[Commedia dell'arte]]. Tipici del carnevale di [[Teora]] sono gli ''squacqualacchiun''<ref>Corriere dell'Irpinia, articolo ''Lo Squacqualacchiun arriva in volo'', del 17/01/2014. Consultabile a [http://www.corriereirpinia.it/default.php?id=8&art_id=43516 questa pagina]</ref>.
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Immagine:SANDLandzette Maurice Masques et bouffons 12Etroubles.jpg|PulcinellaLandzette
Immagine:Tartaglia.jpg|Tartaglia
Immagine:SAND Maurice Masques et bouffons 07.jpg|Scaramuccia
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===Puglia Veneto ===
Venezia, con il suo [[Carnevale di Venezia|storico carnevale]], noto a livello internazionale, ha maschere celebri, provenienti dalla [[Commedia dell'arte]]: [[Pantalone]], sua figlia [[Rosaura]]<ref>Autori vari, ''Maschere italiane'', Giunti Editore, 2002 (pagina 82)</ref> e la furba servetta [[Colombina]]<ref>Autori vari, ''Maschere italiane'', Giunti Editore, 2002 (pagina 75)</ref>; Arlecchino e Brighella, pur provenienti da Bergamo, hanno anche cittadinanza veneziana, perché secondo la tradizione lavoravano come servi nel capoluogo veneto. La [[Bauta (maschera)|bauta]] è l'antica maschera facciale che garantisce l'anonimato ai partecipanti al carnevale di Venezia. Tipiche del [[Carnevale di Verona]] sono invece Fracanapa<ref>Leo Valeriano, ''La tradizione delle maschere'', Rai-ERI, 2004 (pagina 93)</ref>, [[Mastro Sogar]] e [[Papà del Gnoco]]<ref>Alfredo Cattabiani, ''Lunario'' (Google eBook), Mondadori, 2015</ref>. Nelle Alpi venete sono diffuse maschere tipiche dei carnevali alpini: la [[Zinghenesta|Zinghenésta]] (che indica anche la festa stessa), il ''matazin'' (o ''matacinc'' o ''matel''), il ''lakè'', il ''roncer'', il ''puster'', i ''pajazi'', i ''ber'', gli spazzacamini, i brutti e i belli. Di [[Sappada]] è il [[Rollate|Ròllate]]<ref>Per tutte le maschere dei carnevali delle Alpi venete: Gianluigi Secco, ''Mata: la tradizione popolare e gli straordinari personaggi dei carnevali arcaici delle montagne venete'', Belumat, 2001</ref>.
Tra le più note maschere carnevalesche pugliesi c'è [[Farinella (maschera)|Farinella]], del [[Carnevale di Putignano]], un giullare con un abito a riquadri multicolori. Nel [[Salento]] c'è ricchezza di maschere: ''lu Pagghiuse'' e ''[[Gibergallo]]'' di [[Carnevale di Massafra|Massafra]]; ''[[Carnevale di Gallipoli#"U Titoru"|u Titoru]]'' di [[Carnevale di Gallipoli|Gallipoli]], ''ù panzòne'', ''la vecchiaredd'' e ''ù scerìff'' di [[Corato]], ''lu Sciacuddhuzzi'' di [[Aradeo]], ''lu Casaranazzu'' di [[Casarano]]. Si ricorda anche ''Ze' Peppe'' del [[Carnevale di Manfredonia]]. A [[Foggia]] le maschere di carnevale tipiche sono sette: ''<nowiki>'</nowiki>u Moneche cercande'', ''<nowiki>'</nowiki>a Pacchianèlle'', ''Menille'', ''Ursine stagnarille'', ''Sciammi sciamme'', ''Zechille'', ''Peppuzze''<ref>Dala pagina [http://www.manganofoggia.it/carnevale.htm Carnevale foggiano (a cura di Felice Stella)] si riportano i significati delle sette maschere:
{{citazione|Tra gli anni 40/50/60 nel carnevale foggiano venivano rappresentate sette maschere: " 'u moneche cercande" si chiamava Di Tullio Potito è rappresentava la religiosità. " 'a pacchianèlle" rappresentava la maternità. "menille" Carmelo, Carmenille, rappresentava la voce del popolo foggiano. "ursine stagnarille" Ciro Zizzo, rappresentava la musica. "sciammi sciamme" rappresentava il lavoro. "zechille" Michelle de Tinno rappresentava la libertà. "peppuzze" rappresentava la morte.}}</ref>.
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Immagine:Carnevaleputignano0904SAND Maurice Masques et bouffons 06.jpg|FarinellaPantalone
Immagine:GibergalloSAND Maurice Masques et bouffons 03.jpg|GibergalloColombina
Immagine:Pap del Gnoco.jpg|Papà del Gnoco
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===Basilicata===
La Basilicata ha maschere legate alla tradizione arcaiche e contadine, a volte legate al personaggio dell'[[uomo selvatico]]. Le zoomorfe maschere del Toro e della Mucca compaiono durante il [[Carnevale di Tricarico]]<ref>[http://www.lemaschereditricarico.it/index.php?option=com_content&view=article&id=5&Itemid=2 Le maschere di Tricarico]</ref>. Tipici del [[Carnevale di Satriano di Lucania|Carnevale di Satriano]] sono i particolarissimi Rumit, sorta di alberi semoventi che provengono dai boschi ed invadono il paese, l'Urs e la Quaresima<ref>[http://www.trmtv.it/home/cultura/2015_02_13/83799.html Carnevale di Satriano]</ref>. I Campanacci caratterizzano invece il carnevale di [[San Mauro Forte#Tradizioni e folclore|San Mauro Forte]]<ref>[http://www.basilicatanet.com/ita/web/item.asp?nav=campanaccisanmauroforte Sagra dei campanacci]</ref> e il [[Montescaglioso#Carnevale di Montescaglioso|carnevale di Montescaglioso]]. In quest'ultimo centro tra le tante maschere si ricordano anche la ''quaremma'', il ''cucibocca'', ''u’ zembr'', ''u’ fus’'' (o "la parca") e ''’u zit’'' e ''’a zita''<ref>[http://www.montescaglioso.net/node/6509 Carnevali della Basilicata]</ref>.
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I Romiti.jpg|Rumit'
Gli orsi (urs).jpg|Urs
Le Quaresime (quares'm).jpg|Quares'm
Mucca e Toro.jpg|Mucca e Toro
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===Calabria===
La maschera calabrese è [[Giangurgolo]]<ref>Vittorio Sorrenti, ''Giangurgolo maschera di Calabria'', - Casa editrice Pubblisfera, 1993</ref>, che da una parte mette in ridicolo le persone che imitavano i cavalieri siciliani "spagnoleggianti", ma che ha anche tratti diversi, legati ad una leggenda catanzarese. In essa lotta coraggiosamente contro l'occupazione spagnola e viaggia con un carrozzone da teatro col quale, insieme ad alcuni suoi amici, propone spettacoli satirici incitando il popolo alla rivolta. È una maschera della [[Commedia dell'arte]].
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Immagine:Giangurgolo_maschera_calabrese_della_commedia_dellarte.jpg|Giangurgolo
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===Sicilia===
La maschera siciliana per eccellenza è [[Peppe Nappa]], della [[Commedia dell'arte]], beffardo, pigro ma capace di insospettabili salti e danze acrobatiche se deve procurarsi cibi di cui è ghiotto<ref>Salvatore Mugno, ''Peppe Nappa - Maschera e caratteri storici dei siciliani'', Trapani, Di Girolamo Editore, 2010. ISBN 978-88-87778-74-8</ref>. Varie città siciliane si contendono la sua nascita e la sua maschera è solennemente celebrata durante il carnevale di Sciacca
==Voci correlate==
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