Quattro giornate di Napoli: differenze tra le versioni
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Andarono emergendo figure locali che assunsero il comando delle operazioni nei vari quartieri della città, come il professore Antonino Tarsia In Curia al Vomero, il capitano Francesco Cibarelli al Duomo, il capitano Mario Orbitello a [[Montecalvario]], il capitano medico Stefano Fadda a [[Chiaia]], l'impiegato Tito Murolo al Vasto, mentre tra i giovani si distinse [[Adolfo Pansini]], studente del liceo vomerese Sannazzaro.
Nel quartiere "Cuoco" i tedeschi attaccarono in forze con i carri armati e non più di cinquanta ribelli tentarono strenuamente di opporsi ma dovettero subire il pesante bilancio di 12 morti e più di 15 feriti.
Anche il quartiere operaio di [[Ponticelli]] subì un pesante cannoneggiamento, in seguito al quale le truppe tedesche procedettero ad eccidi indiscriminati della popolazione penetrando sin dentro le civili abitazioni, mentre nelle stesse ore, presso il quartier generale tedesco al ''corso Vittorio Emanuele'' avvenne la trattativa tra il colonello Scholl e il tenente Stimolo per la riconsegna dei prigionieri del Collana.
===30 settembre===
Mentre le truppe germaniche avevano già iniziato lo sgombero della città per il sopraggiungere delle forze anglo-americane provenienti da [[Nocera Inferiore]], in città il professor Tarsia si autoproclamò, presso il Liceo Sannazzaro, capo dei ribelli assumendo pieni poteri civili e militari ed impartendo precise disposizioni circa l'orario di apertura degli esercizi commerciali e la disciplina.
Ma i combattimenti non cessarano e i cannoni tedeschi che presidivano le alture di Capodimonte colpirono per tutta la giornata la zona tra [[Port'Alba]] e ''Piazza Mazzini''.
Gli invasori in rotta lasciarono dietro di sè incendi e stragi; clamoroso fu il caso dell'Archivio Storico di Napoli che fu dato alle fiamme a [[San Paolo Belsito]], causando incalcolabili danni al patrimonio storico e artistico.
==Napoli è libera==
Il [[1 ottobre]] alle 9.30 i primi carri armati alleati entrarono in città, mentre alla fine della stessa giornata, il comando tedesco in Italia, per bocca del maresciallo [[Albert Kesselring]], considerò conclusa la ritirata con successo.
Il bilancio dei tremendi scontri delle '''Quattro giornate di Napoli''' non è concorde nelle cifre; secondo alcuni autori morirono 170 partigiani 150 inermi cittadini, secondo la Commissione ministeriale per il riconoscimento partigiano le vittime furono 155 ma, dai registri del [[Cimitero di Poggioreale]] risulterebbero 562 morti.
== Monumento ==
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