Fiorano Modenese: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m Annullate le modifiche di 82.48.151.149 (discussione), riportata alla versione precedente di AttoBot
m miglioro estetica e sezionamento
Riga 60:
 
== Storia ==
{{Nota
|titolo=Origini del nome
|contenuto=
Il toponimo Fiorano: dal prediale latino ''Florianus'' derivato dal nome personale ''Florius'' + ''anus'' (podere di)<ref name=messoriventuristoria>{{Cita libro|titolo= Fiorano Modenese oggi, da settemila anni|autore = Gianna Dotti Messori|autore2 = Alberto Venturi|altri = con le fotografie di Beppe Zagaglia|città = Fiorano Modenese|anno = 2001|capitolo=Il territorio fioranese tra storia e storiografia|pp=65-71}}</ref>.
}}
 
=== Preistoria e storia antica ===
Negli [[anni 1940|anni quaranta]] [[Fernando Malavolti]] condusse gli scavi in località Fornaci Carani che permisero la scoperta di un importante insediamento neolitico che ha dato il nome alla fase più antica del [[neolitico in Italia]] per quanto riguarda l'Emilia centrale: la ''Cultura di Fiorano''<ref name=messoriventuriarcheo>{{Cita libro|titolo= Fiorano Modenese oggi, da settemila anni|autore = Gianna Dotti Messori|autore2 = Alberto Venturi|altri = con le fotografie di Beppe Zagaglia|città = Fiorano Modenese|anno = 2001|capitolo=Archeologia|pp=43-48}}</ref>. I resti dell'insediamento neolitico si trovarono ad oltre 4 metri di profondità ed erano composti da fondi di [[Capanna|capanne]], [[pozzetti]], [[Focolare|focolari]], strumenti in [[selce]], manufatti in pietra verde levigata oltre a reperti ceramici<ref name=messoriventuriarcheo/> che vennero esposti presso il [[Museo Civico Archeologico Etnologico di Modena]]. Gli scavi [[Stratigrafia (archeologia)|stratigrafici]] portarono alla luce vari strati sovrapposti, in parte depositi [[Alluvione|alluvionali]] ed in parte di attività umane dell'[[età del bronzo]], [[Età del ferro|del ferro]] e di [[Italia (epoca romana)|età romana]]<ref name=messoriventuriarcheo/>. La "Cultura di Fiorano" è caratterizzata da alcuni tipici contenitori ceramici: grandi orci quadriansati, fiaschi, scodelle e tazze decorate da linee verticali di punti impressi e linee incise. Per quanto riguarda la datazione dei rinvenimenti essi fanno riferimento al [[VI millennio a.C.]] e collocandoli quindi come i primi segni di presenza umana nella [[Provincia di Modena]]<ref name=messoriventuriarcheo/> quando l'attività si spostava da caccia e raccolta a coltivatrice ed allevatrice.
Presso Cave Cuoghi tra il 1967 ed il 1970 furono rinvenuti resti di una [[ceramica]] risalente al [[IV millennio a.C.]] riferibile alla "cultura dei vasi a bocca quadra"<ref name=messoriventuriarcheo/>.
 
A Fiorano Modenese la presenza di una civiltà [[Terramare|terramaricola]] nei pressi del torrente Corlo è testimoniata dai rinvenimenti di Fernando Malavolti nel [[1946]] nella proprietà Ravazzini di un consistente giacimento archeologico, spesso circa due metri<ref name=messoriventuriarcheo/>.
 
=== Storia antica ===
 
Per un lungo periodo abbandonato, il territorio modenese viene ripopolato da numerose fattorie e piccoli villaggi di capanne. I colonizzatori erano persone provenienti dall'[[Etruria]], si trasferirono gradualmente tra il [[IX secolo a.C.]] e il [[V secolo a.C.]]<ref name=messoriventuriarcheo/> per coltivare il fertile territorio emiliano. In questo periodo le principali attività umane riguardavano l'allevamento di [[bovini]], [[maiali]] e capriovini oltre che ad una massiccia produzione di ceramiche<ref name=messoriventuriarcheo/>.
Riga 82 ⟶ 84:
Engelberga nel marzo [[877]] fece testamento e dispose che tutte le sue sostanze sia presenti che future andassero al [[Chiesa di San Sisto (Piacenza)|monastero di San Sisto]] di [[Piacenza]], con tutte le case, le cose, le famiglie dei servi della gleba e quindi anche Fiorano<ref name=guidobucciardi />.
 
=== Storia moderna ===
Berta, figlia del re d'Italia [[Berengario I]], divenne badessa di San Sisto verso il 914, ed il 27 agosto 917 ottenne dal padre un diploma confermante alla stessa badessa Berta il monastero di San Sisto con tutte le sue corti, compresa quella di Camiazzo per tutta la sua vita<ref name=guidobucciardi />.
 
Riga 88 ⟶ 89:
 
Per merito del vescovo di Modena Ingone, verso il 1030, nacque la chiesa parrocchiale dedicata a San Giovanni Battista dentro la cinta muraria del castello con relativa torre campanaria ed annesso edificio ad uso di canonica<ref name=guidobucciardi />.
 
=== Da Matilde di Canossa ai comuni ===
 
Alla morte della madre [[Beatrice di Lotaringia|Beatrice di Lorena]], avvenuta nel 1076, [[Matilde di Canossa]] entrò in possesso di un vasto territorio che comprendeva anche Fiorano. Il 2 marzo 1108 la contessa Matilde di Canossa in persona si trovava presso il castello di Fiorano nonostante questo fosse di proprietà del vescovo di Modena<ref name=guidobucciardi2>{{Cita libro |titolo = Fiorano nelle vicende storiche del castello e del santuario dalle origini al 1859 |autore = Guido Bucciardi |editore = Tipografia Pontificia ed Arcivescovale dell'"Immacolata Concezione" |anno = 1934 |capitolo = Da Matilde di Canossa ai comuni |pp = 23-35 }}</ref>. Il vescovo aveva l'onore di accoglierla insieme a parecchi personalità illustri dell'epoca come Alberico figlio di Bulgaro (da Nonantola), Rodolfo da Garfagnano, Azzo da Sala, Alberto di Ioculo, Lanfranco da Savignano ed Alberto di Giampaolo<ref name=guidobucciardi2 />. Sappiamo della sua presenza grazie alla redazione di un atto, proprio in quel giorno, alla presenza di Matilde e del notaio che scrisse ''Actum in casto Floranelli''<ref name=guidobucciardi2 /> cioè atto rogato nel castello di Fioranello che in una delle prime volte viene così chiamato.
Riga 93 ⟶ 96:
Dopo la morte della contessa Matilde, la compagine dei suoi stai si sfasciò; sia perché [[Enrico V di Franconia]] ne occupò la maggior parte in sfregio alla Santa Sede che reclamava l'eredità della Gran Contessa, sia perché i popoli non volevano saperne di feudalesimo ed aspiravano a raggrupparsi in liberi comuni il più delle volte identificandosi con i confini della diocesi<ref name=guidobucciardi2 />. Dopo la morte di Matilde, i nobili Della Rosa ottennero l'investitura imperiale del fortilizio di [[Sassuolo]], edificato dalla stessa contessa e poi da loro ampliato. Nel [[1178]] e nel [[1187]], sull'esempio di tanti altri comuni rurali del modenese, anche i consoli del comune di Sassuolo giurarono fedeltà al comune di [[Modena]] nonostante Sassuolo fosse di diocesi reggiana<ref name=guidobucciardi2 />.
 
=== Prima signoria dei Pio ===
Nel 1264 fu eletto vescovo di Modena Matteo Pio appartenente alla famiglia dei [[Pio di Savoia]]. Nello stesso anno Manfredo Pio ottenne dal vescovo Matteo (suo cugino) l'investitura a titolo di custodia (che presto si convertì in signoria feudale) del castello di Fiorano<ref name=guidobucciardi3>{{Cita libro |titolo = Fiorano nelle vicende storiche del castello e del santuario dalle origini al 1859 |autore = Guido Bucciardi |editore = Tipografia Pontificia ed Arcivescovale dell'"Immacolata Concezione" |anno = 1934 |capitolo = Prima signoria dei Pio |pp = 36-50 }}</ref>. Manfredo Pio morì presto trasmettendo al figlio Egidio tutti i suoi diritti di signoria. Il 15 ottobre [[1309]] Egidio Pio vendette il castello di Fiorano e tutti i possedimenti ai nobili di Sassuolo: Francesco detto Sassolo Della Rosa, Azzo Della Rosa e Obizzo Della Rosa<ref name=guidobucciardi3 />. A quest'epoca il castello di Fiorano aveva un'unica cinta di mura, circondante la spianata del colle e racchiudente l'antica torre quadrilatera merlata<ref name=guidobucciardi4>{{Cita libro |titolo = Fiorano nelle vicende storiche del castello e del santuario dalle origini al 1859 |autore = Guido Bucciardi |editore = Tipografia Pontificia ed Arcivescovale dell'"Immacolata Concezione" |anno = 1934 |capitolo = I nobili della Rosa |pp = 51-77 }}</ref>. La cinta muraria racchiudeva anche la chiesa di San Giovanni Battista con annesso campanile, sagrato e canonica. Vi erano inoltre varie torri-case in cui risiedevano i signori del castello, tutte sulle mura. I nobili Della Rosa completarono entro l'autunno del 1312 le fortificazioni del castello aggiungendo un forte baluardo con torre circolare, munito di balestriere e coronato di piattaforma merlata nell'angolo nord-est delle mura<ref name=guidobucciardi4 />.
 
Nel 1264 fu eletto vescovo di Modena Matteo Pio appartenente alla famiglia dei [[Pio di Savoia]]. Nello stesso anno Manfredo Pio ottenne dal vescovo Matteo (suo cugino) l'investitura a titolo di custodia (che presto si convertì in signoria feudale) del castello di Fiorano<ref name=guidobucciardi3>{{Cita libro |titolo = Fiorano nelle vicende storiche del castello e del santuario dalle origini al 1859 |autore = Guido Bucciardi |editore = Tipografia Pontificia ed Arcivescovale dell'"Immacolata Concezione" |anno = 1934 |capitolo = Prima signoria dei Pio |pp = 36-50 }}</ref>. Manfredo Pio morì presto trasmettendo al figlio Egidio tutti i suoi diritti di signoria.
 
=== I nobili Della Rosa ===
 
Nel 1264 fu eletto vescovo di Modena Matteo Pio appartenente alla famiglia dei [[Pio di Savoia]]. Nello stesso anno Manfredo Pio ottenne dal vescovo Matteo (suo cugino) l'investitura a titolo di custodia (che presto si convertì in signoria feudale) del castello di Fiorano<ref name=guidobucciardi3>{{Cita libro |titolo = Fiorano nelle vicende storiche del castello e del santuario dalle origini al 1859 |autore = Guido Bucciardi |editore = Tipografia Pontificia ed Arcivescovale dell'"Immacolata Concezione" |anno = 1934 |capitolo = Prima signoria dei Pio |pp = 36-50 }}</ref>. Manfredo Pio morì presto trasmettendo al figlio Egidio tutti i suoi diritti di signoria. Il 15 ottobre [[1309]] Egidio Pio vendette il castello di Fiorano e tutti i possedimenti ai nobili di Sassuolo: Francesco detto Sassolo Della Rosa, Azzo Della Rosa e Obizzo Della Rosa<ref name=guidobucciardi3 />. A quest'epoca il castello di Fiorano aveva un'unica cinta di mura, circondante la spianata del colle e racchiudente l'antica torre quadrilatera merlata<ref name=guidobucciardi4>{{Cita libro |titolo = Fiorano nelle vicende storiche del castello e del santuario dalle origini al 1859 |autore = Guido Bucciardi |editore = Tipografia Pontificia ed Arcivescovale dell'"Immacolata Concezione" |anno = 1934 |capitolo = I nobili della Rosa |pp = 51-77 }}</ref>. La cinta muraria racchiudeva anche la chiesa di San Giovanni Battista con annesso campanile, sagrato e canonica. Vi erano inoltre varie torri-case in cui risiedevano i signori del castello, tutte sulle mura. I nobili Della Rosa completarono entro l'autunno del 1312 le fortificazioni del castello aggiungendo un forte baluardo con torre circolare, munito di balestriere e coronato di piattaforma merlata nell'angolo nord-est delle mura<ref name=guidobucciardi4 />.
 
Nella notte del 16 giugno 1325 [[Francesco dei Bonacolsi]], figlio di [[Rinaldo dei Bonacolsi]] detto "Passerino" e capitano di Modena, mosse il suo esercito verso Fiorano. All'alba del 17 giugno [[1325]] comparvero a Fiorano le prime cavallerie e poi arrivò il grosso dell'esercito con l'intento di conquistare il castello che, essendo ben difeso, non cadde e la guerra si trasformò in assedio<ref name=guidobucciardi4 />. Francesco dei Bonacolsi non si limitò alla guerra d'assedio ma mise in campo ogni genere di brutalità potesse indurre gli abitanti alla resa e così furono distrutti i campi di frumento prossimi alla maturazione, tagliate le viti, saccheggiate le abitazioni e poi distrutte, rovinati e riempiti di terra i pozzi d'acqua ed aggiunte carogne di animali morti e di putridume per renderli infruibili<ref name=guidobucciardi4 />. Uccise tutti gli abitanti che trovò specialmente vecchi, donne e bambini<ref name=guidobucciardi4 />. Durante l'assedio vi era ''Il Rosso dalle Cipolle'', uomo fidato e devotissimo a Sassolo Della Rosa incaricato di fare da messaggero con i rinforzi militari che dovevano arrivare da Bologna, l'uomo fu catturato da Francesco che lo fece caricare su di un [[trabucco (arma)|trabucco]] e lo lanciò all'interno del castello facendolo sfracellare nel piazzale con terribile orrore degli assediati<ref name=guidobucciardi4 />. Dopo otto giorni di assedio i Della Rosa decisero per una resa condizionata ad aver salva la vita di tutti i difensori e che questi potessero portare via con sé le loro cose. Francesco dei Bonacolsi accettò il patto e conquistò Fiorano<ref name=guidobucciardi4 />. Non appena conquistato il castello Francesco dei Bonacolsi fece radere al suolo e demolire tutte le fortificazioni ed incendiare gli edifici. Venne risparmiata solo la chiesa parrocchiale<ref name=guidobucciardi4 />.
Riga 114 ⟶ 123:
 
Nel 1373 ripresero le ostilità tra gli Este ed i Visconti, durante le quali, Francesco da Sassuolo fu imprigionato da [[Niccolò II d'Este]] (successore di Aldobrandino III)<ref name=guidobucciardi5 />. Per essere liberato Francesco da Sassuolo dovette rinunciare a tutti i suoi castelli - compreso quello di Fiorano - ed abbandonare il modenese. Durante il dominio estense, Fiorano ebbe come podestà nominati dal marchese: Francesco da Gragnano nel 1377, Alberto di Delfino da Rovigo nel 1378 e Giovanni de' Taviani nel 1393<ref name=guidobucciardi5 />.
 
=== Primo dominio estense ===
 
Il marchese [[Niccolò III d'Este]] decise di rendere Sassuolo una podesteria a cui furono assogettati tutti i comuni di Francesco della Rosa e quindi anche Fiorano; come podestà scelse Nascimbene Grassaleoni<ref name=guidobucciardi6>{{Cita libro |titolo = Fiorano nelle vicende storiche del castello e del santuario dalle origini al 1859 |autore = Guido Bucciardi |editore = Tipografia Pontificia ed Arcivescovale dell'"Immacolata Concezione" |anno = 1934 |capitolo = Primo dominio estense |pp = 92-104 }}</ref>. A partire dal 14 novembre 1432 il governatore di Fiorano divenne Iacopo Giglioli, segretario di Niccolò III, che tuttavia fu rimosso il 17 gennaio 1434 ed imprigionato a Ferrara dallo stesso marchese<ref name=guidobucciardi6 />.
 
Dopo la morte di Niccolò III, Fiorano passò al figlio naturale [[Leonello d'Este]] fino alla morte il 1º ottobre 1450. A Leonello successe il fratello [[Borso d'Este]] che fu l'ultimo marchese di Ferrara e primo duca di Ferrara, Modena e Reggio. Borso fece edificare un palazzo nel 1458 nel castello di Sassuolo e fece anche dipingere stanze e logge da celebri pittori modenesi. Tra questi vi era anche [[Bartolomeo degli Erri]] che lo storico Guido Bucciardi ritiene<ref name=guidobucciardi6 /> dipinse anche l'arcata sovrastante la porta di accesso al castello di Fiorano con l'effigie della beata vergine con in braccio il bambino Gesù, seppur senza documenti a sostegno, sotto l'incarico del duca Borso e su preghiera dei fioranesi, nello stesso anno 1460 in cui dipinse a Sassuolo. Altri storici come Carlo Malmusi ipotizzano che il dipinto fosse stato fatto da Angelo Calori oppure da [[Agnolo degli Erri]] fratello di Bartolomeo.
 
=== Seconda signoria dei Pio ===
 
Nel 1499 il duca [[Ercole I d'Este]] stipulò una convenzione con Giberto II Pio per la quale Giberto cedeva al duca di Ferrara le terre di Carpi e Soliera ricevendone in cambio Sassuolo e molti altri territori tra cui Fiorano<ref name=guidobucciardi6 />. Alla morte di Giberto II Pio, il 26 settembre 1500, Fiorano e gli altri feudi venivano ereditati dal figlio Alessandro<ref name="guidobucciardi7">{{Cita libro |titolo = Fiorano nelle vicende storiche del castello e del santuario dalle origini al 1859 |autore = Guido Bucciardi |editore = Tipografia Pontificia ed Arcivescovale dell'"Immacolata Concezione" |anno = 1934 |capitolo = Seconda signoria dei Pio |pp = 105-134 }}</ref>. Il 5 giugno 1501 vi fu un potente terremoto che fece crollare la torre del [[castello di Spezzano]]<ref name="guidobucciardi7" />.
Riga 128 ⟶ 141:
 
Il 30 giugno 1609 il duca di Modena [[Cesare d'Este]] pagò 215.000 [[Scudo (moneta)|scudi romani]] ad Enea Pio ponendo fine di fatto e di diritto al dominio dei [[Pio di Savoia|Pio]] su Fiorano che ritornava quindi sotto il governo estense<ref name="guidobucciardi7" />. Fiorano rimase aggregata a Sassuolo come podesteria fino al 1651.
 
=== Secondo dominio estense ===
 
Nel 1630 la [[Peste del 1630|peste]] che colpì la lombardia ed il nord Italia arrivò anche a Sassuolo ma Fiorano non fu colpita. Dai registri parrocchiali risulta che su una popolazione di 1000 abitanti tra il 1630 ed il 1631 morirono 34 persone di cui nessuna per peste<ref name="guidobucciardi8">{{Cita libro |titolo = Fiorano nelle vicende storiche del castello e del santuario dalle origini al 1859 |autore = Guido Bucciardi |editore = Tipografia Pontificia ed Arcivescovale dell'"Immacolata Concezione" |anno = 1934 |capitolo = Secondo dominio estense |pp = 135-166 }}</ref>. Siccome i fioranesi avevano tanto pregato l'immagine della Beata Vergine del Castello credettero che fosse un miracolo del dipinto ed iniziarono una raccolta fondi per erigere un oratorio<ref name="guidobucciardi8" />. Iniziarono quindi i lavori di costruzione del [[Santuario della Beata Vergine del Castello]] ad essa dedicato e realizzato su commissione del duca [[Francesco I d'Este]] secondo il progetto dell'architetto [[Bartolomeo Avanzini]] tra il 1631 e il 1634.
 
[[File:Filippo Antonio Coccapani.png|miniatura|verticale|Dipinto su tela del marchese Filippo Antonio Coccapani feudatario di Spezzano e Fiorano dal 1653 al 1723]]
Il duca Francesco I infeudò il territorio di Fiorano al marchese Alfonso Coccapani il 27 maggio 1651, il quale, già deteneva il feudo di Spezzano<ref name="guidobucciardi8" />. Il 27 luglio 1629 infatti, la rocca e la terra di Spezzano erano diventati feudo del marchese Guido Coccapani, padre di Alfonso<ref name="guidobucciardi8" />. Veniva così riunito il territorio fioranese e distaccato da [[Sassuolo]] che restava sotto il diretto dominio ducale.
 
=== Il feudo Coccapani ===
[[File:Filippo Antonio Coccapani.png|miniatura|verticale|Dipinto su tela del marchese Filippo Antonio Coccapani feudatario di Spezzano e Fiorano dal 1653 al 1723]]
 
Alfonso Coccapani prese formalmente possesso di Fiorano all'inizio di giugno 1651. Spezzano rimase il capoluogo del marchesato, nonché residenza del governatore o [[podestà]] o commissario agli ordini del marchese e che lo rappresentava tanto nell'amministrazione civile che in quella giudiziale. Alfonso ampliò le milizie fioranesi e le divise in quattro squadre<ref name="guidobucciardi9">{{Cita libro |titolo = Fiorano nelle vicende storiche del castello e del santuario dalle origini al 1859 |autore = Guido Bucciardi |editore = Tipografia Pontificia ed Arcivescovale dell'"Immacolata Concezione" |anno = 1934 |capitolo = Il feudo Coccapani |pp = 167-204 }}</ref>. Vietò inoltre molti giochi pericolosi, tenendo per se la caccia in tutta la giurisdizione<ref name="guidobucciardi9" />. Alla morte di Alfonso il 4 agosto 1653 ereditò il feudo suo figlio primogenito Filippo Antonio Coccapani.