Standard Ethics: differenze tra le versioni
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L’Aei Spa fu una esperienza innovativa nel panorama finanziario tra le strutture che si occupavano di [[Responsabilità sociale d'impresa|CSR]].<ref> “E le società quotate faranno i conti con il rating Etico”, Corriere della Sera del 18-05-2002, Articolo di Massimo Sideri. </ref><ref>{{cita web|url=http://www.csreurope.org/data/files/csr_magazine_october_2002.pdf|opera= CSR Magazines|accesso=4 luglio 2011}}</ref>
Le principali novità erano sia di governance che di gestione: per statuto aveva solo amministratori indipendenti dalla proprietà con il divieto di cumulare incarichi e compensi nei consigli di amministrazione delle controllate e sottoposti ad un ufficio di compliance che presenziava ai C.d.A. L’Aei Spa controllava la Aei Sgr ([[società di gestione del risparmio]]), con sede a Milano. Aei Sgr fu la prima Sgr italiana ad amministrare esclusivamente fondi comuni d’investimento etici.<ref> “Un fondo bilanciato per l’Agenzia Europea degli Investimenti”. Il Mondo del 2 agosto 2002, Articolo di Daniela Stigliano. </ref><ref> “È arrivato ETIF, il fondo fatto ad ONU. L’Agenzia Europea degli Investimenti scende in campo con un bilanciato internazionale. E con emissione di rating per i paesi OCSE.” Vita del 15 novembre 2002, Articolo di Francesco Maggio. </ref><ref> “Fondi etici, perché non sono tutti uguali”. Repubblica, Affari e Finanza del 25 novembre 2002. Articolo di Mariano Mangia. </ref> Gestiva i propri fondi secondo rating emessi annualmente dalla casa madre.<ref> “Finanza Etica, Aei assegna i rating-Paese”. Il Sole 24 Ore del 6 giugno 2002, Articolo di Federica Pezzatti. </ref><ref> “Aei Holding, rating etico alle blue chip italiane. Eni la migliore del Mib 30. Milano Finanza del 4 luglio 2002, Articolo di Vitaliano D’Angerio. </ref>
L'Aei - differentemente dagli altri attori della [[responsabilità sociale d'impresa|CSR]] - emetteva rating applicando esclusivamente la definizione, gli obbiettivi ed i temi di
L'Aei Spa, e la Aei Sgr, furono anche le prime società europee attive nella finanza ad avere nel proprio statuto un richiamo formale alla [[Dichiarazione universale dei diritti umani]] delle Nazioni Unite.
== Standard Ethics Rating e gli Indici ==
Dopo oltre dieci anni di attività scientifica e consulenza istituzionale, nel marzo del 2013, trasferisce la sede legale a [[Londra]] e diviene la prima agenzia di rating europea indipendente sulla sostenibilità (
Dal 2012, Standard Ethics utilizza una struttura virtuale quasi interamente organizzata intorno al telelavoro ed a processi telematici (Standard Ethics Virtual Building) presso un server ad Hanover Street, Londra.
La metodologia ed il sistema di valutazione di Standard Ethics, sotto forma di un Rating ad 8 livelli, fu introdotto anch’esso per la prima volta nel 2002<ref> Spiegato in una pubblicazione economica di quello stesso anno: Jacopo Schettini Gherardini, "Introduzione" in "Etica, futuro e finanza", Schettini G. J. e Schettini G. L. (a cura di), Il Sole 24Ore, marzo 2002, Milano, Pag.9</ref>: EEE; EEE-; EE+ ; EE; EE-; E+; E; E- ; dove “EEE” rappresenta il modello, “EE” la media, la singola “E” sotto la media. Le nazioni o società quotate che si discostano in modo eccessivo dai valori delle Nazioni Unite non ricevono il Rating e vengono incluse tra gli emittenti “sospesi”. La misurazione è ora adottata anche da altre case e rimane il più lungo studio statistico sulla [[responsabilità sociale d'impresa|CSR]] delle grandi aziende quotate italiane.<ref>{{cita web|url= http://www.iseing.org/egov/eGOV05/Source%20Files/Papers/CameraReady-14-P.pdf
| opera= Massimo Pollifroni, "The “S-EPI MODEL”: A Theoretical Model that Links the E-Government Processes to the Instruments of the PSSR", eGovernment Workshop ’05 (eGOV05), September 13, 2005|accesso=4 luglio 2011}}</ref><ref> Da notarsi anche in taluni casi, i giudizi furono anticipatori di eventi successivi. Infatti fu l’unica Agenzia di Rating che nel 2002 sospese [[Parmalat]] prima del crac (per poi lentamente portarla ai vertici con la gestione Bondi, almeno fino all’OPA Lactalis).
Intravide problemi di governo d’impresa della gestione Juventus sin dal 2004, portando poi il Rating della società calcistica ai minimi in prossimità del noto scandalo. Oppure, tra il 2004 ed il 2005 uscì con delle ricerche sul sistema bancario denunciando proprio quei rischi di governo d’impresa e conflitti di interessi che portarono successivamente alla crisi bancaria del 2008.</ref>
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