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Il 16 febbraio 1919 nell'Austria tedesca si tennero le elezioni per l'assemblea costituente nazionale. Ai tedeschi della Boemia, della Moravia e della Slesia austriaca fu impedito dalle autorità cecoslovacche di partecipare a tale elezione. Il 4 marzo 1919 la neo-eletta assemblea costituente si riunì per la prima seduta a Vienna. In tale occasione i tedeschi della Cecoslovacchia scesero in piazza per manifestare per il diritto di autodeterminazione e l'annessione all'Austia tedesca. Durante la repressione delle forze dell'ordine cecoslovacche persero la vita 54 tedeschi<ref>Jörg K. Hoensch: ''Geschichte der Tschechoslowakischen Republik 1918–1978.'' W. Kohlhammer, Stuttgart 1978, ISBN 3-17-004884-8, S. 30.</ref> e due cechi. Il 5 marzo 1919 [[Karl Renner]] argomentò davanti all'assemblea nazionale che 3,5 milioni di tedeschi sarebbero stati privati del diritto di autodeterminazione.<ref>Protocolli stenografici dell'assemblea nazionale costituente dell'Austria tedesca, seconda seduta, 5 marzo 1919, pag. 26 (alex.onb.ac.at).</ref>
Il [[Trattato di Saint-Germain-en-Laye (1919)|trattato di Saint-Germain]] del settembre 1919 confermo infine la sovranità cecoslovacca sui territori contesi. Le potenze vincitrici avevano deciso di non frammentare i territori storici della corona boema. Le catene montuose che delimitavano il quadrilatero boemo costituirono così una difesa naturale contro possibili attacchi militari da parte della Germania o dell'Austria, considerate responsabili dello scoppio della [[Prima Guerra Mondiale]]. In constrasto con i [[Quattordici punti]] del presidente americano Wilson non fu previsto alcun referendum, come invece si era tenuto nell'[[Alta Slesia]].
All'epoca nel Sudetenland abitarono soltanto circa 82.000 cechi. (Tra il 1920 ed il 1935 si insediarono ulteriori 237.000 cechi, provenienti dalle zone di confine con la Slovacchia, dalla Polonia e dall'Ungheria<ref>T. G. Masaryk, ''La nuova Europa. Il punto di vista slavo''.</ref>
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