Nobiltà nera: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Riga 5:
Premessa la distinzione originaria tra aristocrazia feudale originata dalla [[Famiglie baronali romane|antica classe baronale romana]] e nobiltà derivante dall'esercizio delle cariche municipali cittadine, prime fra tutte quelle di [[Senatore di Roma]] e di [[Conservatore di Roma|Conservatore]], questo ceto sociale si formò e visse attorno al potere dei [[Papa|Papi]] e dei [[Cardinale|cardinali]], pur continuando a differenziarsi gerarchicamente al suo interno a seconda del prestigio delle cariche ricoperte (inizialmente solo alla antica classe baronale spettavano infatti le cariche come quelle di [[Principe assistente al Soglio pontificio]], di [[Maresciallo]] del Conclave e di [[Gran Maestro del Sacro Ospizio]]) si estese nei secoli con l'arrivo delle nuove famiglie "papali" stabilitesi a Roma e quelle beneficiate in vario modo dal potere temporale dei papi, e in particolare indica anche quella parte di nobiltà che, dopo la [[presa di Roma]], rimase fedele al Sovrano Pontefice ("[[Papa Re]]") distinguendosi conseguentemente dalla "nobiltà bianca" che, pur rimanendo fedele al Papa, aderì anche ai nuovi sovrani di [[Casa Savoia]]. Molte delle famiglie della nobiltà nera chiusero i portoni dei loro palazzi (atto che esprimeva il lutto) in segno di dissenso e rifiuto dei nuovi sovrani, fino almeno al 1929, anno dei [[Patti Lateranensi]]; tipico il caso del portone del palazzo Lancellotti ai Coronari, sulla omonima piazza, rimasto chiuso fino agli [[anni 1970|anni settanta]].
 
Tra la aristocrazia romana si ricordano in particolare le [[famiglie principesche romane]] e quelle dei [[marchesi di baldacchino]] che ricoprivano cariche tradizionalmente ereditarie presso la Corte Pontificia (come i [[Colonna (famiglia)|Colonna]], [[Orsini]], [[Sacchetti (famiglia)|Sacchetti]], [[Massimo (famiglia)|Massimo]], [[Patrizi Naro Montoro]], [[Serlupi]] [[Crescenzi]]), i [[Gaetani]], [[Ruspoli]], [[Radini Tedeschi]], [[Borghese (famiglia)|Borghese]], [[Chigi]], [[Gabrielli]], [[Guglielmi (famiglia)|Guglielmi]], [[Lancellotti (famiglia)|Lancellotti]], [[Aldobrandini]], [[Pallavicino|Pallavicini]], [[Odescalchi]], [[Altieri (famiglia)|Altieri]], i marchesi Nannerini; molti membri delle famiglie predetti erano tradizionalmente appartenenti alle [[Guardia nobile|Guardie Nobili]];
pure facenti parte della nobiltà papalina, seppur con ranghi minori, derivanti dall'Ufficio ecclesiastico vitalizio ricoperto, direttamente dipendente dal Romano Pontefice, acquisivano la nobiltà personale (non trasmissibile agli eredi) di patrizi dell'Urbe i [[Cubicolario|Camerieri Segreti]], i [[Parafrenieri Pontifici]] ed i [[Sediari Pontifici]], spesso ulteriormente distinti attraverso la concessione di Ordini Equestri pontifici.
Altre famiglie comitali che nel corso dei secoli avevano ricevuto dal romano Pontefice titoli o altri privilegi, furono i [[Torlonia]], [[Theodoli (famiglia)|Theodoli]] (m.si di baldacchino), [[Soderini (famiglia)|Soderini]] (conti di baldacchino), [[Mazzetti di Pietralata]], [[del Gallo di Roccagiovine]], [[Senni]], Ricci Parracciani, Lepri di Rota, Rocchi, [[Bufalari]], [[Datti]], [[Pietromarchi]], [[Pacelli]], [[Cantuti Castelvetri]].
 
Analogamente, nei territori passati al [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]] a seguito dei [[Plebisciti del Regno d'Italia|Plebisciti]], con particolare riferimento all'[[Umbria]], ma, più ancora, alle [[Marche]], molte famiglie "minori", ma di nobiltà generosa, le quali avevano ricevuto, nella persona di uno o più membri, la [[Milizia Aurata]] o Speron d'oro, in anni anteriori al 1841, quando tale milizia equestre era ancora il Titolo di rango e nobilitazione della Santa Sede, ovvero conferito su prove di nobiltà e conferente la nobiltà ereditaria, si espressero attraverso forme di disappunto; fino all'Ordinamento Nobiliare del Regno del [[1929]] e soprattutto fino al [[Concordato lateranense|Concordato lateranense del 1929]] e, per conseguenza, nell'Ordinamento Nobiliare del [[1943]], molte di queste non fecero richiesta di riconoscimento dei Titoli e delle nobiltà e, parallelamente, in quegli anni preconcordatari, non furono considerate a causa dei Titoli vantati, in quanto pontifici, pur nella sopraggiunta riconoscibilità con il 1929 (Ordinamento nobiliare e, poi, Concordato lateranense) e dal 1943 in poi, con il nuovo e ultimo Ordinamento Nobiliare. Tra queste, gli [[Urbani (famiglia)|Urbani]], i [[Bufalari]], i [[Palombi]], alcuni rami della famiglia [[Ricci (famiglia)|Ricci]], i conti Travaglini e altre.