Adolfo Coppedè: differenze tra le versioni
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Terzo e ultimo figlio dell'intagliatore ed ebanista [[Mariano Coppedè]] e della moglie Antonietta Bizzarri, dopo aver frequentato un corso di studi e artistici, passò a lavorare nella [[bottega]] di ebanisteria ed intaglio del padre. Iniziò anche a interessarsi alla pittura e si iscrisse all'[[Accademia di belle arti di Firenze|Accademia di belle arti]], ma non essendo ancora certo su quale dovesse essere la sua strada, nel 1898 volle concorrere al progetto di una cattedrale indetto da un ente di [[Roma]]. In maniera inattesa il suo progetto raccolse l'interesse dei giurati anche se non ottenne il primo posto. In quella occasione conobbe un industriale dell'[[isola d'Elba]], il deputato [[Pilade Del Buono]], che fu il motore della sua formazione professionale.
Seguì il suo mentore in giro per le maggiori capitali europee avendo modo di apprendere quanto di più moderno emergeva sull'architettura e al rientro in Italia iniziò la sua attività di progettista costruendo numerosi edifici per il suo mecenate.
Nel 1903 decise di sposarsi con Anita Burchi e, ritornato a Firenze anche per occuparsi dell'attività paterna, iniziò a progettare varie ville e palazzi utilizzando il nuovo [[stile liberty]] che si andava affermando all'epoca.
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