Papa Benedetto XIV: differenze tra le versioni

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|firma =
}}
{{WIP|Erasmus 89}}{{Bio
|Titolo = Papa
|Nome = Benedetto XIV
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==== Il conclave del 1740 ====
{{vedi anche|conclave del 1740}}
[[File:Benoit-XIV.jpg|thumb|[[Pierre Subleyras|Pierre-Hubert Subleyras]], ''Papa Benedetto XIV'', [[Pittura a olio|olio su tela]], 1746, [[Metropolitan Museum of Art|Metropolitan Museum]], [[New York]].|left]]
 
===== Lo spirito del Lambertini =====
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====== Il "Papa dei Concordati" e le aperture diplomatiche ai non cattolici ======
[[File:Subleyras cardinal Silvio Valenti Gonzaga.jpg|thumb|[[Pierre Subleyras|Pierre Hubert Subleyras]], ''Ritratto del Cardinale Silvio Valenti Gonzaga'', olio su tela, <time>1745</time> circa, Galleria Cini, [[Roma]]. [[Segretario di Stato (Santa Sede)|Segretario di Stato]] dal 1740 al 1756, il Gonzaga fu uno dei principali collaboratori diplomatici di Benedetto XIV, aiutandolo nella promozione della sua politica concordataria<ref>{{Cita libro|titolo = Il Museo di Roma racconta la città|p = 76|url = https://books.google.it/books?id=t9lc9M05KI8C&pg=PA76&lpg=PA76&dq=cardinale+silvio+valenti+gonzaga&source=bl&ots=OhndkCqvxG&sig=ijgEGSi_5APA6UNQbru_ysHDCvQ&hl=it&sa=X&ved=0CDwQ6AEwBDgKahUKEwj438LGiKTHAhXIwxQKHYnzBl0#v=onepage&q=cardinale%20silvio%20valenti%20gonzaga&f=true|curatore = Rossella Leone}}</ref>.]]
L'elezione del Lambertini al soglio pontificio avvenne in un periodo di grandi tribolazioni, causate principalmente dalle dispute tra le nazioni cattoliche e il [[Papato]]. Benedetto XIV riuscì a rifiutare la maggior parte delle richieste degli Stati nazionali di nominare i vescovi, serbandone il diritto di nomina alla Chiesa<ref name="lm29">{{Cita libro|autore=Teodosio Lombardi|titolo=Benedetto XIV e gli ordini religiosi|pagina=529}}</ref>. Grazie a diplomatici eccellenti quali il cardinale [[Silvio Valenti Gonzaga]] ([[Segretario di Stato Vaticano|segretario di stato]] dall'elezione del papa fino alla sua morte nel 1756), Benedetto fu in grado di appianare le dispute della [[Santa Sede]] con alcuni dei principali sovrani europei. Per esempio, con [[Carlo Emanuele III di Savoia]] il Papa stipulò un concordato (5 gennaio 1741) con cui si disponevano nuove misure da adottarsi riguardo all'amministrazione dei feudi pontifici in terra sabauda<ref name=":0" /><ref name=":14">{{Cita libro|autore = L.-J. Rogier, G. de Bertier de Sauvigny, J. Hajjar|titolo = Secolo dei lumi, rivoluzione e restaurazione|p = 72|volume = 4|collana = Nuova storia della Chiesa}}</ref>. Il 2 giugno del medesimo anno<ref name="lm29" />, Benedetto e il Valenti Gonzaga riuscirono anche a trovare un accordo con [[Carlo III di Napoli]] riguardante i benefici ecclesiastici della Santa Sede in quel reame, rinunciando a buona parte degli antichi privilegi<ref name=":14" />. Altri accordi simili si trovarono con il [[Regno del Portogallo|Portogallo]] (1745) e con la [[Spagna]] (1753)<ref name="lm29" />. Per queste manovre diplomatiche, Papa Benedetto divenne noto anche come "il Papa dei concordati".
 
La nuova concezione moderna del rapporto tra potestà laicale e potere temporale della Chiesa<ref>{{cita libro|autore=Alfeo Giacomelli|titolo=Economia e riforme a Bologna nell'età di Benedetto XIV|pagina=876}}</ref>, secondo la quale era necessario osservare in modo nuovo le esigenze degli Stati, cercava di superare con animo conciliante le eventuali divergenze, per il bene supremo delle anime<ref name="lm29" />. Benedetto XIV riteneva infatti «...di vivere in un'epoca che richiedeva assolutamente accondiscendenza verso i prìncipi temporali sul terreno civile per ottenere in cambio mano libera in quello spirituale, da non confondersi, quest'ultimo, con la difesa dei privilegi del clero»<ref name="Mo6">{{Cita libro|autore=Emilia Morelli|titolo=Tre profili|pagina=6}}</ref>. Con questo spirito, pertanto, Benedetto accettò la totale indifferenza con cui fu trattata la delegazione pontificia in occasione della [[Pace di Aquisgrana (1748)|Pace di Aquisgrana]], pace che sanciva la fine della [[guerra di successione austriaca]] (1740-1748): in tale congresso internazionale, infatti, le potenze diedero a [[Filippo di Borbone]] i feudi pontifici di Parma, Piacenza e Guastalla senza che il papa ne venisse informato<ref name=":1" />. Il Rendina, addirittura, dà adito alle teorie per cui il papa intendesse abolire progressivamente il dominio temporale dei papi in nome dell'assoluta preminenza del carattere spirituale proprio del ministero pietrino<ref name="Mo6" />. Nello spirito di tolleranza che lo contaddistingueva, il pontefice riconobbe [[Federico II di Prussia|Federico II]] come [[Re di Prussia]], e non più come semplice marchese del [[Brandeburgo]]<ref name=":14" /><ref name=":4" />. La questione del riconoscimento di questo titolo da parte del Papa nei confronti di un sovrano protestante fu una vera e propria rivoluzione diplomatica. Il Lambertini, con quest'atto, non soltanto differenziava le questioni politiche da quelle religiose, ma anche cercava di assicurare ai cattolici residenti in quel regno dei diritti che fino a quel momento erano stati negati dai papi precedenti<ref name=":14" /><ref name="Mo6" />. Altro segno di apertura fu dimostrato verso i [[Protestantesimo|protestanti]] austriaci: Benedetto XIV, infatti, «...permise all'imperatrice Maria Teresa di tollerare nei suoi Stati i protestanti, pur raccomandandole di cercarne con cristiana dolcezza la conversione»<ref name=":4">{{cita libro|autore=Claudio Rendina|titolo=I Papi. Storia e segreti|pagina=723}}</ref>.
 
====== Tra Carlo VII e Maria Teresa ======
{{Vedi anche|Guerra di successione austriaca}}
Benedetto commise, nonostante ciò, un errore di valutazione nell'approvare l'elezione di [[Carlo VII di Baviera]] a Sacro Romano Imperatore, avvenuta a [[Francoforte sul Meno]] nel febbraio del [[1742]]<ref name=":5">{{Cita libro|autore = Gaetano Moroni|titolo = Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica|URL=https://books.google.it/books?id=dQtAAAAAcAAJ&pg=PA310&dq=dizionario+di+erudizione+storico-ecclesiastica+Benedetto+XIV&hl=it&sa=X&ei=iyd0VaCCLefMygPnkIH4Cg&ved=0CCYQ6AEwAQ#v=onepage&q=dizionario%20di%20erudizione%20storico-ecclesiastica%20Benedetto%20XIV&f=false|accesso=7 giugno 2015|p = 28}}</ref>, quale successore di [[Carlo VI d'Asburgo]]. Difatti, il nuovo pontefice misconobbe l'elezione a imperatore di [[Francesco Stefano di Lorena]], marito di [[Maria Teresa d'Austria|Maria Teresa]], figlia di Carlo VI. Quando però nel gennaio del 1745 Carlo VII morì e Maria Teresa, attraverso un accordo col figlio [[Massimiliano Giuseppe in Baviera|Massimiliano Giuseppe]], ottenne per il marito il titolo di imperatore (settembre del medesimo anno), la posizione della Santa Sede si trovò immediatamente vacillante. Nonostante nell'agosto 1746 Benedetto inviasse agli imperiali consorti delle fasce benedette per il [[battesimo]] del futuro [[Giuseppe II d'Asburgo-Lorena|Giuseppe II]]<ref name=":6">{{Cita libro|autore = Gaetano Moroni|titolo = Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica|URL=https://books.google.it/books?id=dQtAAAAAcAAJ&pg=PA310&dq=dizionario+di+erudizione+storico-ecclesiastica+Benedetto+XIV&hl=it&sa=X&ei=iyd0VaCCLefMygPnkIH4Cg&ved=0CCYQ6AEwAQ#v=onepage&q=dizionario%20di%20erudizione%20storico-ecclesiastica%20Benedetto%20XIV&f=false|accesso=7 giugno 2015|p = 34}}</ref>, la [[Santa Sede]] non riacquistò la piena fiducia di Maria Teresa. Anche per questo motivo, le trattative pontificie durante la [[pace di Aquisgrana]] del 1748 risultarono un fallimento, vista la vittoria degli [[Asburgo]] sui [[Wittelsbach]]<ref>Cfr. paragrafo precedente</ref>.
 
===== Le riforme economico-amministrative =====
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Non appena ascese al trono papale, il Lambertini trovò una situazione economica disastrosa. Cercò quindi di riorganizzare le finanze e di tutelare la sicurezza pubblica, ordinando anche la ridefinizione dei confini dei [[rione|rioni]] nei quali era suddivisa la città di [[Roma]], e affidando all'architetto [[Giovanni Battista Nolli]] da [[Como]] l'incarico di disegnare una pianta accurata della città, cosa che avvenne nel 1748<ref>{{Cita libro|autore = Mario Bevilacqua|titolo = Nolli, Giovanni Battista|url = http://www.treccani.it/enciclopedia/giovanni-battista-nolli_%28Dizionario_Biografico%29/|opera = Dizionario Biografico degli Italiani|volume = 78|citazione = L’11 aprile 1748, nel corso di un’udienza personale, Nolli presentò al pontefice Benedetto XIV, cui l’opera era dedicata, l’edizione completa della Nuova Pianta di Roma}}</ref>. Già prima di quell'anno, però, il Lambertini provvide ad identificare i rioni con delle apposite targhe, ed ad incaricare il Roisecco nella stesura della prima [[guida turistica]] dell'Urbe (1745)<ref>{{Cita libro|autore = Massimo Pazienti|titolo = Le guide di Roma tra medioevo e novecento: Dai mirabilia urbis ai baedeker|url = https://books.google.it/books?id=HjRaAgAAQBAJ&pg=PA109&dq=Riforme+di+Benedetto+XIV&hl=it&sa=X&ei=XdB2VZezIoaWygPjyYCoDA&ved=0CEIQ6AEwBw#v=onepage&q=Riforme%20di%20Benedetto%20XIV&f=false|accesso = 9 giugno 2015|p = 109}}</ref>.
 
Sul piano più strettamente amministrativo, Benedetto XIV individuò, come causa principale del dissesto finanziario dello Stato Pontificio, la cattiva amministrazione di una curia cosmopolita e corrotta. Il Papa intese favorire quindi, attraverso la nazionalizzazione delle cariche civili, le famiglie romane che conoscevano i problemi dello Stato e che avevano interesse a garantirne lo sviluppo e la buona amministrazione<ref>Alfeo Giacomelli, ''Economia e riforme a Bologna nell'età di Benedetto XIV''</ref>. Per questo, con la [[bolla pontificia|bolla]] ''Urbem Romam'', promulgata il 4 gennaio [[1746]], papa Benedetto istituì un [[Patriziato romano|albo del ceto nobile romano]], in cui vennero inserite 180 famiglie romane. Tra queste famiglie vennero scelti 60 capifamiglia, i cosiddetti "LX Patrizi Coscritti", il cui insieme costituì il patriziato romano (che derivava in gran parte dalla nobiltà senatoria dell'[[Impero romano|Impero Romano]])<ref>{{Cita web|autore = Michele Franceschini, Vincenzo Frustaci ed Elisabetta Mori|titolo = Il libro d’oro della nobiltà romana|URL = http://www.archiviocapitolinorisorsedigitali.it/scheda_archivio_doc.php?IDA=70|accesso = 7 giugno 2015|editore =Comunee Comune di Roma - Archivio Storico Capitolino}}</ref><ref name=":2">{{Cita web|url = http://www.info.roma.it/personaggi_dettaglio.asp?ID_personaggi=443|titolo = Benedetto XIV e Roma|accesso = 7 giugno 2015|editore = Associazione culturale info.roma.it}}</ref>. [[File:Pierre-Paul Guérin Cardinal De Tencin (archevêque de Lyon).jpg|thumb|Des Neiges, ''Pierre-Paul Guérin Cardinale de Tencin'', dipinto ad olio, XVIII secolo, Trésor de la Primatiale de Lyon, Lione. Il Cardinale de Tencin fu il colto porporato francese col quale Benedetto XIV ebbe una proficua corrispondenza.]]
 
====== Liberalizzazione dei commerci ======
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==== Il Giubileo del 1750 e san Leonardo ====
[[File:Atelier de Nicolas de Largillière, portrait de Voltaire, détail (musée Carnavalet) -002.jpg|thumb|[[Nicolas de Largillierre]], ''Ritratto di Fançois Marie Arouet, detto Voltaire'', olio su tela, dopo il 1724-1725, [[Museo Carnavalet]]. Filosofo di spicco del movimento dei lumi, critico severissimo tutte le superstizioni (compresa la religione), ebbe un rapporto altalenantepiù che singolare con Benedettoquesto XIV.pontefice: Seapprezzato neidal primiLambertini anniper il Papadono sidel attirò''Maohmet'' lee simpatieper dellola scrittorevivacità per ildel suo climaingegno<ref>{{Cita dinews|autore tolleranza= culturaleCamillo Langone|titolo = Voltaire, successivamentevedi laalla Santavoce Sede«cattolico»|pubblicazione emise= unaIl severaGiornale.it|data condanna= nei23 confrontiluglio della2015|url produzione= filosoficahttp://www.ilgiornale.it/news/cultura/voltaire-vedi-voce-cattolico-937891.html|accesso = 12 agosto 2015|citazione = Il carteggio con Benedetto XIV è notevolissimo. Fra i due illuministacorre, a causadispetto delledi suetutto, deriveun'evidente materialistestima reciproca}}</ref>, le opere di Voltaire furono poste nell'Indice dei libri proibiti nel 1751<ref>{{Cita libro|autore = Luigi Mezzadri e anticristianePaola Vismara|titolo = La Chiesa tra Rinascimento e Illuminismo|pp = 315-316|url = https://books.google.it/books?id=bjqig1GNyggC&pg=PA315&lpg=PA315&dq=Voltaire+Papa+Lambertini+1751&source=bl&ots=J5NQeYV7nq&sig=yh26ootNDvmS8gfQ0CQtA8E0Vio&hl=it&sa=X&ved=0CE0Q6AEwCGoVChMIuOy73JCkxwIVyLgUCh1BpQyQ#v=onepage&q=Voltaire%20Papa%20Lambertini%201751&f=false|accesso = 12 agosto 2015}}</ref>.|left]]
 
{{citazione|Quale maggiore felicità può provare un Cristiano che vedere la Gloria della Croce di Cristo nel sommo grado di splendore, in cui riluce sopra la terra, ed osservare con i propri occhi i monumenti della trionfale vittoria con cui la nostra Fede ha superato il Mondo? Qui potrete vedere l’altezza del secolo umiliata ad ossequiare la Religione, e quella che fu la Babilonia terrena, mutata in foggia d’una nuova e celeste Città|Estratto dalla bolla ''Peregrinantes a Domino''<ref>[http://digilander.iol.it/magistero/b14pereg.htm&#124; LiberoEstratto dalla bolla ''Peregrinantes a Domino'']</ref>}}
 
Benedetto XIV, con la bolla ''Peregrinantes'', promulgò per il 1750 il [[Giubileo universale della Chiesa Cattolica|Giubileo]]<ref>{{Cita web|url = http://www.scalve.it/progettoconservativo/Crono/Vilm_out/Giubilei.html#1750|titolo = I Giubilei|accesso = 7 giugno 2015|sito = www.scalve.it|citazione = 1750: Benedetto XIV con la Bolla "Pellegrinantes" indice l'Anno Santo per il 1750}}</ref>. Quest'ultimo fu improntato ad un profondo clima spirituale (il papa chiamò [[San Leonardo da Porto Maurizio]] a predicare<ref name=":11">{{Cita web|autore = Serena Ravaglioli|url = http://www.30giorni.it/articoli_id_13746_l1.htm|titolo = La Via crucis di fra Leonardo|accesso = 7 giugno 2015|editore = 30Giorni|data = 1999}}</ref>), senza però quelle teatralità che davano alle funzioni religiose un'aura di bigotteria<ref name="rendina730">Benedetto XIV, come testimonia Rendina, «...combatte certe teatralità nelle funzioni religiose e le proibisce in una serie di notificazioni"...», citato in:{{Cita libro|autore = Claudio Rendina|titolo = ''I Papi - Storia e segreti'',|p = p.730}}</ref> in base allo spirito di riforma liturgica che stava promuovendo in quegli anni. Il Pontefice curò ogni singolo dettaglio dell'anno santo, stabilendo le principali iniziative spirituali (tra cui anche l'unità dei cristiani<ref name=rendina730/>), organizzando le strutture ricettive (l'ospitale della Trinità accolse, su disposizione del Papa, per tre giorni i pellegrini poveri<ref name=":1" />) e accogliendo lui stesso i pellegrini che giungevano nella città eterna<ref name=":1" />.
 
Strettissimo fu il rapporto che ebbe con il già citato San Leonardo: già presente a Roma nel luglio del 1749 per tenere dei sermoni sulla penitenza e sulla conversione del cuore, il predicatore francescano si recava ogni domenica dal Papa<ref name=":11" />. Benedetto, secondo il suo stile consueto, era solito sbalordire partecipando lui stesso agli incontri che teneva il frate. Sempre sulla spinta di San Leonardo, Benedetto fu il primo pontefice a istituire la ''[[Via Crucis]]'' (pratica quotidiana per la vita spirituale del frate<ref name=":11" />) al [[Colosseo]], monumento che Benedetto volle preservare dallo smantellamento progressivo (veniva utilizzato come cava di marmo) consacrandolo in quanto luogo di martirio dei primi cristiani<ref>{{Cita web|autore = Eugenio Russomanno|url = http://tracce.it/?id=413&id_n=29075|titolo = BENEDETTO XIV Alle prese con l'Illuminismo|accesso = 7 giugno 2015|editore = Tracce.it|data = 14 giugno 2012}}</ref>. A segno di questa consacrazione (la ''Via Crucis'' si tenne il 27 novembre dell'Anno Santo<ref name=":11" />), il Papa pose nell'arena una croce con 14 edicole della ''Via Crucis'', che verranno tolte nel 1874. La sola croce verrà ripristinata nel 1925<ref name=":11" />.
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== Il patronato di Benedetto XIV ==
=== I contatti epistolari con credenti e non credenti ===
Lambertini, da uomo di grande cultura (amava dissertare di arte e poesia), mantenne difatti contatti epistolari non soltanto con i cattolici più "illuminati" del suo tempo, da sovrani come [[Francesco I di Lorena|Francesco I]], [[Maria Teresa d'Austria]], [[Luigi XV di Francia]], [[Giovanni V di Portogallo]]<ref name=":0" /> a intellettuali del calibro di [[Scipione Maffei]], [[Antonio Genovesi]], [[Girolamo Baruffaldi]], [[Ludovico Antonio Muratori]], [[Pierre Louis Moreau de Maupertuis|Pierluigi Moreau de Maupertuis]]<ref name=":0" /><ref>{{Cita web|autore = Tarcisio Bertone|url = http://www.30giorni.it/articoli_id_8822_l1.htm|titolo = Un predecessore illuminato|accesso = 10 agosto 2015|editore = 30GIORNI|data = 2005|volume = 5}}</ref>, ma anche con sovrani protestanti ([[Federico II di Prussia|Federico II]]) e con uomini dichiaratamente anticlericali, quali [[Voltaire]]<ref>Grande rilievo rivestono le numerose lettere al [[Pierre Guérin de Tencin|cardinale de Tencin]], raccolte in tre volumi da Emilia Morelli, in ''Le lettere di Benedetto XIV al card. de Tencin. Dai testi originali''</ref>, col quale ebbe un rapporto singolare. Il filosofo francese giunse, infatti, a dedicare il suo ''Mahomet'' al papa, esaltandolo con il seguente distico:«''Lambertinus hic est Romae decus et pater orbis, / qui mundum scriptis docuit, virtutibus ornat''»<ref name=":1" />, suscitando non poco imbarazzo tra gli ambienti più conservatori del cattolicesimo<ref>{{Cita news|autore = Antonio Gurrado|titolo = Voltaire cattolico|pubblicazione = Il Foglio|data = 14 Luglio 2013|citazione = Ciò rende piuttosto significative le lettere che scrisse ai due Papi.
Le prime tre furono indirizzate a Benedetto XIV; causarono grande scandalo, in particolare la risposta del Papa, e costituiscono un piccolo giallo. Nel 1742 Voltaire aveva infatti composto una tragedia, ''Le fanatisme ou Mahomet le prophète'', in cui criticava severamente la politica religiosa di Maometto; ciò nondimeno i lettori capirono piuttosto presto che un obiettivo parallelo di Voltaire era Gesù Cristo o meglio il cristianesimo. Temendosi scoperto, Voltaire decise di dedicare la tragedia al Papa: Benedetto XIV, uomo colto e cattolico illuminato molto stimato da Voltaire. Per andare sul sicuro spedì tuttavia al Papa non ''Mahomet'' ma il ''Poème de Fontenoy'', un testo più innocente in cui celebrava la vittoria della Francia cattolica sulle potenze protestanti dell’epoca. Il Papa rispose congratulandosi e Voltaire rese pubblica la lettera, o piuttosto una sua versione emendata, in cui le parole "il suo bellissimo ultimo poema" erano state cancellate e sostituite con "la sua bellissima tragedia di Mahomet". Ciò che importa è che Voltaire avesse cercato protezione presso il Papa, che Benedetto gli avesse risposto favorevolmente, che il Papa avesse spedito "la benedizione apostolica al diletto figlio Voltaire" e che Voltaire avesse con trasporto "baciato umilissimamente i sacri piedi" del Papa. Fino al 1758, anno della morte di Benedetto XIV, Voltaire si sentì rassicurato dalla presenza del Papa come garante dell'equilibrio in Europa, e come persona colta che non avrebbe mostrato eccessiva ostilità verso una classe di intellettuali, i ''philosophes'', dei quali Voltaire si sentiva il leader naturale – o, come amava definirsi, "il patriarca".|url = http://www.ilfoglio.it/articoli/2013/07/14/voltaire-cattolico___1-v-95723-rubriche_c964.htm|accesso = 10 agosto 2015}}</ref>.