Jamil al-Midfa'i: differenze tra le versioni
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al-Midfaʿī servì nell'esercito [[Ottomani|ottomano]] durante la [[Prima guerra mondiale]] ma disertò nel 1916 per unirsi ai [[nazionalismo arabo|nazionalisti arabi]] nella cosiddetta [[Rivolta Araba]] guidata da [[Faysal I re d'Iraq|Faysal]], figlio dello [[Sharif|Sceriffo di Mecca]] [[al-Husayn ibn Ali (
Dopo la guerra fu al servizio dell'[[Emiro]] Faysal durante il suo breve regno in [[Regno di Siria (1918-1920)|Siria]] (1918-1920). Tornò quindi in [[Iraq]] nel 1920, ma fu costretto subito a recarsi in [[esilio]] in [[Transgiordania]] dalle autorità [[Regno Unito|di Londra]], a causa dei suoi sentimenti anti-britannici nati nel momento in cui constatò il "tradimento" del Regno Unito nei confronti degli Arabi, cui era stata promessa la piena indipendenza pur di averli alleati in guerra contro l'[[Impero Ottomano]].
Al suo ritorno in patria nel 1923, si mise al servizio della Corona [[Hashemiti|hascemita]] come funzionario di grandi capacità, ottenendo incarichi sempre più prestigiosi e diventando ministro già nel 1930.
Esperto politico e già due volte [[Primo ministro]], ebbe un terzo incarico nel delicato momento che seguì all'assassinio del [[generale]] progressista [[Curdi|curdo]] [[Bakr Sidqi]] al-ʿAskarī, attore del [[colpo di Stato]] militare del [[1936]]. Gli fu chiesto dal re [[Ghazi I d'Iraq|Ghazi I]] di formare una nuova compagine ministeriale, in sostituzione di quella del nazionalista progressista [[Hikmet Suleyman]] nell'agosto del 1937.
A lui fu ancora una volta chiesto di creare un nuovo Gabinetto dopo essere stato costretto a un nuovo esilio in [[Transgiordania]], a seguito del [[colpo di Stato]] nazionalista e anti-britannico del 1941 (a torto definito filo-Asse) di [[Rashid Ali al-Kaylani]], che portò al secondo confronto armato con il Regno Unito nel breve [[guerra anglo-irachena del 1941|conflitto]] di quell'anno.
Fu Presidente del Senato e, per breve tempo, una quinta volta, Primo ministro. Morì nel 1959 a seguito di un [[Neoplasia|cancro]], lungamente ma inutilmente curato.
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