Leonardo da Vinci: differenze tra le versioni

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La sessualità
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== La personalità di Leonardo ==
{{vedi anche|Vita personale di Leonardo da Vinci}}
=== Presunta omosessualità ===
[[File:Leonardo da Vinci - Angelo Incarnato.jpg|thumb|Disegno erotico, forse con modifica di [[Gian Giacomo Caprotti]] (Salai).]]
[[File:School of Leonardo da Vinci - (Salai).jpg|thumb|Ritratto di Gian Giacomo Caprotti, detto Salaì, di anonimo, ca 1495, [[Vaduz]], Fondazione Alois]]
Che Leonardo possa essere stato [[omosessuale]], è un'ipotesi incerta ma, secondo alcuni studiosi<ref name="M139"/>, sarebbe avvalorata da alcuni documenti e altri indizi, a partire dalla doppia denuncia anonima del [[1476]] in cui veniva accusato di [[sodomia]] assieme ad altri quattro giovani fiorentini, tra cui due di famiglia patrizia (una Salterelli e un [[Tornabuoni]]), conclusasi con un ammonimento. Secondo altri studiosi, le accuse che portarono al giudizio erano calunniose e create al solo fine di screditare gli interessati (all'epoca esisteva il reato di [[sodomia]]); sempre secondo questi autori è improbabile che lui fosse realmente un omosessuale<ref name=storia>[http://www.storiainrete.com/6826/rinascimento/la-leggenda-di-leonardo-da-vinci-omosessuale/ La leggenda di Leonardo Da Vinci omosessuale – Storia In Rete]</ref>. Leonardo non ebbe comunque relazioni note con donne, non si sposò mai, non ebbe figli, e lo stesso [[Vasari]] pubblicò accenni alla bellezza dei suoi discepoli<ref>[[s:Le vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori (1568)/Lionardo da Vinci|Le vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori (1568)/Lionardo da Vinci - Wikisource<!-- Titolo generato automaticamente -->]]</ref>. Secondo alcuni è infatti controverso il rapporto con i suoi allievi [[Francesco Melzi|Melzi]] e [[Gian Giacomo Caprotti|Caprotti]], molto più giovani di lui e avvenenti: forse furono semplici garzoni, forse oltre al discepolato si era instaurato un legame [[pederasta|pederastico]]<ref name="M139"/>. Il nobile Francesco Melzi, dopo la morte di Leonardo rientrò in patria, si sposò, ebbe ben otto figli e fu sempre ben considerato tra i più importanti patrizi milanesi. Altri indizi vengono dedotti dalla esistenza di disegni erotici privati dell'artista, tra cui in particolare uno nella [[Royal Collection]] in cui un efebo, dalle fattezze tipiche dei suoi modelli, è ritratto in evidente [[itifallia]].
=== La sessualità ===
 
Leonardo non si sposò mai e forse non ebbe figli, e non vi siano relazioni sessuali documentate. Secondo alcuni è infatti controverso il rapporto con i suoi allievi [[Francesco Melzi|Melzi]] e [[Gian Giacomo Caprotti|Caprotti]], molto più giovani di lui e avvenenti: forse furono semplici garzoni, forse oltre al discepolato si era instaurato un legame [[pederasta|pederastico]]<ref name="M139" />. Il nobile Francesco Melzi, dopo la morte di Leonardo rientrò in patria, si sposò, ebbe ben otto figli e fu sempre ben considerato tra i più importanti patrizi milanesi. Altri indizi vengono dedotti dalla esistenza di disegni erotici privati, forse attribuibili all'artista, tra cui in particolare uno nella [[Royal Collection]] in cui un efebo, dalle fattezze tipiche dei suoi modelli, è ritratto in evidente [[itifallia]].
Dalla nota dello stesso Leonardo, «ne la mia prima ricordazione della mia infanzia è mi parea che, essendo io in culla, che un nibbio venissi a me e mi aprissi la bocca colla sua coda, e molte volte mi percotessi con tal coda dentro alle labbra»,<ref>Codice Atlantico c 61 r</ref> derivò l'interpretazione di [[Sigmund Freud]], nel suo libro ''Un ricordo d'infanzia di Leonardo da Vinci'', pubblicato nel [[1910]], come fantasia di un atto sessuale orale, mentre il nibbio rappresenterebbe androginicamente la madre; dalla curiosità sessuale infantile dell'artista deriverebbe la sua curiosità artistica e scientifica mai soddisfatta e conclusa<ref name="M139"/>.
 
Da questa interpretazione data da Freud deriva, in massima parte, la teoria moderna sulla presunta omosessualità di Leonardo perché fu proprio dal saggio ''Un ricordo d'infanzia di Leonardo da Vinci'' che diversi episodi della vita di Leonardo furono rianalizzati come "prove" a favore della sua omosessualità. Tuttavia, tale interpretazione era basata su una traduzione imprecisa di [[Marie Herzfeld]] che tradusse erroneamente "nibbio" con "geier", cioè avvoltoio. Lo stesso Freud, venuto a sapere di questo errore di traduzione, confessò il suo disappunto a [[Lou von Salomé]] perché, come ebbe a dire, considerava il proprio saggio su Leonardo come la cosa più bella che avesse mai scritto.<ref>{{Cita libro|autore=Nick Rennison|titolo=Freud and psychoanalysis: almost everything you need to know in one essential guide|anno=2001|editore=Pocket Essentials|città=Harpenden|isbn=1-903047-54-4|url=http://www.scribd.com/doc/17427910/Sigmund-Freud-and-Psychoanalysis#page=20|accesso=11 luglio 2012|p=19}}</ref> Pertanto, l'ipotesi formulata da Freud, basata su alcuni geroglifici egizi che rappresentavano la madre come "avvoltoio", non può essere applicata al racconto di Leonardo.
 
=== Irreligiosità ===
LaSe l'omosessualità di Leonardo resta incerta, con tutte le possibili disquisizioni su quanto questo possa aver influito o meno sulla sua arte<ref name="M139"/>, la sua [[irreligiosità]] e scetticismo sono indubbi, legati alle osservazioni del Vasari, per il quale «tanti furono i suoi capricci, che filosofando de le cose naturali, attese a intendere la proprietà delle erbe, continuando et osservando il moto del cielo, il corso della luna e gli andamenti del sole. Per il che fece ne l'animo un concetto sì eretico, che è non si accostava a qualsivoglia religione, stimando per avventura assai più lo esser filosofo che cristiano».
 
L'Aretino, secondo il suo costume di inventare anche fatti che rendessero edificante la vita dei biografati per i quali provava stima e simpatia, scrive che «vedendosi vicino alla morte, disputando de le cose cattoliche, ritornando nella via buona, si ridusse a la fede cristiana con molti pianti. Laonde confesso e contrito, se bene è non poteva reggersi in piedi, volse devotamente pigliare il Santissimo Sacramento fuor de 'l letto», morendo poi nelle braccia del re Francesco I.