Cane a sei zampe: differenze tra le versioni
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Il marchio con il cane a sei zampe venne presentato per la prima volta nel [[1954]] e subito divenne il marchio dell'[[Eni]], nata l'anno precedente. Come autore del bozzetto figurò il designer Giuseppe Guzzi. Broggini non ammise mai la paternità dell'opera, che gli fu attribuita dopo la sua morte (avvenuta nel 1983) in base alle testimonianze del figlio.
Sia il cane che il gatto appaiono come esseri [[mostro|mostruosi]], tipici di divinità o figure mitologiche [[divinità ctonie|ctonie]] (come [[Cerbero]] o la [[Chimera (mitologia)|Chimera]]), come del resto è nella natura di una compagnia legata allo sfruttamento del sottosuolo. Si confronti a questo proposito anche il serpente-drago dalla lingua di fuoco disegnato nello stesso periodo da [[Federico Seneca]] per il [[Olio (lubrificante)|lubrificante]] Energol della [[BP (azienda)|BP]] e commercializzato in Italia dall'Agip. Un'altra teoria vede il cane a sei zampe ispirato al fantastico drago [[Tarantasio]], personaggio d'una leggenda [[lodi]]giana: quando fu scoperto il metano in quelle zone, infatti, si immaginò che l'animale, un tempo guardiano delle paludi e poi scomparso sotto terra dopo la loro bonifica, fosse riapparso in forma di gas<ref>{{cita news|autore=|titolo=Dal drago Tarantasio al "cane" di Mattei|pubblicazione=Corriere della Sera|giorno=30|mese=06|anno=2002}}[http://archiviostorico.corriere.it/2002/giugno/30/Dal_drago_Tarantasio_cane_Mattei_co_5_0206306112.shtml] </ref>.<
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