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Fu pittore paesista[[paesaggista]] (principalmente di montagne), di nature morte e di soggetti sacri, fu anche pittore incisore, litografo, illustratore, scenografo, scultore e smaltatore inventivo.
 
==Biografia==
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Negli [[anni 1920|anni venti]], Gimel prese parte attivamente alla vita artistica parigina. Frequentò scrittori, pittori, attori del teatro Le Vieux Colombier, musicisti e creatori di moda. Fece numerosi ritratti come quelli di [[Colette]], [[Ève Curie]], Louis Jouvet e del pianista [[Alfred Cortot]]
 
Realizzò incisioni su legno fra le quali il ritratto del compositore [[Déodat de Séverac]] ospitato alla [[Biblioteca Nazionale di Parigi]]. Il suo talento poliedrico lo portò ada illustrare molte opere d’arte e a lavorare anche presso Jean de Brunhoff, il padre di Babar, nello stesso tempo fu il direttore artistico del giornale ''Tentatives'', la rivista letteraria diretta da Henri Petiot (detto [[Daniel-Rops]]). Oppure gli piaceva lavorare colle arti vetrarie Lalique o creare tessuti modelli di tessuti molto stimati dai celebri sarti [[Paul Poiret]] e [[Jean Patou]].
 
In quest'epoca Gimel viaggiò molto: Mediterraneo, Bretagna, Alpi e Alvernia traendo ispirazione dai paesaggi visti: bagnanti, paesaggi in riva al mare, pescatori, laghi e fiori di montagna, villaggibambini e bambinivillaggi sotto la neve.
 
Al principio degli anni trenta, all’epoca di una mostra d’[[arte sacra]] alla galleria Charpentier a Parigi, espose gli affreschi di una ''Via Crucis'' (''Chemin de Croix'') della quale fu contestato il modernismo; Il [[Vaticano]] e la [[Biblioteca Nazionale di Parigi]] comprarono le litografie tratte da questa Via Crucis, riunite in una raccolta della quale [[Léon Daudet]] aveva scritto la prefazione.
 
Nell'anno 1935 Gimel s’installò a Megève, essendo l’aria della montagna stando migliore per la sua salute. Fece costruire la villetta «Il Fresco» dall'architetto Henri-Jacques Le Même.
Decorò la facciata con affreschi avanguardisti dove "il re e la regina delle nevi" poco vestiti, fecero parlare di essi i giornali daper molto tempo.
Nell’anno 1937, partecipò all’[[Esposizione Universale]] di Parigi. Realizzò la decorazione interna del padiglione del Delfinato sul tema degli sport invernali per assicurarne la promozione.
 
Mobilitato nell’ annonell’anno 1939 al Fayet (Alta Savoia), Gimel fu di stanza a [[Divonne]] poi a [[Annecy]]. Durante la [[Seconda guerra mondiale]], disse «sono di nuovo soldato, non è possibile per me dipingere fiori». Ed espose alla Galleria Katia Granoff a Parigi, i suoi inchiostri di china ''Visioni delle due guerre'' (''Visions des deux guerres'').
Nell'anno 1944 pubblicò da Didier e Richard a Grenoble, un libro illustrato da litografie: Il ''Calvario della Resistenza'' (''Le Calvaire de la Résistance''), tenuto come l’unauna delle opere maggiori su quest’epoca dolorosa.
 
DopoguerraNel dopoguerra, Gimel si consacrò quasi esclusivamente alla fabbricazione deglidei suoi smalti. Costruì una fornace accanto alla sua villetta dove continuò la sua ricerca sui colori ede i modellati del loro supporto. Secondo la massima di [[Guillaume Le Taciturne]] che aveva fatta sua («Non è necessario sperare per incominciare a fare qualcosa, ne riuscire per perseverare»), Gimel operò appassionatamente per perfezionare la smaltatura durante più di quindici anni. Un centinaio di opere smaltate furono esposte alla Galleria Bernheim Jeune a Parigi nell’ annonell’anno 1949.
 
Negli anni cinquanta , mostre furono organizzate a [[Roma]] e a [[Saarbrücken]] (Germania). Per il tramite del Ministero degli Affari Esteri e della Direzione Generale delle Relazioni Culturali, parecchie sue opere furono spedite in USA [[Yale University]] [[Art Gallery]] per una mostra itinerante.
 
Nell’ anno 1956, Gimel, finì sua Via Crucis (Chemin de Croix) con quattordici stazioni smaltitesmaltate su oro per la chiesa Saint-Jean Baptiste di Megève.
 
Il 21 gennaio 1962, una domenica inondata di sole, Georges Gimel scomparimorì improvvisamente mentre ballava ilun valzer con una donna giovane donna sulla pista per pattinaggio di Megève.
 
==Illustrazioni==