Eyalet d'Egitto: differenze tra le versioni
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Il motivo dell'[[Campagna d'Egitto|invasione francese dell'Egitto]] era rivolta a diminuire l'autorità della Sublime Porta e sopprimere i [[mamelucchi]]; nella proclamazione, stampata in caratteri arabi dopo poco la presa di Alessandria, il Bonaparte dichiarò la sua intenzione di riverire [[Allah]], il profeta [[Maometto]] ed il [[Corano]] più di quanto non avessero fatto i mamelucchi, aggiungendo che tutti gli uomini erano uguali e si distinguevano solo per il loro intelletto e le loro eccellenze morali. Nel futuro sotto l'occupazione francese tutti gli incarichi in Egitto sarebbero stati aperti a tutte le classi di abitanti; la conduzione degli affari di stato sarebbe stata concessa a uomini noti per talento, virtù e conoscenze e per dar prova che i francesi fossero sinceri musulmani, il Bonaparte propose anche la detronizzazione dell'autorità papale a Roma (che poi mise effettivamente in pratica per ben altri scopi).
Non erano dubbi inoltre dell'amicizia tra Francia e Impero ottomano in quanto villaggi e città che capitolavano sotto i francesi dovevano portare sia la bandiera ottomana che quella della repubblica francese. Sembra ad ogni modo che questa proclamazione non convinse molto gli egiziani. Dopo la [[Battaglia di Embabeh]] (nota comunemente col nome di ''[[Battaglia delle Piramidi]]''), nelle quali sia le forze di [[Murad Bey]] che quelle di [[Ibrahim Bey]] vennero disperse, la popolazione prontamente si gettò a saccheggiare le case dei beys. <!--Una delegazione venne inviata da [[Moschea di alti i canoni del proclma emesso ad Alessandria, ma con l'aggiunta di prestare ora solo fedeltà ai francesi, segno che ormai la parentesi ottomana dovesse considerarsi archiviata. (chiarire)-->
Al Cairo venne fondato un consiglio municipale composto da persone tratte dai ranchi di sceicchi, mamelucchi e francesi. Poco dopo vennero aggiunti anche delegati da Alessandria e da altre città importanti dell'Egitto. Questo consiglio non fece altro se non ratificare i proclami ed i decreti emessi dal comandante militare francese, che continuava ad esercitare un potere di tipo dittatoriale.
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