Everest: differenze tra le versioni

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|latitudine_d = 27.988056
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|altrinomi = ''Chomolungma'' (tibetano, "madre dell'universo")<br />''珠穆朗瑪峰'' ''Zhumulangma'' (cinese)<br /> ''सगरमाथा'' ''Sagaramāthā'' (nepalese, "Dio del cielo")
|dataprimasalita = 29 maggio [[1953]]
|alpinistaprimasalita = [[Edmund Hillary]] e [[Tenzing Norgay]]
}}
{{quotecitazione|Perché vuole scalare l'Everest? Perché è lì|[[George Mallory]]<ref>Definite dal [[New York Times]], "le tre parole più celebri nell'alpinismo" [http://select.nytimes.com/gst/abstract.html?res=FA0717F83D5416738DDDA10994DB405B838EF1D3]</ref>}}
 
Il '''monte Everest''' è la [[vetta]] più alta del continente [[Asia|asiaticoasia]]tico e della [[Terra]] con i suoi {{M|8848||m}} di [[altitudine]] [[Livello del mare|s.l.m.]], situato nella [[catena montuosa|catena]] dell'[[Himalaya]] assieme ad altri [[ottomila]], al confine fra [[Cina]] e [[Nepal]]. Rientra dunque nelle cosiddette [[Seven Summits]] del Pianeta.
 
== Descrizione ==
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== Altezza dell'Everest ==
La storia della misurazione della quota del monte Everest (e di altre grandi montagne dell'[[Himalaya]] e del [[Karakorum]]), parte da un articolo di [[Alexander von Humboldt]] nel 1816 su “''Annales de Chemie et de Physique''”, che per primo si interessa dell’altezza delle montagne himalayane. Nel frattempo, si era già avviata la ciclopica campagna di misurazioni e livellazioni topografiche che durerà oltre 60 anni (dal 1802 al 1866), nota con il nome di GTS (''Great Trigonometrical Survey''), effettuata dagli inglesi del Survey of India, che rilevano (per finalità non solo conoscitive ma anche di controllo dei territori occupati) tutta la penisola indiana per arrivare fino alle lontane montagne. Nel 1852 un operatore indiano del Survey, Radhanath Sikdar, nel verificare i complessi calcoli sulle osservazioni strumentali, individua per la prima volta tra le lontane vette dell'Himalaya una cima, che era stata denominata Peak XV, come la montagna più elevata, e le attribuisce la quota di 29.002 &nbsp;ft / 8.840 m. Questa misura, incredibilmente vicina alla misura di quota attuale, viene ufficializzata nel 1856, e nel 1865 al Peak XV viene attribuito il nome di monte Everest, in onore di [[George Everest]], British Surveyor General del GTS dal 1830 al 1843.
 
=== Difficoltà di misura ===
[[File:Everest 3D.gif|thumb|Everest 3D]]
Nel comprendere la difficoltà della misura, va considerato in primo luogo che le misure di quota vengono effettuate riferendosi al [[livello del mare]], una superficie tuttavia "dinamica" che cambia giornalmente (maree) e da stagione a stagione, e che sta lentamente aumentando anno dopo anno. Potremmo dire che si tratta di una superficie di per sé piuttosto inadatta per farci un qualche riferimento, se non fosse che è tuttora il riferimento più semplice per una misura di [[Altitudine|quota]]. Nel caso di una montagna va inoltre considerato il problema quando essa è lontana o molto lontana dal mare (nel caso dell'Everest l'oceano Indiano è a {{M|700|k|m}} a sud, ma il mareografo di riferimento di Karachi in Pakistan sull'[[oceano Indiano]] è a oltre 2.000 &nbsp;km a ovest e quello di [[Tsingtao|Qingdao]] adottato generalmente dai cinesi sul [[Mar Giallo]] è a oltre 3.200 &nbsp;km a est).
 
Nelle misure storiche della quota dell'Everest, fino al 1992 vengono generalmente impiegati strumenti ottici ([[teodolite]], livello) che, partendo dal livello del mare sulla costa (o meglio da capisaldi fissi realizzati in occasione delle varie campagne di misure), considerata la curvatura della Terra e (non sempre) i possibili fenomeni di rifrazione della luce nell'attraversare gli strati d'aria, permettono con la misura di distanze e angoli il calcolo delle quote. Queste misure differiscono pertanto tra loro, oltre che per la precisione degli strumenti via via impiegati, anche a seconda del [[mareografo]] di riferimento, e se tengono più o meno in considerazione i fenomeni di rifrazione dell'aria. Dopo i rilievi del Survey of India, seguono così le misurazioni del 1904 di S. G. Burrard, sempre del Survey of India (con 8.882 m), di De Graaf Hunter nel 1930 (8.854 ± 5 m), di B.L. Gulatee nel 1952 (29.028 ± 10 &nbsp;ft, 8.848 m). Un'importante spedizione cinese nel 1975 conferma ancora un'altezza di 8.848 m (29.029 ± 1 &nbsp;ft, 8.848,13 ± 0,35 m) e per la prima volta viene effettuata una misura speditiva dello spessore della neve in cima, di {{M|92|c|m}}.
 
=== Everest e K2 ===
Nel [[1987]], lo studioso italiano [[Ardito Desio]], sollecitato dalla curiosa notizia apparsa l'anno prima che uno statunitense, George Wallenstein, aveva rimisurato l'elevazione del [[K2]] con la nuova tecnologia satellitare che stava sviluppandosi in quegli anni, e che le elaborazioni dell'Università di Washington fornivano una quota presumibilmente compresa tra 29.064 &nbsp;ft / 8.859 m e 29.228 &nbsp;ft / 8.909 m, superiore addirittura a quella dell'Everest, organizza in breve tempo una spedizione in [[Asia]] per verificare la quota di entrambe le montagne (una nel [[Karakorum]], l'altra in [[Himalaya]]). Utilizzando in questo caso la nuova tecnologia satellitare per le quote dei campi base, e la tecnologia ottico-elettronica tradizionale per i rilevamenti delle cime, confermava che l'Everest conservava il suo primato. Restava però la necessità di verificare con tecniche moderne le quote effettive delle due montagne.
 
=== Le misurazioni recenti ===
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Nel [[1992]] l'alpinista francese [[Benoit Chamoux]], della spedizione scientifica italo-cinese Ev-K2-[[CNR]]/NNSM di [[Agostino Da Polenza]] ("allievo" di [[Ardito Desio]] ), misura per la prima volta la quota dell'Everest anche con il GPS (e con un nuovo tentativo di verifica dello spessore della neve, con una sondina da valanga).<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Giorgio Poretti, Roberto Mandler|rivista=MontagnaNews|numero=1|anno=2012|titolo=160 anni di misure|url=http://www.montagna.tv/cms/wp-content/uploads/2012/04/MN-Everest-Ita_-bassa-def.pdf|p=2|accesso=11 marzo 2013}}</ref> Utilizzando un valore N di separazione geoide-ellissoide pari a −25,14 m, la quota della cima nevosa, elaborata dal professor Giorgio Poretti, risulta essere di 8.848,65 ± 0,35 m. Lo spessore della neve risulta incerto per la possibile presenza di ghiaccio, ma vengono comunque attraversati oltre 2 metri di neve.
 
Una nuova misurazione con GPS viene eseguita nel maggio [[1999]] da un gruppo di 9 alpinisti della American Everest Expedition del [[National Geographic]] organizzata da [[Bradford Washburn]], noto esploratore e cartografo, fondatore del Boston Museum of Science. Le elaborazioni forniscono un valore di 29.035,2 &nbsp;ft / 8.850 m mentre falliscono i tentativi (nel 1998 e nel 1999) di far arrivare in cima un nuovo strumento, un [[georadar]], in grado di individuare la cima rocciosa sepolta dalla neve.
 
Nel [[2004]], in occasione delle spedizioni scientifico-alpinistiche italiane all'Everest e al K2 (capospedizione nuovamente Agostino Da Polenza) per celebrare il cinquantenario della [[Spedizione al K2 del 1954|prima salita del K2]], viene effettuata tra l'altro una complessa rimisurazione della quota di vetta dell'Everest con GPS, accoppiato per la prima volta con un georadar sperimentale che permette di rilevare sia la quota della copertura nevosa, sia la presenza della roccia sottostante. La mattina del 24 maggio gli alpinisti Claudio Bastrentaz, Alex Busca e [[Karl Unterkircher]] (tutti senza impiego dell'ossigeno), con [[Mario Merelli]], e con la collaborazione del sirdar nepalese Serap Jangbu [[Sherpa]] e di Lhapka Tshering Sherpa, raggiungono la cima dal versante nord.<ref>{{cita web|url=http://www.planetmountain.com/News/shownews4.lasso?l=1&keyid=34557|titolo=Cima dell'Everest per la spedizione K2-2004|editore=planetmountain.com|autore=Serafino Ripamonti|data=24 maggio 2004|accesso=9 marzo 2013}}</ref> Effettuano per oltre 2 ore il rilievo, che comprende inoltre un secondo GPS "master" fisso in cima, uno terzo posizionato al caposaldo cinese presso il [[campo base]] in Tibet, e un collegamento alla stazione GPS permanente presso il Laboratorio "Piramide Ev-K2-CNR" sul versante [[Nepal]]. Le elaborazioni successive, coordinate dal professor Poretti, considerano un valore N di separazione geoide-ellissoide aggiornato di −28,74 m e forniscono per la roccia sepolta una quota di 8.848,82 ± 0,23 m e uno spessore della neve di {{TA|3,70 m}}, con una quota di 8.852,12 ± 0,12 m per la cresta nevosa sommitale.<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Giorgio Poretti, Roberto Mandler, Marco Lipizer|data=24 maggio 2004|titolo=L'altezza delle montagne: una nuova misura di quota del Monte Everest|url=http://www.sogestgeo.it/Ev-elevation/AltezzaEverest.pdf|accesso=8 marzo 2013}}</ref>
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=== Statistiche e record ===
Al 2010 risultano {{TA|5 104}} le persone che sono riuscite a raggiungere con successo la vetta dell'Everest,<ref>{{en}} {{cita web|lingua=en|url=http://www.8000ers.com/cms/en/download.html?func=fileinfo&id=215|titolo=Routes - Everest|editore=8000ers.com|data=24 settembre 2011|accesso=8 marzo 2013}}</ref> e 219 quelle che vi hanno perso la vita.<ref>{{en}} {{cita web|lingua=en|url=http://www.8000ers.com/cms/en/download.html?func=fileinfo&id=171|titolo=Fatalities - Everest|editore=8000ers.com|data=6 maggio 2011|accesso=8 marzo 2013}}</ref>
 
Il record di salite lo detiene l'alpinista e portatore [[sherpa]] [[nepal]]ese [[Apa Sherpa]] con ventuno ascensioni (a maggio 2011).<ref>{{en}} {{cita web|lingua=en|url=http://www.alpinist.com/doc/web11s/newswire-apa-sherpa|titolo=Apa Sherpa Summits Everest 21 Times|editore=alpinist.com|autore=Keese Lane|data=11 maggio 2011|accesso=8 marzo 2013}}</ref>
 
Il record di velocità di salita con utilizzo di ossigeno è stato stabilito il 21 maggio 2004 da Pemba Dorjie Sherpa in 8 ore e 10 minuti. I record precedenti, sempre con utilizzo di ossigeno, erano di Lhakpa Gelu Sherpa, il 25 maggio 2003 in 10 ore e 56 minuti e dello stesso Pemba Dorjie, il 22 maggio 2003 in 12 ore e 45 minuti.<ref>{{cita libro|autore=[[Silvio Mondinelli]]|titolo=Alpinismo d'alta quota|editore=[[Hoepli (casa editrice)|Hoepli]]|anno=2009|url=http://books.google.it/books?id=ETXF6jtHgQ8C|p=100|isbn=978-88-203-4395-8}}</ref>
 
[[File:Apa Sherpa.jpg|thumb|[[Apa Sherpa]] è salito ventuno volte sull'Everest]]
L'alpinista più giovane ad aver raggiunto la vetta dell'Everest è [[Jordan Romero]], all'età di 13 anni. La salita è avvenuta il 22 maggio 2010 insieme al padre Paul, la compagna del padre Karen Lundgren e tre portatori sherpa, Ang Pasang Sherpa, Lama Dawa Sherpa e Lama Karma Sherpa. La via di salita è stata la cresta nord-est, sul versante cinese, ed è stata effettuata in [[stile himalayano]] e con utilizzo di bombole di ossigeno.<ref>{{Cita web|url=http://www.repubblica.it/sport/2010/05/22/news/tredicenne_everest-4253904/|titolo=A 13 anni sul tetto del mondo Il più giovane a scalare l'Everest|editore=repubblica.it|data=22 maggio 2010|accesso=8 marzo 2013}}</ref><ref>{{en}} {{cita web|lingua=en|url=http://www.himalayandatabase.com/2010%20Season%20Lists/2010%20Spring%20A3.html|titolo=Himalayan Database Expedition Archives|editore=himalayandatabase.com|accesso=8 marzo 2013}}</ref> Prima di Romero il record era stato detenuto dallo sherpa Temba Tsheri, il 24 maggio 2001 a 15 anni e dal britannico Edward Michael Grylls, meglio noto come [[Bear Grylls]], nel 1998 a 23 anni.
 
La più giovane alpinista donna a raggiungere la vetta è la [[sherpa]] [[nepal]]ese [[Ming Kipa]], il 24 maggio 2003 a 15 anni.<ref>{{cita web|url=http://www.guardian.co.uk/world/2003/may/25/everest.nepal|titolo=Teenage girl conquers Everest, 50 years on|lingua=en|editore=guardian.co.uk|autore=Luke Harding|data=25 maggio 2003|accesso=9 marzo 2013}}</ref> La più giovane non nepalese è la statunitense [[Samantha Larson]], che ha salito l'Everest il 16 maggio 2007 a 18 anni.<ref>{{cita web|url=http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2007/05_Maggio/21/scalatrice_montagne_everest_samantha.shtml|titolo= A 18 anni sulle vette dei sette continenti|editore=corriere.it|autore=Francesco Tortora|data=21 maggio 2007|accesso=9 marzo 2013}}</ref>
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Nel 1996 lo svedese [[Göran Kropp]] è divenuto la prima persona a raggiungere l'Everest in bicicletta partendo da casa, scalarlo senza ossigeno e tornare in bicicletta.<ref>{{cita web|url=http://community.seattletimes.nwsource.com/archive/?date=20021002&slug=swede02m0|titolo=Adventurer is killed in fall: Göran Kropp was elite climber, skier, cyclist|lingua=en|editore=seattletimes.nwsource.com|autore=Dave Birkland and Craig Welch|accesso=11 marzo 2013}}</ref>
 
Nel 1991 all'età di 28 anni, [[Battistino Bonali]] è divenuto il più giovane alpinista italiano ad aver scalato l'everest in puro [[stile alpino]] per il versante Nord.<ref name="everestsummiteersassociation.org">{{Cita web|autore = |url = http://www.everestsummiteersassociation.org/index.php?option=com_content&view=article&id=25:italy|titolo = List of successful climbers in chronological order starting from 1953 to 2009 Spring on the summit of Everest.|accesso = |data = }}</ref><ref>{{Cita libro|autore = Oreste Forno|titolo = grazie montagna|anno = 1994|editore = Grafica Sovino|città = }}</ref>
 
=== Traversate e concatenamenti ===
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* ''Cresta nord e couloir Norton'' - 20 agosto 1980 - Prima salita di [[Reinhold Messner]] in solitaria e senza uso di ossigeno. Questa salita rappresenta anche la prima ascensione in solitaria assoluta dell'Everest. Messner partì il 29 giugno da [[Lhasa]] con l'amica fotografa Nena Hòlguin e con l'aiuto di una spedizione minima giunsero al campo base. Le condizioni della neve non erano adatte alla scalata e quindi intraprese un viaggio nel Tibet occidentale fino al 16 agosto. Il 18 agosto, partendo dal campo base avanzato salì fino a circa {{TA|7 800 m.}} Qui trovò troppa neve per proseguire sulla cresta nord e raggiungere la cresta nord-est. Il 19 agosto allora intraprese una traversata della parete fino al ''couloir Norton'', secondo una nuova via che aveva studiato dal campo base. Il 20 agosto raggiunse la vetta alle 15:00.<ref name="sm14o7679" />
* ''Great Couloir'' - 3 ottobre 1984 - Prima salita degli australiani [[Tim Macartney-Snape]] and [[Greg Mortimer]].<ref>{{cita libro|autore=William L. Steffen|titolo=Himalayan Dreaming: Australian Mountaineering in the Great Ranges of Asia 1922-1990|editore=ANU E Press|anno=2010|lingua=inglese|url=http://books.google.it/books?id=RS0K3RxgECUC|pp=171-181|capitolo=An unforgettable face|isbn=978-1-921666-17-9}}</ref>
* ''Great Couloir'' - 17 maggio 1991 - Prima salita dell'italiano [[Battistino Bonali]] e del ceco [[Leopold Sulovský]] senza portatori e senza uso di ossigeno, modificando la via degli australiani. La via seguita si sviluppo lungo il Great Couloir (Norton), superato per la prima volta integralmente in quella occasione (fascia rocciosa di 80 metri a 8400 m con difficoltà di 5º grado).<ref name="everestsummiteersassociation.org"/><ref>{{Cita libro|autore = Oreste Forno|titolo = grazie montagna|anno = 1994|editore = Grafica Sovico|città = }}</ref><ref>{{Cita web|autore = |url = http://www.everestsummiteersassociation.org/index.php?option=com_content&view=article&id=25:italy|titolo = List of successful climbers in chronological order starting from 1953 to 2009 Spring on the summit of Everest.|accesso = |data = }}</ref><ref>{{Cita web|autore = Todo Vertical|url = http://www.todovertical.com/?opt=not&Noticia=1540|titolo = 1991: Ruta Parcial del Corredor Norton o Ruta debajo del Collado Norte - Corredor Norton|accesso = |data = }}</ref><ref>{{Cita web|autore = Oreste Forno|url = http://publications.americanalpineclub.org/articles/12199225903/Asia-Tibet-Everest-Great-Couloir|titolo = Asia, Tibet, Everest, Great Couloir|accesso = |data = }}</ref>
* ''Couloir nord-nordest'' - 20 maggio 1996 - Prima salita dei russi Valeri Kokhanov, Piotr Kuznetsov e Grigori Semikolenov.<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Vladimir Shataev|volume=71|anno=1997|titolo=Mount Everest, North-Northeast Face, New Route|url=http://books.google.it/books?id=FattUWiYu80C|lingua=inglese|p=344|isbn=978-1-933056-44-9|accesso=12 marzo 2013}}</ref>
* ''Parete nord diretta'' - 30 maggio 2004 - Prima salita dei russi Pasha Shabalin, Ilyas Tuhvatullin e Andrey Mariev.<ref>{{cita web|url=http://www.alpinist.com/doc/ALP08/climbing-note-everest|titolo=Mount Everest, North Face direct|lingua=en|editore=alpinist.com|data=1º settembre 2004|accesso=12 marzo 2013}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.planetmountain.com/News/shownews4.lasso?l=1&keyid=34563|titolo=Parete nord dell'Everest: vetta e via nuova per i russi|editore=planetmountain.com|data=1º giugno 2004|accesso=12 marzo 2013}}</ref>
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[[Categoria:Seven Summits]]
[[Categoria:Record]]
 
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