Libertarismo di sinistra: differenze tra le versioni

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{{nota disambigua|l'accezione [[capitalismo|capitalista]] e [[liberismo|liberista]] del termine|[[Libertarianismo]]}}
{{F|politica|ottobre 2015|Ci sono poche note, che vengono prontamente compensate dalle interpretazioni personali di chi scrive. La voce dovrebbe parlare del libertarismo, ma parla solo di anarchismo. Atteggiamento poco neutrale nella trattazione dell'argomento (vedi sotto).<br />Mancanza di fonti pressochè totale nei primi paragrafi, in cui si parla sempre di anarchismo, comunque.<br /> Se, come sostiene chi ha scritto questa voce, il libertarismo è in realtà solo anarchismo sotto falso nome, allora perchè mantenere due voci che parlano della stessa identica cosa?}}
{{P|Fonti non neutrali, non consultabili o di dubbia attendibilità, giudizi personali e mancanza di obbiettività. Un esempio (fra tanti)?<br /> A teorici e filosofi di spicco della politica come Bakunin viene cambiato il termine che denota l'ideologia a cui appartengono (invece di "anarchico" c'è "libertario"), perchè, sempre secondo l'autore, sono la stessa cosa (vale anche per Pisacane e Marx, non più "socialisti" ma "libertari").|politica|ottobre 2015}}
[[File:Le libertaire 25.png|thumb|''Le Libertaire'' (Il libertario), prima pagina del numero 25 (1860)]]
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==== Storia ====
{{senza fonte|Gli anarchici di tradizione socialista e collettivista usano il termine ''libertario'' per descrivere se stessi e le loro idee sin dal [[1857]]}}. ''"Le Libertaire, Journal du Mouvement Sociale"'' fu pubblicato a New York dal [[1858]] al [[1861]] dal [[Rivoluzione|rivoluzionario]] [[anarco-comunismo|anarcocomunista]] [[Joseph Déjacque]]<ref>Max Nettlau, ''A Short History of Anarchism'', p. 75</ref>, {{senza fonte|a seguito di alcune sue lettere pubbliche rivolte a Proudhon dove per la prima volta veniva introdotto il termine in stretta contrapposizione a liberale, configurato come coercitivo, almeno sul piano delle libertà dell'individuo}}.
 
===== Francia =====
{{senza fonte|La pubblicazione, tra alterne vicende, fu irregolare, e dopo il rientro in patria a seguito di un'amnistia di Dejacque e la sua morte avvenuta nel [[1864]], la pubblicazione fu rilanciata da [[Sébastien Faure]] e [[Louise Michel]] fino al [[1899]], anno in cui, con la trasformazione in quotidiano del periodico, continuò come allegato illustrato alla pubblicazione. Nel [[1914]], per le sue posizioni antimilitariste e antiinterventiste, la pubblicazione venne interrotta. Riprese, nel periodo tra le due guerre mondiali in veste di quotidiano, e si rifermò nuovamente nel [[1939]] allo scoppio del conflitto. Al termine della [[seconda guerra mondiale]], già dal dicembre [[1944]] riprese la stampa, diventando settimanale dal [[1946]]. In questo periodo collaborarono alla rivista [[Georges Brassens]], [[Léo Ferré]], [[André Breton]], [[Armand Robin]] e [[Albert Camus]]}}. Per problemi legali derivanti al sostegno agli indipendentisti nella guerra d'Algeria e ricostituzione della federazione anarchica, il periodico, prima mensile e poi quotidiano riprende a essere pubblicato col titolo ''Le Monde libertaire'' dal [[1954]]<ref>Maurice Joyeux,'' pubblicazione della federazione anarchica in lingua francese, Volonté anarchiste', n° 25; Histoire du journal de l'organisation des anarchistes: du Libertaire au Monde libertaire'', edizioni Fresnes-Antony, 1984.</ref>.
 
L'uso della definizione ''comunismo libertario'', invece, è da datarsi al novembre del [[1880]], quando venne adottata da un congresso anarchico francese<ref>Ibid., p. 145</ref>.
 
{{senza fonte|L'uso del termine "''libertario"'' da parte degli anarchici divenne molto popolare dal [[1890]] in poi, dopo che si cominciò ad usarlo in [[Francia]] nel tentativo di ostacolare leggi antianarchiche e per evitare le associazioni negative della parola [[anarchia]] nell'accezione generale. Da allora, specialmente fuori dall'America, il termine è stato associato sempre con le idee ed i movimenti anarchici}}.
 
{{senza fonte|La connotazione data da Dejacque nella sua corrispondenza era un irruente apostrofo in un'accesa discussione in merito a conflitti in materia di genere. Nei successivi approfondimenti, usciti periodicamente su ''Le libertaire'', prese corpo la visione utopistica in cui il libertarismo si sarebbe collocato. La riedizione su ''Umanosphere'' del 1889 elimina molti passaggi sulla realizzazione del libertarismo, le cui esposizione colorita e sanguigna avrebbe attirato l'attenzione degli organi di polizia, molto attivi nel reprimere i rivoluzionari, libertari, socialisti o blanquisti, dopo i fatti relativi alla [[Comune di Parigi (1871)|Comune di Parigi]] del [[1871]]}}.<br />
{{senza fonte|La campagna per l'abolizione definitiva di [[stato]], [[proprietà (diritto)|proprietà]], [[religione]], [[famiglia]] sarebbe stata portata avanti con qualunque mezzo, in pratica con azioni cospirative affini a quelle della carboneria italiana, ma attuata da piccoli gruppi di attivisti, con pratiche che oggi potremmo definire di guerriglia. La prospettiva era comunque considerata a lunghissimo termine; un millennio circa per la società ''Umanospherique'', sorta di [[falansterio]] non gerarchico (''cyclideon''), che probabilmente avrebbe ispirato le successive opere letterarie di [[H. G. Wells]]}}.
 
===== Italia =====
{{senza fonte|In Italia il movimento libertario ha prodromi nel 1857, anteriori al successivo arrivo di [[Bakunin]] nel paese, nel 1864. Il localismo del movimento si instaura nell'ambito dei moti risorgimentali, dove [[Carlo Pisacane (patriota)|Carlo Pisacane]] anticipa l'avventura [[Giuseppe Garibaldi|garibaldina]] tentando con insuccesso una sollevazione popolare poi soffocata nel sangue dall'esercito borbonico}}. Solo con la pubblicazione postuma dei ''Saggi''<ref>''Saggi storici-politici-militari sull'Italia'' Di [[Carlo Pisacane (patriota)|Carlo Pisacane]] Pubblicato da Stab. tip. nazionale, 1858. Originale disponibile [[Università della California|University of California]] e ivi digitalizzato</ref>, avvenuta in [[Francia]], le sue idee libertarie si diffusero e furono rese note. {{senza fonte|Si conobbero le dispute con [[Giuseppe Mazzini|Mazzini]] e l'adesione alle idee [[Pierre-Joseph Proudhon|proudhoniane]], nonché le letture e meditazioni su [[Charles Fourier|Fourier]]. L'approccio sociale verrà considerato affine alla visione iniziale di Bakunin (periodo slavo)}}.
 
{{senza fonte|Pisacane rivendicava, nei suoi scritti, che fosse garantito ad ogni individuo il corrispettivo del suo lavoro ma ogni altro possesso venisse "''dalle leggi fulminato come il furto''". Queste affermazioni lo portarono oltre l'ottica di [[Pierre-Joseph Proudhon|Proudhon]], in una visione [[Collettivismo|collettivista]] in cui i mezzi di produzione migrano a proprietà comune; terre fabbriche e loro prodotti condivisi e divisi equamente tra tutta la popolazione. Il suo libertarismo si estese alle forme di governo, escludendo che la società potesse esser governata da chichessia, e che essa "''costituita nei suoi reali e necessari rapporti esclude ogni forma di governo''"}}.
 
Pisacane non ebbe seguiti movimentisti diretti, ma la [[fratellanza fiorentina]]<ref>[http://www.giuseppescaliati.it/A.htm Il movimento anarchico italiano]</ref> e la successiva fratellanza internazionale, frequentate pochi anni dopo la loro fondazione, da [[Bakunin]] furono strutture politiche ad indirizzo libertario composte, in gran parte, da compagni del Pisacane.
 
{{senza fonte|Nel [[1868]] si costituirono i nuclei iniziali del'[[associazione internazionale dei lavoratori]], inviando [[Saverio Friscia]] come delegato italiano a [[Bruxelles]]. Esponenti libertari di spicco del periodo furono [[Carlo Cafiero]], [[Errico Malatesta]], [[Pietro Gori]], [[Luigi Fabbri]]}}.
 
I contrasti interni tra [[Karl Marx]] e [[Bakunin]] {{senza fonte|strettamente legati ai concetti libertari}} nell'organizzazione dei lavoratori<ref>Eva Civolani, ''L'anarchismo dopo la Comune: i casi italiano e spagnolo'', F. Angeli, 1981, p41 e seg, Dualismo economico e coscienza libertaria</ref> portarono nel [[1872]] alla scissione<ref>Lawrence & Wishart ''The General Council of the First International'' 1870–1871. ,Progress Publishers, London / Moscow o.J.</ref> {{senza fonte|tra ala libertaria e ala [[Marxismo|marxista]], quest'ultima maggioritaria, in contrasto ai rapporti di forza del precedente congresso di basilea del [[1869]], dove Il 63% dei delegati si trovano sulle cosiddette testi collettiviste "anti-autoritarie" }}.
{{senza fonte|In Italia al contrario l'ala libertaria assunse posizione dominante, e molti dei moti insurrezionali dell'ultimo quarto di secolo}} (Bologna 1874, Puglia e Campania 1877<ref>Manlio Cancogni ''Gli Angeli neri'' ed Mursia</ref><ref>Bojano A., ''Briganti e senatori'', Alfredo Guida Editore, 1997.</ref>) {{senza fonte|furono ispirati da tali principi}}. {{senza fonte|Il fallimento di molte di queste iniziative e la conseguente repressione condusse molti di loro all'[[esilio]], ottenendo [[Diritto di asilo|asilo politico]] principalmente in [[Svizzera]] ed in [[America latina]]}}.
 
{{senza fonte|Nell'insurrezione a [[Bologna]] del 1874, [[Andrea Costa]] venne arrestato subito (si convertirà in seguito alla causa del socialismo parlamentare, e contribuirà alla fondazione dell'[[Avanti!]]), e Malatesta in seguito a [[Pesaro]] mentre si avviava in Svizzera.
Entro [[1876]] tutti gli organizzatori si ritrovarono comunque liberi, per diffuse simpatia delle giurie, in sfida esplicita al re Vittorio Emanuele. Il contesto alimentò la rinascita della stampa libertaria, (il nuovo risveglio [[Livorno]] e Il martello a [[Fabriano]]). La svolta italiana, a livello ideologico si compì nell'allontanamento dal [[collettivismo]] di Bakunin e la svolta verso il comunismo libertario (da ognuno secondo le proprie capacità, a ognuno secondo i propri bisogni, nella misura consentita dalle disponibilità)}}.
 
Degna di rilievo la rivolta di [[San Lupo (Italia)|San Lupo]], [[1877]], presso [[Benevento]] e nel [[Matese]], dove a [[Letino]] in una situazione oggi definibile trasversale, i libertari ricevettero la benedizione del parroco Don Fortini che definendo i malatestiani ''"veri apostoli mandati da Dio"''<ref>{{cita libro|cognome=Woodcock |nome=George |wkautore= |coautori= |curatore= |altri= |titolo=L'anarchia: storia delle idee e dei movimenti libertari |dataoriginale= |annooriginale=1966|editore=Feltrinelli Editore |città=Milano |capitolo=L'anarchia in Italia}}''</ref> stabilì uno storico precedente. {{senza fonte|Gli insorti, principalmente contadini, ricevettero allo stesso modo la solidarietà dei parroci dei villaggi vicini, come padre Tamburini a [[Gallo Matese|Gallo]], prima di venir circondati e catturati da forze regolari di [[cavalleria]], [[fanteria]] e [[bersaglieri]]. Giurie localmente ostili alla [[casa Savoia]] impedirono condanne in massa, ma le rivolte popolari ebbero fino a fine secolo una battuta d'arresto. Una serie di azioni repressive dello stato e una serie successiva di azioni violente e di attentati individuali attribuite globalmente agli anarchici, ma di varia estrazione, (basti pensare all'attentato di [[Giovanni Passannante]] contro il re [[Umberto I]]) contribuì ulteriormente ad estinguere il movimento libertario come fenomeno diffuso per il successivo decennio}}.
 
{{senza fonte|I principali esponenti italiani, in esilio, condussero intensa attività di propaganda, editoriale e di sperimentazione sociale (notevole fu in questo contesto la colonia Cecilia in [[Brasile]] alla fine degli anni ottanta) dall'estero, principalmente in Europa, Nord e Sud America}}.
 
{{senza fonte|L'ultimo decennio del secolo vide in sequenza, tumulti nel [[1890]] per disordini spontanei che portarono in seguito alla scissione di [[Genova]] tra socialisti e libertari; l'uscita definitiva dal movimento libertario della [[Seconda Internazionale]] nel [[1896]], a [[Londra]]; una serie di tumulti e sommosse nel [[1898]] in sud Italia, estesisi poi a [[Milano]] e [[Firenze]], con conseguenti scontri e repressioni di piazza. Tali proteste e la feroce repressione dello Stato, nota principalmente per le azioni sulla folla delle unità al comando del generale [[Fiorenzo Bava Beccaris|Bava Beccaris]] nell'ambito dei [[Protesta dello stomaco|moti di Milano]], ebbero per epilogo l'uccisione di [[Umberto I d'Italia|Umberto I]] da parte di [[Gaetano Bresci]] nel 1900}}.
<!--======XX secolo ======
L'uccisione di re Umberto chiude un ciclo.-->