Luigi Cadorna: differenze tra le versioni
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*Robert B. Asprey. ''L'alto comando tedesco''. Milano, Rizzoli, 1993</ref>.
A causa di tale stato di cose Cadorna poté esercitare il proprio potere in modo quantomeno arbitrario, facendo e disfacendo i quadri superiori delle forze armate: famigerata divenne in particolare la pratica dei siluramenti indiscriminati che, per unanime consenso, tanta parte ebbe nel minare seriamente il morale e la combattività dell'esercito. Il sollevamento dal comando per le più disparate ragioni (sino a giungere al paradosso dei siluramenti "preventivi"<ref>Mario Silvestri. ''Isonzo 1917'', Milano, Mondadori, BUR, 2001</ref><ref name="Silvestri2">Mario Silvestri. ''Caporetto''. Milano, BUR, 2003</ref>) divenne pratica talmente diffusa da inibire completamente lo spirito d'iniziativa dei comandanti ad ogni livello, ciascuno paventando di essere rimosso dal proprio superiore diretto anche in conseguenza di scacchi e fallimenti marginali. In realtà Cadorna riteneva che i comandanti, formati tutti in tempo di pace, fossero per lo piu' inadatti al comando in guerra ed utilizzava i siluramenti allo scopo di far emergere i migliori. Il maggiore e più grave difetto era quello di non voler condividere con i soldati le durezze della guerra: esso si verificò soprattutto nella seconda armata ed è confermato da una lettera che il Duca d'Aosta inviò a Cadorna il 26 ottobre 1917.
==Monumenti ed opere intitolate a Cadorna==
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