Operazione Deny Flight: differenze tra le versioni

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[[File:F-16 deliberate force.JPG|thumb|left|Un F-16 statunitense rientra alla base dopo un raid sulla Bosnia]]
 
La situazione militare stava nel frattempo cambiando rapidamente. Il 4 agosto le forze croate scatenarono una grande offensiva ([[operazione Tempesta]]) travolgendo nel giro di tre giorni le difese della Repubblica Serba di Krajina e portando alla sua dissoluzione, con il conseguente esodo di 200.000 serbo-croati dal paese, in fuga dalle violenze delle truppe croate<ref name=Finlan-81>{{cita|Finlan|p. 81}}.</ref>; l'offensiva fu preceduta di poche ore da un attacco di quattro F/A-18 statunitensi a due radar di difesa aerea dei serbo-croati a [[Tenin|Knin]] e all'aeroporto di Udbina, anche se non risulta con certezza che l'azione fosse stata in qualche modo coordinata con i croati<ref>{{cita|Pirjevec|p. 491}}.</ref>. Il crollo della Krajina portò alla fine del blocco dell'enclave di Bihać e a una serie di offensive da parte dei croato-bosniaci e dei bosgnacchi, che iniziarono a guadagnare molto territorioterreno nella Bosnia occidentale; per rappresaglia, i serbo-bosniaci ripresero i bombardamenti su Goražde e Sarajevo<ref name=Finlan-81 />.
 
Il 28 agosto cinque colpi di mortaio sparati dalle postazioni serbo-bosniache colpirono il centro di Sarajevo: uno si abbatté sulla piazza di ''Markale'', uccidendo 39 civili e ferendone altri 90; l'azione provocò forte indignazione nelle opinioni pubbliche occidentali, e il presidente Clinton ebbe gioco facile nello spronare gli alleati europei all'azione<ref>{{cita|Pirjevec|p. 501}}.</ref>. In quel momento, il generale Janvier aveva lasciato il comando di Zagabria per una licenza mentre Boutros-Ghali era a letto con l'influenza e aveva delegato le sue decisioni al suo vice [[Kofi Annan]]: senza frapporre troppi ostacoli, Annan acconsentì alla richiesta statunitense di trasmettere il potere decisionale spettante a Janvier al generale Rupert Smith a Sarajevo, il quale la sera del 28 agosto diede la sua autorizzazione agli attacchi aerei della NATO senza ulteriori consultazioni con i suoi superiori alle Nazioni Unite; mentre le forze dell'alleanza si andavano radunando, il generale Smith tenne un atteggiamento prudente, rilasciando alla stampa e allo stesso Mladić rassicuranti dichiarazioni sul fatto che i responsabili della strage di ''Markale'' non erano ancora stati individuati con precisione, mentre contemporaneamente gli ultimi caschi blu ancora presenti nelle zone controllate dai serbo-bosniaci venivano fatti ritirare con discrezione<ref name=Finlan-82>{{cita|Finlan|p. 82}}.</ref>.