Zenobia: differenze tra le versioni
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| consorte = [[Settimio Odenato]]<ref name="HAGallieno13.1"/>
| figli = [[Vaballato]]
| padre = Giulio Aurelio
| madre = ignota
| data di nascita = [[240]]
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Intorno 266, Zenobia e Odenato ebbero un figlio, il secondo erede del sovrano: [[Vaballato|Lucio Julius Aurelius Settimio Vaballathus Atenodoro]]. ''Vaballathus'' (latino dall'aramaico והב אלת / Wahballat, "''Dono della Dea''") ereditò il nome del nonno paterno Odenato.
Alla fine del [[267]] o forse all'inizio del [[268]], suo marito, [[Settimio Odenato]], a cui l'imperatore [[Gallieno]] aveva concesso il titolo di ''re dei re,'' fu assassinato, ad [[Emesa]], assieme al figlio [[Settimio Erodiano|Hairan]] (o Erode o Erodiano)<ref name="HAGallieno13.1" /><ref>Secondo [[Andreas Alföldi]], [[Settimio Erodiano|Hairan]] era figlio di primo letto, mentre Erodiano era il figlio maggiore di Zenobia.</ref> e ad un suo fedele collaboratore, il governatore militare di Palmira, Settimio Vorode. Furono assassinati da [[Maconio]]<ref>[[Maconio]] non riuscì a succedere allo zio (o cugino) perché fu assassinato subito dopo. [[Maconio]] forse era stato sobillato dall'imperatore [[Gallieno]], con la promessa di metterlo al posto di [[Settimio Odenato|Odenato]], ma molto più probabilmente da Zenobia, che voleva che ad Odenato succedesse uno dei suoi figli e non [[Settimio Erodiano|Hairan]] che era figlio della prima moglie del marito.</ref>, cugino o nipote (a seconda delle fonti) di Odenato, su mandato della stessa Zenobia, che aspirava a governare su Palmira assieme al figlio legittimo, che però era secondogenito di Odenato e quindi sarebbe stato escluso dalla successione. <ref>Daniel, p. 32</ref>
=== Sconfitta dell'imperatore romano Gallieno ===
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<nowiki> </nowiki>Comunque, alla luce di questi avvenimenti, si rafforzò la convinzione che il regno di Palmira avesse la missione di governare l'Oriente e Zenobia, reggente al posto del figlio [[Vaballato]], ma di fatto unica sovrana, prima concluse un accordo con l'imperatore [[Claudio II il Gotico]], che ratificava la situazione creatasi in Oriente, cioè i confini del regno di Odenato, e solo dopo la morte dell'imperatore Claudio, avvenuta nel [[270]], guidò la ribellione contro l'autorità imperiale.
Zenobia si autonominò ''Augusta'' e proclamò il figlio ''Augusto''. Zenobia conquistò nuovi territori e accrebbe i domini del Regno di Palmira, in memoria del marito e per lasciare una cospicua eredità a suo figlio. Inizialmente l'obbiettivo della regina era quello di tutelare l'integrità della parte orientale dell'Impero Romano dall'[[Sasanidi|Impero sasanide]] di [[Sapore I]], come aveva già fatto in passato il marito Odenato ([[Campagne sasanidi di Odenato]]), e mantenere un rapporto di pace con Roma. Per i primi anni Zenobia si era limitata a conservare e rafforzare il regno lasciatole dal consorte (la [[Cilicia]], la [[Siria]], la [[Mesopotamia]] e l'[[Penisola araba|Arabia]]), mantenendo buoni rapporti con Roma. <ref>forrest, p. 51</ref>
Tuttavia, sia per gli sforzi di Zenobia che per il momentaneo scarso interesse di Roma a far valere il proprio dominio su quelle terre, non fecero altro che accrescere la potenza del suo trono e la nascita del [[Regno di Palmira|Regno indipendente di Palmira]].
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== Bibliografia ==
* AA. VV., ''Zenobia. Il sogno di una regina d'Oriente '', Catalogo Electa della mostra di [[Palazzo Bricherasio]] a [[Torino]] (2002) ISBN 88-435-9843-0
* [[Andreas Alföldi]], Le invasioni delle popolazioni stanziali, dal Reno al Mar Nero, in «Storia del mondo antico», vol. IX, 1999, pp. 450-477
* [[Andreas Alföldi]], La crisi dell'impero (249-270 d.C.), in «Storia del mondo antico», vol. IX, 1999, pp. 478-550
* Antoine B. Daniel, ''Una regina contro Roma. La caduta di Palmira'', Cairo, Milano 2007.
* Alexandra J. Forrest, ''Il sogno di una regina'', Mondadori, Milano 2008.
* [[Harold Mattingly]], La ripresa dell'impero, in «Storia del mondo antico», vol. IX, 1999, pp. 599-655
* Bernard Simiot, ''Zenobia di Palmira. Un'appendice storiografica'', Franco Maria Ricci, Milano 1993.
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