Adriano: differenze tra le versioni

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Nel [[132]] divampò la [[terza guerra giudaica]], con i ribelli comandati da [[Simon Bar Kochba]] (Simone figlio della stella). Le perdite dei romani furono tanto pesanti che nel rapporto di Adriano al senato fu omessa l'abituale formula "Io e il mio esercito stiamo bene".
Nel [[135]] dopo aver soffocato la ribellione e devastato la Giudea (580.000 [[Ebreo|Ebrei]] rimasero uccisi e 50 città fortificate e 985 villaggi furono distrutti), Adriano tentò di sradicare l'[[Ebraismo]] considerandolo la causa delle continue ribellioni. Proibì di seguire la [[legge ebraica]], di attenersi al [[calendario ebraico]] e mise a morte gli studiosi della ''[[Torah]]'' (il [[martirio (ebraismo)]]). I "Rotoli sacri" delle scritture furono formalmente e solennemente bruciati sul [[Monte del Tempio]].
 
Adriano tentò di sradicare l'[[Ebraismo]] considerandolo la causa delle continue ribellioni. Proibì di seguire la [[legge ebraica]], di attenersi al [[calendario ebraico]] e mise a morte gli studiosi della ''[[Torah]]'' (il [[martirio (ebraismo)]]). I "Rotoli sacri" delle scritture furono formalmente e solennemente bruciati sul [[Monte del Tempio]].
Nel tentativo di cancellare la memoria stessa della Giudea, rinominò la provincia ''[[Syria Palaestina]]'' (dal nome degli antichi abitatori di quella terra, i [[Filistei]]), e agli [[ebrei]] da quel momento in poi fu fatto divieto di entrare nella capitale riconsacrata al [[paganesimo]].