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==Il dirottamento dell'Achille Lauro==
{{vedi anche|Crisi di Sigonella|Dirottamento dell'Achille Lauro}}
Abū ʿAbbās divenne noto al pubblico internazionale nell'ottobre del [[1985]], quando fu accusato di aver organizzato il [[dirottamento]] della [[nave da crociera]] italiana [[Achille Lauro (nave)|Achille Lauro]] e del [[sequestro di persona|sequestro]] del suo equipaggio e dei suoi passeggeri, condotto da un commando di aderenti al FLP. Nel corso dell'azione terroristica fu assassinato il cittadino statunitense disabile [[Leon Klinghoffer]], che era a bordo della nave e il cui corpo venne gettato in mare: i quattro esecutori materiali del dirottamento furono indotti a cessare l'operazione a [[Porto Said]] dall'intervento diretto di Abū ʿAbbās (sul quale sarebbe personalmente intervenuto [[Yasser Arafat]] che, su richiesta del [[Governo della Repubblica Italiana|Governo italiano]], lo avrebbe convinto a recarsi sul posto a convincere via radio i dirottatori, dietro promessa di [[salvacondotto]] da concedere agli assalitori della nave). Sulla base di documentazione statunitense e israeliana, la magistratura italiana in seguito ritenne provata la responsabilità di Abū ʿAbbās nell'organizzazione del dirottamento, condannandolo all'ergastolo in contumacia <ref>{{cita web|url=http://www.repubblica.it/online/esteri/abbas/intervista/intervista.html|titolo=Abu Abbas: "Io, ricercato dai giudici italiani"|editore=repubblica.it|data=13 maggio 1998|accesso=15 novembre 2014}}</ref>.
==La crisi USA-Italia==
Subito dopo la liberazione dell'Achille Lauro, i quattro dirottatori, accompagnati da Abū ʿAbbās, presero posto a bordo di un aereo civile egiziano dell'[[Egypt Air]] che avrebbe dovuto condurli al sicuro in Tunisia. Il 10 ottobre [[1985]], tuttavia, l'aereo fu intercettato da velivoli militari statunitensi e costretto ad atterrare nella [[base NATO di Sigonella]] ([[Catania|CT]]). Una volta a terra, l'aereo fu circondato dai militari dell'Aeronautica Militare italiana. Poco dopo, non annunciato, atterrò un velivolo statunitense dal quale sbarcò un folto gruppo di militari della [[Delta Force]], che circondarono i militari italiani che erano a guardia dell'aereo egiziano, pretendendo la consegna immediata dei quattro dirottatori e di Abū ʿAbbās. Gli uomini della Delta Force furono quindi a loro volta circondati dai [[Carabinieri]], che minacciarono di far intervenire ulteriori rinforzi italiani.
Mentre gli schieramenti concentrici di militari restavano reciprocamente sotto la minaccia delle altrui armi, nel cuore della notte si susseguirono messaggi frenetici tra le cancellerie di [[Roma]] e [[
Se gli Stati Uniti ritenevano Abū ʿAbbās capo ed organizzatore degli esecutori materiali del sequestro dell'Achille Lauro e dell'omicidio del loro cittadino, il governo italiano lo riteneva invece un mediatore efficace (ruolo svolto dalla torre di controllo di Porto Said), tanto più che egli deteneva un passaporto diplomatico [[Tunisia|tunisino]]. Tale differenza di posizioni venne alla luce quando, fatto decollare nuovamente l'aereo egiziano per Roma, i quattro dirottatori furono presi in custodia all'arrivo dalla [[polizia italiana]], mentre Abū ʿAbbās - dopo ore concitate in cui la sua locazione fisica fu occultata tanto a possibili colpi di mano da parte di agenti segreti stranieri, quanto alla [[magistratura italiana]] inquirente - il 12 ottobre 1985 il leader del FLP fu imbarcato su un volo di linea [[Jugoslavia|jugoslavo]] che lo portò libero fuori dal territorio italiano.
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