Fiorano Modenese: differenze tra le versioni
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=== Preistoria ===
Negli [[anni 1940|anni quaranta]] [[Fernando Malavolti]] condusse gli scavi in località Fornaci Carani che permisero la scoperta di un importante insediamento neolitico che ha dato il nome alla fase più antica del [[neolitico in Italia]] per quanto riguarda l'Emilia centrale: la ''Cultura di Fiorano''<ref name=messoriventuriarcheo>{{Cita libro|titolo= Fiorano Modenese oggi, da settemila anni|autore = Gianna Dotti Messori|autore2 = Alberto Venturi|altri = con le fotografie di Beppe Zagaglia|città = Fiorano Modenese|anno = 2001|capitolo=Archeologia|pp=43-48}}</ref>. I resti dell'insediamento neolitico si trovarono ad oltre 4 metri di profondità ed erano composti da fondi di [[Capanna|capanne]], [[pozzetti]], [[Focolare|focolari]], strumenti in [[selce]], manufatti in pietra verde levigata oltre a reperti ceramici<ref name=messoriventuriarcheo/> che vennero esposti presso il [[Museo Civico Archeologico Etnologico di Modena]]. Gli scavi [[Stratigrafia (archeologia)|stratigrafici]] portarono alla luce vari strati sovrapposti, in parte depositi [[Alluvione|alluvionali]] ed in parte di attività umane dell'[[età del bronzo]], [[Età del ferro|del ferro]] e di [[Italia (epoca romana)|età romana]]<ref name=messoriventuriarcheo/>.
Presso Cave Cuoghi tra il 1967 ed il 1970 furono rinvenuti resti di una [[ceramica]] risalente al [[IV millennio a.C.]] riferibile alla "cultura dei vasi a bocca quadra"<ref name=messoriventuriarcheo/>.
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Dopo la morte della contessa Matilde, la compagine dei suoi stai si sfasciò; sia perché [[Enrico V di Franconia]] ne occupò la maggior parte in sfregio alla Santa Sede che reclamava l'eredità della Gran Contessa, sia perché i popoli non volevano saperne di feudalesimo ed aspiravano a raggrupparsi in liberi comuni il più delle volte identificandosi con i confini della diocesi<ref name=guidobucciardi2 />. Dopo la morte di Matilde, i nobili Della Rosa ottennero l'investitura imperiale del fortilizio di [[Sassuolo]], edificato dalla stessa contessa e poi da loro ampliato. Nel [[1178]] e nel [[1187]], sull'esempio di tanti altri comuni rurali del modenese, anche i consoli del comune di Sassuolo giurarono fedeltà al comune di [[Modena]] nonostante Sassuolo fosse di diocesi reggiana<ref name=guidobucciardi2 />.
Nel 1264 fu eletto vescovo di Modena Matteo Pio appartenente alla famiglia dei [[Pio di Savoia]]. Nello stesso anno Manfredo Pio ottenne dal vescovo Matteo (suo cugino) l'investitura a titolo di custodia (che presto si convertì in signoria feudale) del castello di Fiorano<ref name=guidobucciardi3>{{Cita libro |titolo = Fiorano nelle vicende storiche del castello e del santuario dalle origini al 1859 |autore = Guido Bucciardi |editore = Tipografia Pontificia ed Arcivescovale dell'"Immacolata Concezione" |anno = 1934 |capitolo = Prima signoria dei Pio |pp = 36-50 }}</ref>. Manfredo Pio morì presto trasmettendo al figlio Egidio tutti i suoi diritti di signoria. Il
Nella notte del 16 giugno 1325 [[Francesco dei Bonacolsi]], figlio di [[Rinaldo dei Bonacolsi]] detto "Passerino" e capitano di Modena, mosse il suo esercito verso Fiorano. All'alba del
Fu poi dei [[Visconti]], degli [[Este]], per tornare ai [[Pio]], quando a causa della guerra contro il Papa, viene decisa l'autodistruzione (1510).
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