Serafino da Montegranaro: differenze tra le versioni
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Serafino apparteneva ad un famiglia povera, alla nascita gli venne dato il nome Felice dal padre Gerolamo Rapagnano e dalla madre Teodora Giovannuzzi. In gioventù lavorò come custode di gregge. A 16 anni mentre lavorava in un cantiere assieme al fratello, nei momenti liberi restava estasiato ad ascoltare le storie sacre che la figlia del padrone leggeva ad alta voce, tanto che fu incoraggiato da lei ad entrare in [[convento]] a [[Tolentino]].
Fu accolto come fratello laico nell'[[Ordine dei Frati Minori Cappuccini]] e fece noviziato a [[Jesi]]. Peregrinò per tutti i conventi delle [[Marche]], perché, nonostante la buona volontà e la massima diligenza che poneva nel fare le cose, non riusciva ad accontentare né superiori, né confratelli, che non gli risparmiarono rimproveri, spesso motivati dalla sua eccessiva generosità. Ma egli dimostrò sempre tanta [[bontà]], [[povertà]], [[umiltà]], [[Purezza (concetto morale)|purezza]] e [[mortificazione]].
Nel [[1590]] Serafino si stabilì definitivamente ad [[Ascoli Piceno]], dedicandosi particolarmente all'attività di monaco questuante, visitando così quasi tutta la popolazione di Ascoli, che in breve tempo si affezionò talmente a lui, che quando nel [[1602]], si paventò che potesse essere trasferito altrove, tutta la cittadinanza si rivolse ai superiori dell'Ordine, affinché non venisse allontanato da Ascoli.
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