Codex Sinaiticus: differenze tra le versioni

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Il '''Codice Sinaitico''' o '''Codex Sinaiticus''' (Londra, Brit. Libr., Add. 43725; Gregory-Aland no. '''א''' o '''01''') è un [[manoscritto]] in [[lingua greca|greco]] [[onciale]] (cioè maiuscolo) datato tra il 330-350 d.C. Originariamente conteneva l'intero [[Antico Testamento]] nella versione greca della [[Septuaginta|Settanta]], l'intero [[Nuovo Testamento]], e altri scritti cristiani ([[Lettera di Barnaba]], [[Pastore di Erma]]). L'onciale è un'antica scrittura maiuscola usata dal III all'VIII secolo nei manoscritti dagli amanuensi latini e bizantini; in onciale sono scritti anche altri due codici biblici tra i più antichi: il [[Codex Vaticanus]] (IV secolo) ed il [[Codex Alexandrinus]] (V secolo).
Originariamente conteneva l'intero [[Antico Testamento]] nella versione greca della [[Septuaginta|Settanta]], l'intero [[Nuovo Testamento]], e altri scritti cristiani ([[Lettera di Barnaba]], [[Pastore di Erma]]).
L'onciale è un'antica scrittura maiuscola usata dal III all'VIII secolo nei manoscritti dagli amanuensi latini e bizantini; in onciale sono scritti anche altri due codici biblici tra i più antichi: il [[Codex Vaticanus]] (IV secolo) ed il [[Codex Alexandrinus]] (V secolo).
 
== Descrizione ==
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Il Codex Sinaiticus fu ritrovato da [[Konstantin von Tischendorf]] presso il [[Monastero di Santa Caterina (Egitto)|Monastero di Santa Caterina]] sul [[Monte Sinai]], in [[Egitto]], tra il 1844 e il 1859.
 
Durante il primo viaggio presso il monastero, nel 1844, trovò in un cesto 43 fogli di pergamena contenenti testi di Geremia, Neemia, 1 Cronache ed Ester. Un monaco gli disse che "erano rifiuti che dovevano essere distrutti bruciandoli nel forno del monastero"<ref>[[Theodore Cressy Skeat|Skeat, T. C.]], "The Last Chapter in the History of the Codex Sinaiticus." ''Novum Testamentum''. Vol. 42, Fasc. 3, Jul., 2000. p. 313</ref>. I monaci, diffidenti, pure conoscendo l'esistenza di altre pagine del Codice, si rifiutarono di fargliele esaminare. Tischendorf ottenne però in dono i fogli ritrovati che pubblicò in fac-simile nel 1846. Nel 1853 una seconda spedizione si rivelò infruttuosa, tranne che per il ritrovamento di due frammenti del Libro della Genesi.
Nel 1853 una seconda spedizione si rivelò infruttuosa, tranne che per il ritrovamento di due frammenti del Libro della Genesi.
 
Nel 1859 Tischendorf effettuò una terza visita al convento grazie all'aiuto dello Zar [[Alessandro II di Russia]], dal quale dipendevano allora tutti i monasteri greco-ortodossi. Un monaco mostrò allo studioso un manoscritto che aveva trovato casualmente nella sua cella, nascosto tra vari oggetti. Si trattava di un'altra parte del Codice, contenente gran parte dell'AT e tutto il NT con l'Epistola di Barnaba e parte del Pastore d'Erma. Tischendorf, che non era riuscito a convincere i monaci a lasciargli il manoscritto, iniziò a trascriverlo nel Monastero stesso. Successivamente riuscì a farselo inviare al Cairo in un altro monastero greco-ortodosso per continuare a copiare il testo. Infine Von Tischendorf riuscì a far 'regalare' il manoscritto allo Zar, dietro a un compenso di 9000 rubli<ref>Vedi [http://rosetta.reltech.org/TC/extras/tischendorf-sinaiticus.html Constantin von Tischendorf, The Discovery of the Sinaitic Manuscript], Extract from Constantin von Tischendorf, ''When Were Our Gospels Written? An Argument by Constantine Tischendorf. With a Narrative of the Discovery of the Sinaitic Manuscript'' [New York: American Tract Society, 1866].</ref>. Nonostante questo pagamento, il Codice è attualmente considerato dal monastero come rubato, un punto di vista contestato da molti studiosi in Europa<ref>Vedi l'articolo di Ihor Ševčenko's «New Documents on Tischendorf and the Codex Sinaiticus», in ''Scriptorium'', 18 (1964) pp 55-80 e anche Bruce A. Metzger, ''The Text of the New Testament: its Transmission, Corruption and Restoration'', Oxford University Press, 1992, p. 45.</ref>.
 
[[File:St Catherines From Sinai.JPG|thumb|Monastero di Santa Caterina]]
 
Il 13 settembre 1862, in un articolo apparso su The Guardian, il celebre falsario '''Costantino Simonidis''' affermò di essere il vero autore del "Codex Sinaiticus" e di averlo scritto sul Monte Athos nel 1839; lo definì "l'unico povero lavoro della sua giovinezza". Affermò anche di avere visitato il Sinai nel 1852 e di avere visto qui il suo codice. Simonidis dichiarò di avere realizzato il Codex Sinaiticus su incarico dello Zar di Russia (Nicola I, defunto
Simonidis dichiarò di avere realizzato il Codex Sinaiticus su incarico dello Zar di Russia (Nicola I, defunto
nel 1855). Egli fu incarcerato per questa sua affermazione e il mondo accademico non gli credette (salvo poche eccezioni). Tuttavia rimangono dubbi sull'autenticità del "Sinaiticus" (per la spinosa questione si veda ad esempio il volume di Mark Jones "Fake? The art of deception", British Museum, 1990).
 
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== Collegamenti esterni ==
 
* [http://www.codex-sinaiticus.net/en/manuscript.aspx Codex Sinaiticus consultabile on-line]
* [http://www.bible-researcher.com/codex-aleph.html Codex Sinaiticus page at bible-researcher.com]
* [http://www.earlham.edu/~seidti/iam/tc_codexs.html Earlham College facsimile of Codex Sinaiticus]
 
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[[Categoria:Manoscritti della Biblioteca nazionale russa|Sinaiticus]]
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[[Categoria:Manoscritti della Septuaginta]]
[[Categoria:Manoscritti biblici del IV secolo|Sinaiticus]]
 
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