Norberto Bobbio: differenze tra le versioni

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Le sue frequentazioni sgradite al regime gli valsero, il 15 maggio [[1935]], un primo arresto a Torino, insieme agli amici del gruppo antifascista [[Giustizia e Libertà]], costringendolo, a seguito di una intimazione a presentarsi davanti alla Commissione provinciale della Prefettura per discolparsi, a inoltrare esposto a [[Benito Mussolini]]. La chiara reputazione fascista di cui godeva la famiglia gli permise però una piena riabilitazione, tanto che, pochi mesi dopo, con il richiesto intervento di Mussolini e di Gentile, ottenne la cattedra di [[filosofia del diritto]] a [[Università di Camerino|Camerino]].
 
È in questi anni che Norberto Bobbio delineò parte degli interessi che saranno alla base della sua ricerca e dei suoi studi futuri: la [[filosofia del diritto]], la [[filosofia contemporanea]] e gli studi sociali, uno sviluppo culturale che Bobbio vive contemporaneamente al contesto politico temporale. Un anno dopo le [[leggi razziali fasciste|leggi razziali]] infatti, esattamente il 3 marzo [[1939]], [[Giuramento di fedeltà al Fascismo|giurò fedeltà al fascismo]] per poter ottenere la cattedra all'[[Università di Siena]]. E la giurò ancora nel [[1940]], a guerra dichiarata, per insediarsi alla cattedra del professor [[Adolfo Ravà]], allontanato dall'[[Università di Padova]] perché ebreo. Questa parte della sua vita fu poi oggetto di svariate e severe critiche personalipolemiche.
 
=== L'adesione al Partito d'azione ===