Attribuzione delle opere di Shakespeare: differenze tra le versioni

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{{citazione|I collegamenti tra le opere e la biografia di John Florio e di Shakespeare sono così numerosi e seri che la maggior parte dei critici contemporanei non ha altra scelta che concludere che i due fossero amici. Ma in realtà non c’è evidenza di alcun contatto personale tra i due. Shakespeare segue John Florio come un’ombra, o come uno pseudonimo segue il cognome dell’autore. [...] Semplicemente fanno finta di non vedere che John Florio è l’autore delle opere di Shakespeare! Questi critici capiscono perfettamente che Shakespeare ha preso a prestito troppo da Florio. E tutti sanno che quando si prende troppo a prestito si finisce con l’appartenere al proprio creditore! Florio ha dato a Shakespeare così numerose parole, idee e conoscenze che debitore e creditore sono diventati uno.|Lamberto Tassinari in un'intervista<ref>[http://www.bibliosofia.net/Michael_Mirolla__Interview_with-Intervista_a_Lamberto_Tassinari.pdf Intervista a Lamberto Tassinari]</ref>}}
 
Più recentemente, altri autori, quali Saul Gerevini o Massimo Oro Nobili<ref>[http://www.shakespeareandflorio.net/ www.shakespeareandflorio.net]</ref>, sono più propensi a credere - coerentemente con quanto già ipotizzato da Santi Paladino - che le opere di Shakespeare siano il frutto del lavoro a sei mani fra i due Florio e l'attore William Shakespeare (dove comunque l'apporto dei primi due è nettamente preponderante). Nel 2013 Vito Costantini ha pubblicato un romanzo storico sulla vita dei Florio dal titolo "Shakespeare è italiano" e nel 2015 il saggio "Shakespeare, messaggi in codice": decifrando otto messaggi in codice presenti nelle opere di Shakespeare e di John Florio conferma l'ipotesi floriana.
 
 
 
 
=== L'ipotesi Crollalanza ===