Liuto: differenze tra le versioni

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Si ha prova dell'esistenza di strumenti musicali del genere dei liuti sin dall'antico [[Egitto]]. Il liuto, come lo si conosce oggi (cassa armonica convessa a forma di pera costruita con doghe incollate) appare presumibilmente intorno al [[IX secolo]] in [[Arabia]]. Anzi è proprio il nome a tradirne l'origine: il termine "liuto" deriva infatti, attraverso varie forme ("lauto", "leuto"...) dall'arabo ''al'ud''. <br>
Dall'Arabia il liuto fu portato, fra il [[XII secolo|XII]] ed il [[XIII secolo|XIII secolo]] in [[Spagna]] e da qui nel resto d'[[Europa]], dove lo strumento venne perfezionato sia nella tecnica costruttiva che in quella esecutiva (si abbandonò l'uso arabo del plettro per privilegiare l'esecuzione con le dita, più ricca ed espressiva). <br>
Nel periodo di massima diffusione ([[XVI secolo|sec. XVI]]), il liuto constava di 5 corde doppie più una, la più acuta, singola, accordate per terze o per quarte. Inoltre la necessità di disporre, negli ensemble di liuto, di strumenti a cui affidare le parti gravi dell'accompagnamento, port&ograve;portò allo sviluppo dell'[[arciliuto]], di dimensioni più grandi e con un numero di corde maggiore.<br>
Come per molti strumenti musicali, il liuto cadde in disuso dapprima in Spagna, sostituito dalla [[vihuela]], e poi nel resto del continente ([[XVIII secolo|sec. XVIII]]). <br>
Attualmente il liuto sta vivendo una fase di riscoperta grazie al rinnovato interesse che il pubblico prova per la musica antica, soprattutto in [[Inghilterra]], paese dal quale provengono i maggiori e più apprezzati liutisti moderni: