Antoni van Leeuwenhoek: differenze tra le versioni

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[[File:Van Leeuwenhoek's microscopes by Henry Baker.jpg|upright=1.8|left|thumb|Microscopi di Antoni van Leeuwenhoek disegnati da Henry Baker]]
La prima testimonianza del suo interesse a ricerche micro-grafiche risale al 1673: essa consiste in una memoria inviata alla [[Royal Society]] di [[Londra]] per essere pubblicata sulle ''[[Philosophical Transactions of the Royal Society]]'', rivista scientifica a cura della Società, riguardante alcune osservazioni sugli organi visivi, sulla [[bocca]] e sul [[pungiglione]] dell’[[ape]], sul [[Pediculus humanus capitis|pidocchio]], e altre analisi microscopiche sulla [[muffa]].<ref name="Autori vari,op. cit., p.194"/>
 
In questa lettera Leeuwenhoek analizza per la prima volta e delinea con cura gli occhi degli [[insetti]] e la struttura di ogni singolo ommatidio, e ne intuisce la funzione per la visione a distanza, in opposizione a quella degli [[uccelli]].<ref name="Autori vari,op. cit., p.194"/>
 
La memoria è inoltre accompagnata da una lettera dell'anatomista [[Regnier de Graaf]] che raccomanda, all'attenzione del segretario della Royal Society [[Henry Oldenburg|Oldenburg]], i risultati delle ricerche di «un geniale ricercatore di nome Leeuwenhoek che ha progettato microscopi che superano di molto quelli che si sono visti finora... ».<ref name="Autori vari,op. cit., p.194"/>
 
Inizialmente la fama di Leeuwenhoek è legata, infatti, quasi esclusivamente alla perfezione tecnica dei suoi strumenti fabbricati a mano, che superano in precisione e in potenza (permettono un ingrandimento di circa 270 volte) i [[microscopio|microscopi]] dell’epoca.<ref name="Autori vari,op. cit., p.194"/>
Egli aumentò la potenza di questi attraverso l'uso di tecniche nuove di osservazione, applicando, ad esempio, [[specchio|specchi]] riflettenti concavi e impiegando fonti di illuminazione artificiale, come [[Candela (illuminazione)|candele]].<ref name="Autori vari,op. cit., p.194"/>