Il massacro di Fort Apache: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m ortografia |
Nessun oggetto della modifica |
||
Riga 1:
{{Film
|titoloitaliano = Il massacro di Fort Apache
Riga 68 ⟶ 67:
|premi =
}}
'''''Il massacro di Fort Apache''''' è un [[film western]] del [[1948]] diretto da [[John Ford]]. È il primo della trilogia sulla [[Cavalleria]]
Tra gli altri interpreti si distinguono: [[Victor McLaglen]], [[Pedro Armendariz]] (doppiato da [[Alberto Sordi]]) e [[Shirley Temple]] (nella sua terzultima apparizione in un film).▼
Nel doppiaggio italiano del film il personaggio di ''Owen Thursday'' ([[Henry Fonda]]) è chiamato ''Oswald Turner''.
== Trama ==
Stati Uniti, 1864. Il colonnello Thursday ([[Henry Fonda]]), dopo una gloriosa campagna in [[Europa]], viene trasferito a Forte Apache, nel [[west]], come comandante. Si trasferisce lì con la giovane figlia Philadelphia ([[Shirley Temple]]).
La guarnigione del forte è composta in gran parte da esperti veterani che poco apprezzano il rigido formalismo militare del colonnello, deciso a voler far parlare di sé ed a ricoprirsi di gloria con le sue imprese contro gli [[Nativi americani|indiani]] [[Tribù Apache|Apache]].
Tra i giovani ufficiali si distingue il
Per scovare i mandanti degli attacchi, i soldati vanno a trovare Silas Meacham, responsabile governativo della riserva indiana apache stabilita in quei dintorni.
York è convinto che riportando nella riserva Cochise si risolverebbe il problema delle scorrerie indiane; ma per
Mentre York è in viaggio, il giovane O'Rourke decide di chiedere la mano di Philadelphia al colonnello. Ma questi rifiuta, non ritenendo la famiglia del ragazzo all'altezza del suo rango (il padre, benché ex-ufficiale sudista, è ora un suo sottoposto)
La missione di York ha successo: egli riesce a convincere Cochise a tornare per trattare le condizioni del rientro pacifico nei confini della riserva. Ma il colonnello Thursday decide di approfittare dei rientro del capo indiano sul suolo americano per affrontarlo in campo aperto. York si oppone violentemente: ha dato la sua parola e, mostrando di essere un uomo d'onore, difende strenuamente, contro il suo superiore, il patto stipulato con il capo Apache. Ma il colonnello non vuole sentire ragioni.
Quando le due forze si incontrano, il sovrannumero degli indiani induce per un attimo Thursday a trattare con Cochise; ma il suo orgoglio è smisurato e il colloquio finisce con una rottura. Gli Apache decidono dunque di combattere. York tenta di dare consigli a Thursday, dissuadendolo dall'attaccare in campo aperto; ma questi lo accusa di codardia e lo solleva dall'incarico, relegandolo nelle retrovie. Ovviamente gli indiani hanno la meglio e spazzano il
York prova ad organizzare la difesa nelle retrovie. Quando si vede piombare addosso gli indiani, che hanno già travolto il grosso del
== Commento ==
Il racconto è una palese allusione alla vicenda del [[George Armstrong Custer|generale Custer]] a [[battaglia del Little Bighorn|Little Bighorn]].
Prima del drammatico epilogo, il film si sofferma sulla vita militare (le riunioni di comando, l'addestramento dei nuovi, le sbornie, le punizioni,
Gli indiani, tenuto conto che ''Il massacro di Fort Apache'' è un film del 1948, vengono rappresentati da John Ford in una maniera sostanzialmente rispettosa<ref>''Dizionario dei Film 1996'', a cura di Paolo Mereghetti, Baldini & Castoldi, Milano, 1996.</ref>. Le loro ragioni — il diritto a vivere sulla propria terra, il mantenimento delle tradizioni — e le loro proteste contro i soprusi e le violenze dei bianchi, accoratamente esposte da Cochise durante l'incontro con il comandante Thursday, non vengono offuscate dalla violenta battaglia finale, il cui esito disastroso per la cavalleria rimane peraltro da imputare in tutto alla proterva ottusità del colonnello.
▲Tra gli altri interpreti si distinguono: [[Victor McLaglen]], [[Pedro Armendariz]] (doppiato da [[Alberto Sordi]]) e [[Shirley Temple]] (nella sua terzultima apparizione in un film).
== Note ==
<references/>
== Altri progetti ==
|