XXIV Maggio: differenze tra le versioni

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== Storia ==
 
[[Costruzione|Costruita]] nel 1916 dai [[cantiere navale|cantieri]] Greenock & Grangemouth Dockyard Company Ltd. di [[Greenock]] (con [[numero]] di cantiere 368), la nave era un piroscafo da carico con [[scafo]] in [[acciaio]], di 5388 tonnellate di stazza lorda<ref name="wrecksite">[http://www.wrecksite.eu/wreck.aspx?138443 Wrecksite]</ref>. Il primo [[armatore]] della nave, per due anni, fu la compagnia Barr, Crombie & Company Ltd. di [[Glasgow]], sotto la quale il piroscafo portò il nome di ''Gogovale''<ref name="wrecksite"/>. Nel 1918 il mercantile fu [[acquisto|acquistato]] dalla Dalgliesh Steam Shipping - Dalgliesh Robert Stanley Shipping di [[Newcastle upon Tyne|Newcastle-upon-Tyne]], che lo impiegò sino al 1935 sotto il nome di ''Pennyworth''<ref name="wrecksite"/>.
 
Poco tempo dopo l’acquisto, il 15 marzo 1918, il ''Pennyworth'', in [[navigazione]] da [[Boulogne]] a [[Portland]], venne silurato dal [[U-Boot|sommergibile tedesco]] ''UC 71'' circa 3,5 miglia ad est/sudest da [[Beachy Head]]<ref name="uboat">[http://uboat.net/wwi/ships_hit/4723.html Uboat.net]</ref>. La nave, che navigava scarica, rimase danneggiata, con una vittima tra l’[[equipaggio]]<ref name="uboat"/>.
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Nel primo [[viaggio]] da Newcastle a [[Churchill (Manitoba)|Churchill]], nell’agosto 1932, la nave incontrò una violenta [[tempesta]], che riuscì tuttavia a superare: al termine di tale viaggi il ''Pennyworth'' fu la prima nave da carico ad entrare nel porto di Churchill, appena costruito<ref name="wrecksite"/>.
 
Il 18 novembre 1933 il ''Pennyworth'', partito da Sorol e diretto a [[Cobh|Queenstown]] con un carico di 7500 tonnellate di [[Triticum|grano]], al comando del [[capitano]] A. W. Gofton, si arenò sulla [[costa]] [[Canada|canadese]], nei pressi dell’Île de Orléans, sul [[fiume]] [[San Lorenzo (fiume)|San Lorenzo]]<ref>[http://news.google.com/newspapers?nid=1946&dat=19331121&id=phYvAAAAIBAJ&sjid=TqgFAAAAIBAJ&pg=4341,2764080 The Montreal Gazette - 21 november 1933]</ref><ref>fonti giornalistiche dell'epoca danno la nave come appartenente alla Montreal Shipping Company Limited, specificando che tra il 1932 ed il 1933 essa avea compiuto due viaggi a Churchill, trasportando merci destinate alla regione delle [[Praterie canadesi]].</ref>. Dichiarato «''constructive total loss''» il 25 novembre 1933<ref>[http://news.google.com/newspapers?nid=1946&dat=19331125&id=qhYvAAAAIBAJ&sjid=TqgFAAAAIBAJ&pg=4480,3376388 The Montreal Gazette - 25 november 1933]</ref>, il piroscafo poté invece essere disincagliato nel giugno 1934<ref>[http://news.google.com/newspapers?nid=1946&dat=19340609&id=gPwtAAAAIBAJ&sjid=hZgFAAAAIBAJ&pg=6608,1181162 The Montreal Gazette - 9 june 1933]</ref>.
 
Nel 1935 il piroscafo, riparato e rimesso in efficienza (la [[stazza]] lorda venne leggermente modificata, divenendo di 5372 tsl), venne acquistato dalla compagnia jugoslava Jugoslavenska Plovidba D. D. di Susak, che lo ribattezzò ''Orao'' e nel corso dello stesso anno lo rivendette ai Chantiersi Manseau, Sorel Pq, società canadese che lo rinominò ''Pontbriand'' e lo registrò presso il [[Compartimento marittimo]] di [[Montreal]]<ref name="wrecksite"/>.
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Nel frattempo lo [[Stato Maggiore]] della [[Regia Marina]] aveva proposto ed ottenuto di mettere a punto un piano per far forzare il [[blocco navale|blocco]] [[Alleati della seconda guerra mondiale|alleato]] da parte dei [[nave cargo|mercantili]] rifugiati nelle nazioni neutrali più benevole nei confronti dell’[[Italia]] ([[Spagna]], [[Brasile]] e [[Giappone]]) e farli giungere a [[Bordeaux]], [[base navale|base]] atlantica italiana ([[Betasom]]) nella [[Francia]] occupata: le navi sarebbero passate sotto il controllo delle [[Wehrmacht|forze tedesche]], mentre i carichi (ancora a bordo da quando, dopo la [[dichiarazione di guerra]], si erano rifugiate nei porti neutrali) sarebbero stati trasferiti in Italia via terra<ref name="dupuis">Dobrillo Dupuis, ''Forzate il blocco! L’odissea delle navi italiane rimaste fuori degli stretti allo scoppio della guerra'', pp. 80 e da 82 ad 88</ref>. Dopo la trasmissione delle istruzioni da seguire per la partenza ed il [[viaggio]], era stata organizzata la partenza dei vari mercantili, iniziando dalla [[Spagna]] continentale, dalla quale, tra il febbraio ed il giugno 1941, si trasferirono a [[Bordeaux]] i mercantili ''[[Clizia (nave mercantile)|Clizia]]'', ''[[Capo Lena (nave mercantile)|Capo Lena]]'' ed ''[[Eugenio C. (piroscafo 1928)|Eugenio C.]]''<ref name="dupuis"/>. Era poi stato organizzato il trasferimento delle navi che si trovavano nelle [[Canarie]]: tra aprile e giugno si erano trasferiti in Francia i mercantili ''[[Capo Alga]]'', ''[[Burano (nave mercantile)|Burano]]'', ''[[Todaro (nave mercantile)|Todaro]]'', ''[[Ida (nave mercantile)|Ida]]'' ed ''[[Atlanta (nave)|Atlanta]]'', mentre erano andate perdute le navi cisterna ''[[Recco (nave cisterna)|Recco]]'', ''[[Sangro (nave cisterna)|Sangro]]'' e ''[[Gianna M. (nave cisterna)|Gianna M.]]'' ed il piroscafo ''[[Ernani (piroscafo)|Ernani]]''<ref name="dupuis"/>. Toccò quindi alle navi bloccate in Brasile (al largo delle cui coste stazionavano numerose [[nave da guerra|navi da guerra]] britanniche): in quelle acque stazionavano il [[transatlantico]] ''[[Conte Grande (transatlantico)|Conte Grande]]'', due [[nave cisterna|navi cisterna]] e 15 navi da carico<ref name="dupuis"/>. Per mezzo dell’addetto navale in Brasile, [[capitano di fregata]] Torriani, e del suo vice, [[tenente di vascello]] Di Vicino, [[Supermarina]] contattò i comandanti delle varie navi e scelse quelle adatte ad affrontare una traversata oceanica che le portasse nella [[Francia occupata]]: allo scopo vennero selezionati cinque piroscafi, la motonave ''[[Himalaya (nave mercantile)|Himalaya]]'', giunta dall’[[Eritrea]], e due navi cisterna, mentre le restanti undici navi, giudicate in condizioni non idonee ad una lunga navigazione, vennero lasciate in Brasile<ref name="dupuis"/>. Per prime, il 28 marzo, furono fatte partire le due navi cisterna: la ''[[Frisco (nave mercantile)|Frisco]]'', giunta indenne a Bordeaux, e la ''[[Franco Martelli (nave cisterna)|Franco Martelli]]'', silurata ed affondata da un [[sommergibile]] britannico durante la navigazione<ref name="dupuis"/>.
 
Tre mesi più tardi, tra il 28 ed il 29 giugno 1941, lasciarono i [[porto|porti]] di [[Recife]] e [[Belém]] i piroscafi ''XXIV Maggio'', ''[[Butterfly (nave mercantile)|Butterfly]]'' e ''[[Monbaldo]]''<ref name="dupuis"/>. Alle 23.30 del 29 giugno<ref name="nmp"/> il ''XXIV Maggio'', con a bordo 40 uomini ed un carico di 996 tonnellate di merci di vario tipo (406 tonnellate di cotone, 218 di gomma, 207 di berillio e 165 di pelli non conciate), salpò da Recife contemporaneamente al ''Butterfly'', poi le due navi si divisero e presero il largo<ref name="dupuis"/>. Nonostante la partenza fosse stata svolta nella maniera il più possibile accorta, informatori britannici ne ebbero subito notizia ed immediatamente dopo la partenza delle navi [[Berlino]] intercettò un [[messaggio]] [[onda radio|radio]] inviato da [[Montevideo]] all’[[ammiragliato (Regno Unito)|ammiragliato]] britannico: «''Pernambuco informa che i piroscafi italiani'' Butterfly ''e'' XXIV Maggio ''sono usciti alle 23.30''»<ref name="dupuis"/>. Nonostante ciò, il primo tratto della [[navigazione]] fu abbastanza tranquillo, con alcuni avvistamenti evitati senza problemi<ref name="dupuis"/>. La nave venne [[camuffamento|camuffata]] in modo da assomigliare al piroscafo britannico ''Australind''<ref name="dupuis"/>. Dato che alcune settimane prima un altro violatore di blocco, il piroscafo ''[[Ernani (piroscafo)|Ernani]]'', in navigazione dalle [[Canarie]] a Bordeaux camuffato da norvegese ''Enggano'', era stato silurato ed affondato accidentalmente da un [[U-Boot]] tedesco, l’11 luglio il comando della base sommergibilistica di [[Betasom]], onde evitare altri incidenti di questo tipo, inviò ai sommergibili italiani operanti nell’[[Oceano Atlantico|Atlantico]] il messaggio: «''At sommergibili'' Malaspina, Finzi, Bianchi, Torelli, Barbarigo ''et'' Bagnolini ''punto eventuale incontro con seguenti navi in arrivo noti porti alt'' Mombaldo ''truccato come inglese'' Costelmoor ''alt'' XXIV Maggio ''come'' Australind ''alt'' Butterfly ''come panamense'' Penelope»<ref name="dupuis"/>. Più avanti nella navigazione venne avvistato a circa venti miglia l’[[albero]] di una [[nave]], della quale in breve comparve la sagoma: l’unità sconosciuta procedeva a grande [[velocità]] verso il piroscafo italiano (sebbene non apparisse diretta verso di esso), a bordo del quale fu dato l’allarme<ref name="dupuis"/>. Il ''XXIV Maggio'' invertì bruscamente la [[rotta navale|rotta]], sbandando sulla sinistra nella [[virata (nautica)|virata]], e cercò di allontanarsi alla massima velocità, mentre venivano fatti i preparativi per l’autoaffondamento<ref name="dupuis"/>. Dopo oltre un’ora d’inseguimento l’unità avversaria, un [[incrociatore ausiliario]] australiano, modificò la rotta e puntò con decisione verso il ''XXIV Maggio'', a bordo del quale il primo [[ufficiale (forze armate)|ufficiale]], il [[nostromo]] ed il cambusiere provvidero ad aumentare le scorte di viveri ed [[acqua]] delle [[imbarcazione|imbarcazioni]], in vista del probabile abbandono della nave<ref name="dupuis"/>. Il comandante Mingarelli decise a quel punto di interrompere la fuga, che avrebbe altrimenti reso poco credibile l’identità della nave come della britannica ''Australind'': a grande distanza, quando le due navi non erano riconoscibili (e pertanto l'incrociatore ausiliario avrebbe potuto essere una nave nemica), una simile [[manovra (nautica)|manovra]] sarebbe stata plausibile anche da parte una nave inglese, ma, essendo ormai l’incrociatore ausiliario perfettamente riconoscibile, non vi sarebbe ormai stato alcun motivo per prolungare la fuga (e del resto se l’unità avversaria, che era comunque più veloce del ''XXIV Maggio'', avesse ritenuto che l’inseguimento si stesse protraendo per troppo tempo, avrebbe potuto contattare altre navi od [[aereo|aerei]] alleati per intercettare il piroscafo)<ref name="dupuis"/>. Il mercantile, pertanto, invertì la rotta e presentò la [[prua]] all’incrociatore ausiliario, che da parte sua, quando le [[distanza euclidea|distanze]] si furono ridotte a meno di tre miglia, richiese dapprima il nominativo del mercantile (cui Mingarelli rispose, con il [[lampeggiatore]] Aldis, «''Nave di sua maestà britannica'' Australind»), poi il porto di provenienza, cui fu risposto «''[[Montevideo]]''» (richiesta reiterata e nuovamente risposta con Montevideo), quindi di issare la [[bandiera]] (il terzo ufficiale provvide allora ad issare la bandiera britannica) ed il porto di destinazione, cui fu risposto «''[[Belfast]]''»<ref name="dupuis"/>. Infine l’unità nemica richiese il nome del comandante, cui fu risposto «''Smith''»<ref name="dupuis"/>. Persuaso dell’identità dell<nowiki>'</nowiki>''Australind'', l’incrociatore ausiliario si allontanò, dopo aver augurato buon viaggio al mercantile<ref name="dupuis"/>.
 
Il ''XXIV Maggio'' riprese pertanto la navigazione, ma poco dopo venne avvistata un’altra nave a proravia: il piroscafo italiano virò mettendo tutto il [[timone]] a sinistra e la nave sconosciuta, rivelatasi essere un mercantile, ne tagliò la rotta, per poi accostare ed allontanarsi velocemente<ref name="dupuis"/>. Il ''XXIV Maggio'' si allontanò coperto dalla [[notte]], tornando poi sulla rotta prestabilita, ed il 23 luglio giunse in vista di [[Isola di Ons|Ons]], nei pressi della [[baia]] di [[Vigo (Spagna)|Vigo]] ([[Spagna]]), da dove poi proseguì in direzione della costa della [[Francia]]<ref name="dupuis"/>. Il 25 luglio il piroscafo venne raggiunto da unità [[Kriegsmarine|tedesche]] inviate a scortarlo, ed il 27 si pose all’[[ormeggio]] a [[Royan]], nell'[[estuario della Gironda]], non lontano da Bordeaux<ref name="nmp"/><ref name="dupuis"/>.
 
Successivamente la nave riprese il [[mare]], navigando per conto delle [[Wehrmacht|forze tedesche]]. Alle 00.45 del 16 giugno 1943 un [[convoglio navale|convoglio]] di cui il piroscafo italiano faceva parte (gli altri mercantili erano i tedeschi ''Bahia'', ''Uhlenhorst'', ''Kiel'', ''Adlergrund'' e ''Mowenriff'', con la scorta delle unità minori ''V 5803'', ''V 5902'', ''V 6103'', ''V 6104'', ''V 6109'', ''V 6110'', ''V 6112'' e dei [[cacciasommergibili]] ''UJ 1206'', ''UJ 1207'', ''UJ 1208'', ''UJ 1212'' ed ''UJ 1214'') venne infruttuosamente attaccato nel [[Kongsfjorden|Kongsfjord]] dal [[sommergibile]] [[Voenno Morskoj Flot SSSR|sovietico]] ''S 101''<ref>[http://www.historisches-marinearchiv.de/projekte/asa/ausgabe.php?where_value=342 Historisches Marinearchiv]</ref>.