Standard Ethics: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
Nessun oggetto della modifica
Riga 13:
| gruppo =
| filiali = [[Bruxelles]]
| persone_chiave = Blanche Ullens de Schooten (Presidente), [[Jacopo Schettini Gherardini (Direttore)]], Filippo Cecchi (DirettoreDirettori)
| industria = FinanzaRating Eticaextra (o responsabile)finanziari
| prodotti = Standard Ethics Rating: [[Rating]] di Sostenibilità
| fatturato =
| anno_fatturato =
Riga 26:
| dipendenti =
| anno_dipendenti =
| slogan = SolicitedComplying Sustainabilitywith Ratingsthe future
| note =
| sito = www.standardethics.eu
Riga 33:
'''Standard Ethics''' è una agenzia di rating indipendente sulla sostenibilità, con sede a [[Londra]], nota per avere introdotto, nel 2001, un approccio "istituzionale" ai rating sulla [[Responsabilità sociale d'impresa|RSI o CSR, Corporate Social Responsibility]].
Emette lo Standard Ethics Rating, una valutazione di [[sostenibilità]] e [[governance]] fondata sulla "compliance" ai principi e alle indicazioni volontarie delle [[Nazioni Unite]], dell’[[Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico]] ([[OCSE]]) e dell’[[Unione europea]].
 
== La storia ==
 
La storia di Standard Ethics risale al 2001, come ufficio studi dell’Agenzia Europea di Investimenti (Aei) Spa, una Holding italiana attiva negli investimenti sostenibili, infatti Standard Ethics, sino all’aprile del 2011, mantenne accanto al proprio nome l’acronimo Aei.
 
L’Aei Spa fu una esperienza innovativa nel panorama finanziario tra le strutture che si occupavano di [[Responsabilità sociale d'impresa|CSR]].<ref> “E le società quotate faranno i conti con il rating Etico”, Corriere della Sera del 18-05-2002, Articolo di Massimo Sideri. </ref><ref>{{cita web|url=http://www.csreurope.org/data/files/csr_magazine_october_2002.pdf|opera= CSR Magazines|accesso=4 luglio 2011}}</ref>
Le principali novità erano sia di governance che di gestione: per statuto aveva solo amministratori indipendenti dalla proprietà con il divieto di cumulare incarichi e compensi nei consigli di amministrazione delle controllate e sottoposti ad un ufficio di compliance che presenziava ai C.d.A. L’Aei Spa controllava la Aei Sgr ([[società di gestione del risparmio]]), con sede a Milano. Aei Sgr fu la prima Sgr italiana ad amministrare esclusivamente fondi comuni d’investimento etici.<ref> “Un fondo bilanciato per l’Agenzia Europea degli Investimenti”. Il Mondo del 2 agosto 2002, Articolo di Daniela Stigliano. </ref><ref> “È arrivato ETIF, il fondo fatto ad ONU. L’Agenzia Europea degli Investimenti scende in campo con un bilanciato internazionale. E con emissione di rating per i paesi OCSE.” Vita del 15 novembre 2002, Articolo di Francesco Maggio. </ref><ref> “Fondi etici, perché non sono tutti uguali”. Repubblica, Affari e Finanza del 25 novembre 2002. Articolo di Mariano Mangia. </ref> Gestiva i propri fondi secondo rating emessi annualmente dalla casa madre.<ref> “Finanza Etica, Aei assegna i rating-Paese”. Il Sole 24 Ore del 6 giugno 2002, Articolo di Federica Pezzatti. </ref><ref> “Aei Holding, rating etico alle blue chip italiane. Eni la migliore del Mib 30. Milano Finanza del 4 luglio 2002, Articolo di Vitaliano D’Angerio. </ref>
L'Aei - differentemente dagli altri attori della [[responsabilità sociale d'impresa|CSR]] - emetteva rating applicando esclusivamente la definizione, gli obbiettivi ed i temi di CSR proposti dalle [[Nazioni Unite]], dall'[[OCSE]] e dalla [[Unione europea|UE]]. Impostazione che fu successivamente definita "approccio istituzionale" o "norm-based".<ref> “Finanza Etica”, la Nazione del 24 luglio 2003, Articolo di Jacopo Schettini Gherardini</ref>
 
L'Aei Spa, e la Aei Sgr, furono anche le prime società europee attive nella finanza ad avere nel proprio statuto un richiamo formale alla [[Dichiarazione universale dei diritti umani]] delle Nazioni Unite.
 
Dopo oltre dieci anni di attività scientifica e consulenza istituzionale, nel marzo del 2013, da [[Bruxelles]], trasferisce la sede legale a [[Londra]] e diviene la prima agenzia di rating europea indipendente sulla sostenibilità (CSR e Corporate Governance) a seguito della decisione di emettere esclusivamente rating su richiesta ("solicited"), con metodologia standard (lo Standard Ethics Rating o SER) e quotare propri indici di sostenibilità<ref>La stessa agenzia comunica che i rating "non sollecitati" verranno mantenuti esclusivamente solo nell'ambito dell'attività scientifica non profit legati ad i propri indici.</ref><ref> Ansa, 19 MARZO 2013: “Nasce la prima agenzia di rating etico in Europa. Le valutazioni della Standard Ethics saranno emesse solo su richiesta”. </ref><ref> 20-03-2013. Quotidiano Nazionale, p.11: “Standard Ethics, rating sulla sostenibilità. Ecco la prima Agenzia UE.”. </ref>
Dal 2012, Standard Ethics utilizza una struttura virtuale quasi interamente organizzata intorno al telelavoro ed a processi telematici (Standard Ethics Virtual Building) presso un server ad Hanover Street, Londra.
 
== Standard Ethics Rating ==
Lo Standard Ethics Rating (SER) è un Sustainability Solicited Ratings (SSR), appartiene alla categoria dei rating extra finanziari richiesti e sollecitati dall'impresa. Nello specifico, lo Standard Ethics Rating (SER) si concentra nella valutazione degli aspetti di governo societario, ambientali e sociali e misura il livello di compliance alle indicazioni della [[UE]], dell'[[OCSE]] e delle [[Nazioni Unite]], quindi offre una misura sulla adesione alle maggiori indicazioni internazionali sulla [[sostenibilità]].
Standard Ethics, unitamentecollega al rating, collegaRating anche una valutazione quali-quantitativa sul [[rischio reputazionale]], dell'impresa.
 
La metodologia ed il sistema di valutazione sotto forma di un Rating ad 8 livelli, fu introdotto da Standard Ethics, nel 2002<ref> Spiegato in una pubblicazione economica di quello stesso anno: Jacopo Schettini Gherardini, "Introduzione" in "Etica, futuro e finanza", Schettini G. J. e Schettini G. L. (a cura di), Il Sole 24Ore, marzo 2002, Milano, Pag.9</ref>: EEE; EEE-; EE+ ; EE; EE-; E+; E; E- ; dove “EEE” rappresenta il modello, “EE” la media, la singola “E” sotto la media. Le nazioni o società quotate che si discostano in modo eccessivo dai valori delle Nazioni Unite non ricevono il Rating e vengono incluse tra gli emittenti “sospesi”. La misurazione è ora adottata anche da altre case e rimane il più lungo studio statistico pubblico sulla [[responsabilità sociale d'impresa|CSR]] delle grandi aziende quotate.<ref>{{cita web|url= http://www.iseing.org/egov/eGOV05/Source%20Files/Papers/CameraReady-14-P.pdf
Riga 56 ⟶ 43:
<ref> “Dalla borsa avvertimento alla Juventus” Corriere dello Sport del 6 maggio 2006.</ref><ref> “Autogol Bianconeri” Repubblica del 6 maggio 2006, di Ettore Livini. </ref><ref> “Luciano e Cesarone” Repubblica del 9 maggio 2006, di Giuseppe D’Avanzo. </ref><ref> “Ma l’Agenzia Europea degli Investimenti abbassa il rating del lingotto.” La Stampa del 22 dicembre 2002, Articolo di Andrea di Turi. </ref>
<ref> “Banche e rating etico. Promosse solo le tre PoP per l’Agenzia Europea degli Investimenti” L’Arena del 26 febbraio 2004. </ref><ref> “I banchieri bocciati in governance. La ricerca Aei sui sistemi di governo degli istituti di credito” Il Mondo, 29 aprile 2005, Articolo di Daniela Stigliano. </ref><ref> “Aei, patti di sindacato sconosciuti in banca” Il Mondo Economico, aprile 2005, Articolo di Andrea di Turi. </ref><ref> “Etica, chi vince tra i big”. Sole 24 Plus del 23 ottobre 2004, Articolo di Daniele Lepido. </ref>
 
L’Agenzia fornisce al richiedente solo servizi inerenti il rating, e comunica di non effettuare consulenza e non utilizzare i dati raccolti per ricerche a pagamento verso asset management o banche.
 
== Indici ==
Nel 2013 l’agenzia ha lanciato lo [[Standard Ethics Italian Banks Index]] sul sistema bancario italiano e dal 1º gennaio 2014 lo [[Standard Ethics Italian Index]].<ref>Corriere delle Sera. Economia. “Il nuovo rating (etico) sulla governance del credito” di Fausta Chiesa. 6 luglio 2013</ref><ref>Settimanale Il Mondo, pag. 34 e 35, n.27, 12 luglio 2013</ref><ref>{{Cita news|autore=|url=http://www.borse.it/articolo/ultime-notizie/Standard-Ethics-Italian-Banks-Index-Unicredit-Intesa-e-Bper-al-top-nella-corporate-governance__399651|titolo=Standard Ethics Italian Banks Index, Unicredit, Intesa e Bper al top nella corporate governance|pubblicazione=news.search.ch|giorno=5|mese=7|anno=2013|pagina=|accesso=3 dicembre 2013}}</ref><ref> Nel corso del tempo hanno collaborato con Standard Ethics (o Aei) in Italia, sia nella ricerca e sia nei comitati etici, numerosi esperti o ricercatori, tra essi la menziona Anne Simon Fernande Segretario delle [[Organizzazione non governativa|Ong]] Europee, Cristina Popper, o gli accademici e studioso italiani come Marco Ricceri direttore generale dell'[[Eurispes]], economisti come Pietro Merli Brandini o Aldo Burresi, Jacopo Schettini Gherardini, Luciano Bozzo, Sergio Arzeni direttore dell'[[OCSE]] (responsabile del programma LEED per lo sviluppo sostenibile e per le PMI). Tra i ricercatori e dirigenti italiani si leggono le firme di Marco Guerrieri, Flavio Bovo, Beatrice Gerini, Filippo Cecchi, Antonio Parodi che assunse la con-direzione dell’agenzia nel 2006</ref>
 
Nel 2015, ha lanciato lo Standard Ethics French Index; Standard Ethics Belgium Index; Standard Ethics Swiss Index. Tutti(tutti compostecomposti dalle maggiori società quotate di quei paesi) e l'European Green Bonds Index (che include le maggiori emissioni di Euro Green Bond).
 
Le maggiori società quotate italiane sono sotto osservazione da Standard Ethics (da oltre dieci anni) sono così valutate secondo l’ultimo SER emesso il 31 luglio 2015 (validità annuale):