Monte Agner: differenze tra le versioni

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Alpinismo: cechi 1980
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[[File:Parete Nord Agner.JPG|miniatura|sinistra|Parete Nord dell'Agner dalla Valle di San Lucano]]
Il '''monteMonte Agnèr''' (2.872 {{m s.l.m.}}), ben visibile verso ovest dalla città di [[Agordo]] è una delle cime più caratteristiche e famose delle [[Dolomiti]] e le sue rocce si colorano spesso, all'alba e al tramonto, con lo spettacolare fenomeno dell'[[Enrosadira]].
 
La sua parete settentrionale che misura più di 1500 m di dislivello ininterrotto, è la più alta delle [[Dolomiti]] una delle più alte e [[Classiche pareti nord delle Alpi]].
 
La montagna prende il nome dai pascoli dell'omonima malga rivolta sul lato sud, anche se secondoSecondo la linguaparlata ladino-veneta parlataladina nella Conca Agordina essa vengaviene denominata semplicemente "SpizPiz" o "Spizzòn" ( ovvero "aguzzoCima" o "Grande Cima"). a Essacui è collegatastato adpoi ovestaggiunto condai ilprimi montecartografi [[Crodail Granda]]termine tramiteAgnèr unadal lunganome catenadella dimalga cimeposta trasul cuisuo spiccanoversante iSud Lasteisopra dall'Agner. Ad est invece digrada con cime aguzze che calano via viaabitato di quota verso [[Taibon Agordino]]Voltago.
 
Partendo da Est l'Agner è la prima grande elevazione della Catena Meridionale delle [[Pale di San Martino]] ed è collegato ad ovest con il monte [[Croda Granda]] tramite una lunga serie di cime tra cui spiccano i Lastéi d'Agner. Ad est invece digrada con cime aguzze che calano via via di quota verso [[Taibon Agordino]].
Sul suo versante sud è situato il [[rifugio Scarpa|rifugio Scarpa-Gurekian]] (l'unico rifugio della catena dell'Agnèr-Croda Granda) raggiungibile da Frassené per la comoda mulattiera, mentre nei pressi della Forcella dello Spizzon è posto il [[Bivacco Biasin]] raggiungibile con itinerari impegnativi tramite la Ferrata Stella Alpina, il sentiero attrezzato del Canalone o la Via Normale. Un ulteriore e sempre impegnativo sentiero attrezzato consente poi di raggiungere la cima.
 
Alla base dell'Agnèr, nella conca del Van de Mèz c'è invece il bivacco [[Enzo Cozzolino]], importante punto d'appoggio per le ascensioni alpinistiche del versante settentrionale.
Sul suo versante sud è situato il [[rifugio Scarpa|rifugioRifugio Scarpa-GurekianGurekjan]] (l'unico rifugio della catena dell'Agnèr-Croda Granda) raggiungibile da Frassené per la comoda mulattiera, mentre nei pressi della Forcella dello Spizzon è posto il [[Bivacco Biasin]] raggiungibile con itinerari impegnativi tramite la Ferrata Stella Alpina, il sentiero attrezzato del Canalone o la Via Normale. Un ulteriore e sempre impegnativo sentiero attrezzato consente poi di raggiungere la cima.
Alla base dell'Agnèr,della nellagrande Parete Nord, concain delValle Vandi deSan MèzLucano c'è invece il bivacco [[Enzo Cozzolino]], importante punto d'appoggio per le ascensioni alpinistiche del versante settentrionale.
 
== Alpinismo ==
La cima del monte Agnèr venne salita nel 1875 da Cesare Tomè con i compagni Gnech e Da Col per quella che oggi è la via comune di salita alla cima.
 
Dopo la prima guerra mondiale venne salita la gigantesca parete nord-est per merito della guida Francesco Jori coi compagni Arturo Andreoletti ed Alberto Zanutti. Il gruppo portò a termine la salita in due giorni nell'estate del 1921 e senza l'uso di chiodi, un'impresa che per l'epoca fu assolutamente straordinaria ma che, per la riservatezza dei salitori, non ebbe la meritata risonanza. Nel 1930 anche [[Attilio Tissi]] e Giovanni Andrich compirono una scalata sul versante sud-est, via che è rimasta irripetuta e misteriosa fino ai giorni nostri.
Ben più eco ebbe invece la successiva scalata dello spigolo nord da parte di [[Celso Gilberti]] ed [[Oscar Soravito]] che, dopo alcuni tentativi da parte di altri alpinisti, lo vinsero in giornata il 19 agosto 1932. Si tratta della via più lunga delle Dolomiti con un dislivello di circa 1650 m ed uno sviluppo di poco maggiore e tocca il VI grado. Ancora oggi è una via classica molto ambita e ripetuta.
Il 1939 è il turno della lavagna della parete nord-ovest che viene salita da [[Alfonso Vinci]] e Gianelia Bernasconi con una scalata tormentata dall'imperversare del maltempo e che varrà a Vinci la medaglia d'oro al valore atletico.