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I successi elettorali del partito di Henlein negli anni 1935 e 1936 sono segno di un diffuso malcontento tra la popolazione delle regioni di confine della Cecoslovacchia, dovuto principalmente alla scarsità di investimenti pubblici in tali aree ed alla difficoltà della popolazione di lingua tedesca di ottenere impieghi pubblici, ad esempio nelle ferrovie o nelle poste. <ref>Leopold Grünwald: ''Der Sudetendeutsche Widerstand gegen Hitler (1938–1945).'' In: ders. (Hrsg.): ''Sudetendeutsche – Opfer und Täter. Verletzungen des Selbstbestimmungsrechtes und ihre Folgen 1918–1982''. Junius, Wien 1983, pag. 41.</ref>
 
Nel novembre del 1937 Hitler rese participipartecipi i comandanti della [[Wehrmacht]] dei suoi piani di annessione dell'Austria e sottomissione della Cecoslovacchia, come primo passo della creazione di un [[Lebensraum]] a est. Nel aprile 1938 egli confermò i suoi piani in un discorso all'esercito. La Sudentendeutsche Partei di Henlein appoggiò apertamente la linea di Hitler e preparò il terreno per l'invasione sottoponendo al governo di Praga una lunga lista di richieste tedesche, con l'effetto di accentuare le tensioni politiche.
 
Sempre più sotto pressione, nel maggio 1938 la Cecoslovacchia annunciò la mobilitazione dell'esercito, facendo riferimento a informazioni su un imminente attacco tedesco. Gli alleati francesi e inglesi non poterono fare altro che annunciare il proprio appoggio. La Germania da parte sua puntava ad un 'escalazione della crisi eed a sua volta mise l'esercito in stato di allerta.
 
Due settimane prima che Hitler, Mussolini, Chamberlain e Daladier si incontrassero a Monaco, Henlein voltò definitivamente le spalle all'ordinamento democratico del suo Stato. Il 14 settembre 1938 sospese le trattative col governo di Praga e trasferì la dirigenza del suo partito oltre confine, in Baviera. A nome della popolazione tedesca dei Sudeti dichiarò: "Vogliamo tornare a casa nel Reich!" e formò un'unità paramilitare chiamata [[Sudetendeutsches Freikorps]]. Nelle due settimane che precedetterò l'accordo di Monaco tali gruppi paramilitari effettuarono oltre 300 "azioni" in territorio cecoslovacco che costarono la vita a 110 persone. <ref>Eva Hahn, Hans Henning Hahn: ''„Wir wollen heim ins Reich“ – Die Sudetendeutsche Landsmannschaft und ihre ungeklärte Tradition.'' In: [[Die Zeit]], Nr. 8 vom 14. Februar 2002, S. 90.</ref>
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Nel settembre 1938 il tentativo di colpo di Stato organizzato da Hitler nel Sudetenland fallì, grazie alla resistenza della popolazione e dell'esercito ceco, ma anche di una parte della popolazione tedesca che si opponeva al regime nazista. Il fatto che il tentato colpo di Stato non fosse stato appoggiato massicciamente dalla popolazione tedesca fu decisivo. <ref>Leopold Grünwald: ''Der Sudetendeutsche Widerstand gegen Hitler (1938–1945).'' In: ders. (Hrsg.): ''Sudetendeutsche – Opfer und Täter. Verletzungen des Selbstbestimmungsrechtes und ihre Folgen 1918–1982''. Junius, Wien 1983, pag. 42.</ref>
 
[[Wenzel Jaksch]], presidente del [[Deutsche sozialdemokratische Arbeiterpartei in der Tschechoslowakischen Republik|partito socialdemocratico dei lavoratori tedeschi nella Repubblica Cecoslovacca]] nel settembre 1938 formuloformulò il seguente appello ai suoi concittadini:
{{Citazione|Concittadini! Siamo in un momento decisivo! […] Il resto del mondo si entrerà nuovamente in guerra contro il popolo tedesco. I tedeschi del Sudetenland saranno la prima vittima sacrificale. In uno scontrò tra potenze militari la loro patria sarebbe distrutta, il loro futuro cancellato. […] Pensateci bene in questo momento così delicato. […]|Wenzel Jaksch<ref>Riproduzione in Leopold Grünwald: ''Der Sudetendeutsche Widerstand gegen Hitler (1938–1945).'' In: ders. (Hrsg.): ''Sudetendeutsche – Opfer und Täter. Verletzungen des Selbstbestimmungsrechtes und ihre Folgen 1918–1982''. Junius, Wien 1983, pag. 43.</ref>}}
 
Il 21 settembre 1938 la Cecoslovacchia acconsentì alla cessione dei territori sudeti alla Germania.<ref>[[Gregor Schöllgen]], ''Die Außenpolitik der Bundesrepublik Deutschland'', 3. Auflage 2004, [http://books.google.de/books?id=IXbj7Vlj48cC&pg=PA125&dq=Tschechoslowakei+ihrerseits+am+21.+September+1938&hl=de&ei=muK5TL7rIsPLswa9o4mvDQ&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=6&ved=0CEwQ6AEwBQ#v=onepage S. 125 f.]; vgl. dazu [[Daniel-Erasmus Khan]], ''Die deutschen Staatsgrenzen'', Mohr Siebeck, Tübingen 2004 ([http://books.google.de/books?id=V01T5VI4nZ4C&lpg=PA97&dq=%22im%20September%201938%20nicht%20Annexion%22&pg=PA97#v=onepage&q=%22im%20September%201938%20nicht%20Annexion%22&f=false Fn 19]), S. 97.</ref>
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Tramite l'[[Conferenza e accordo di Monaco|accordo di Monaco]], siglato grazie alla mediazione di [[Benito Mussolini]], il governo britannico di [[Neville Chamberlain]] e quello francese di [[Édouard Daladier]] riuscirono a scongiurare un intervento militare da parte di Hitler, senza però impedire a quest'ultimo il raggiungimento dei propri obiettivi. Il governo cecoslovacco guidato dal presidente [[Edvard Beneš|Beneš]] fu escluso dalle trattative. Dopo che l'accordo fu siglato il 30 settembre 1938, tra l'1 ed il 2 ottobre fu completata l'annessione del Sudetenland da parte della Germania.<ref>Khan, ''Die deutschen Staatsgrenzen'', [http://books.google.de/books?id=V01T5VI4nZ4C&lpg=PA90&dq=Eingliederung%20des%20Sudetenlandes&pg=PA90#v=onepage&q=Eingliederung%20des%20Sudetenlandes&f=false S. 90].</ref> I territori annessi erano abitati da 3,63 milioni di persone, di cui 2,9 milioni di tedeschi e 700.000 cechi. <ref>Jörg Osterloh: ''Nationalsozialistische Judenverfolgung im Reichsgau Sudetenland 1938–1945.'' Oldenbourg, München 2006, ISBN 3-486-57980-0, passim.</ref> Questi ultimi dovettero trasferirsi nei territori rimasti cecoslovacchi. Anche molti tedeschi oppositori politici del regime nazista fuggirono verso le regioni più interne della Boemia e della Moravia, per continuare da lì la loro lotta. La maggior parte di essi però fu rimpatriata dalle autorità, lasciandoli alla mercè del regime nazista. <ref>Leopold Grünwald: ''Der Sudetendeutsche Widerstand gegen Hitler (1938–1945).'' In: ders. (Hrsg.): ''Sudetendeutsche – Opfer und Täter. Verletzungen des Selbstbestimmungsrechtes und ihre Folgen 1918–1982''. Junius, Wien 1983.</ref>
 
Il 14 aprile 1939 la maggior parte del Sudetenland entrò a far parte della regione amministrativa del [[Reichsgau Sudetenland]], composta da 3167 Comuni, abitati da un totale di 2,94 milioni di persone. Altri 543 Comuni nella zona meridionale del Sudentenald entrarono a far parte del Gau [[Bayerische Ostmark]] in Baviera e dei Reichsgau [[Oberdonau]] (Alta Austria) e [[Niederdonau]] (Bassa Austria); entrarono a far parte del Reichsgau Niederdonau anche i Comuni di [[Devín|Engerau]] e [[Petržalka|Theben]] vicino a Preßburg/Slovacchia[[Bratislava]]. I 38 Comuni della regione di [[Hlučín]] a est, con i loro 52967 abitanti, entrarono invece a far parte del Landkreis Ratibor nella provincia [[Prussia|prussiana]] [[Oberschlesien]].
 
Già un mese prima della costituzione del Reichsgau Sudetenland, il 15 marzo 1939, fu occupata anche la restante Cecoslovacchia, e fu creato il [[Protettorato di Boemia e Moravia]]. Il confine tra il protettorato ed il Sudetenland poteva essere attraversato solo con dei permessi speciali; le barriere doganali furono tuttavia soppresse il 18 settembre 1940.