Tangenziale Est di Roma: differenze tra le versioni
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In sintesi, la Tangenziale Est scaturita dalle indicazioni dell'urbanista si configurava come una ''penetrazione autostradale urbana'', i cui estremi, posti sul [[Autostrada A90|Grande Raccordo Anulare]], corrispondevano a nord all'attacco dell'[[Autostrada A1 (Italia)|Autostrada del Sole]] per Firenze (a [[Settebagni]]), e a sud con l'inizio della [[Strada statale 148 Pontina|via Pontina]] (poco oltre l'[[EUR]]), rendendoli così entrambi dei ''nodi passanti''. In questo modo, insinuandosi tra i quartieri (ed avvantaggiandosi del fatto che agli albóri degli [[anni 1960|anni sessanta]] molte zone del supposto itinerario non erano ancora urbanizzate) avrebbe intersecato la futura autostrada per [[Autostrada A24 (Italia)|L'Aquila/Pescara]] nei pressi di via Galla Placidia, e nella zona del [[Quadraro]] avrebbe generato il tratto urbano dell'[[Autostrada A1 (Italia)|Autostrada del Sole]] che porta a Napoli. Inoltre a nord, nella zona di [[Vigne Nuove]] (al tempo aperta campagna) essa si sarebbe congiunta con l'''Asse di Supporto esterno''<ref>In seguito definito ''Asse di Supporto 2''</ref> oppure - secondo una versione successiva dello Sdo - con l'estensione (declassata in [[Strada urbana#In Italia|strada urbana di scorrimento]]) dell'Asse Attrezzato.
Per tutti gli [[anni 1960|anni sessanta]] e [[anni 1970|settanta]] le mutazioni della "gronda interna" (la ''circonvallazione urbana''), prevista come strada di collegamento tra quartieri e di adduzione alla prima direttrice dello Sdo<ref>La "gronda interna" avrebbe dovuto agevolare l'accesso alla Tangeziale Est dello Sdo per il traffico proveniente dalla via Salaria e via del Foro Italico (via Olimpica) attraverso lo svincolo ''Monti di Pietralata'', mentre dalle zone S. Giovanni, San Lorenzo e Stazione Tiburtina sarebbe stato più rapido raggiungerla utilizzando come "tramite" il tronco urbano dell'autostrada Roma-L'Aquila (entrandovi dallo svincolo ''Galla Placidia'' previsto su codesta).</ref> si accompagnano alla convinzione che Roma avrebbe comunque dovuto dotarsi, prima o poi, almeno di una delle tre principali infrastrutture di grande viabilità - Tangenziale Est, Asse Attrezzato e Asse di Supporto esterno - che esso richiedeva. Tra queste, l'itinerario della Tangenziale Est appariva preferibile, perché il più prossimo al perimetro delle [[Mura aureliane]]<ref>Dall'inizio degli anni sessanta e fino agli ottanta, in alcuni casi l'ipotizzata presenza della Tangenziale Est dello Sdo (qualunque fosse l'effettiva denominazione che la individuasse) ha motivato delle soluzioni urbanistiche a volte anche arbitrarie: ad esempio, quando, appena varato il Prg del 1962, fu autorizzata l'edificazione del nuovo quartiere ''Talenti'', un cospicuo tratto di viale Jonio - quello prospiciente il previsto svincolo dell'arteria - non fu intaccato (e questo inaspettato "vuoto" permane ancora oggi); oppure quando, addirittura agli inizi degli anni ottanta, poté avviarsi il cantiere di un nuovo polo direzionale (oggi viale Londra e adiacenti), sorto in mezzo alla campagna tra via Ardeatina e via di Grotta Perfetta e totalmente privo di strade, perché contemplato dallo Sdo, che lo aveva inserito lungo la Tangenziale Est (e dunque dotato - sulla carta, almeno - di apposito svincolo di accesso).</ref>. Ma essendo rimasto l'unico tracciato superstite di un progetto urbanistico nel frattempo decisamente ridimensionato<ref>Il Prg del 1962 prevedeva, nelle aree Sdo, una cantierizzazione di opere direzionali, residenziali e viarie pari ad oltre 40 milioni di
Trasferendoci nel tempo presente, se da un lato la completata saturazione di quella periferia est che s'intendeva riqualificare con lo Sdo avvalora l'esigenza - ancora più pressante rispetto a cinquant'anni fa - di dover munire la Capitale di un vero asse viario longitudinale di scorrimento interno al Gra e tuttora mancante<ref>Secondo alcuni urbanisti, tale funzione è stata assunta, seppur in modo non pienamente soddisfacente, da viale Palmiro Togliatti, che occupa integralmente, da via Tiburtina a via Tuscolana, lo spazio destinato all'autentico ''Asse Attrezzato''. Tuttavia l'attuale viale Togliatti, dove non sono distinti i flussi veicolari di medio-lungo raggio da quelli di prossimità, si caratterizza per un elevatissimo numero di intersezioni stradali quasi tutte regolate da impianti semaforici (un vero ''asse di scorrimento'' dovrebbe limitare il più possibile gli uni e gli altri). Inoltre la corsia riservata ai mezzi pubblici è stata realizzata (solo nel 2008) a detrimento delle carreggiate veicolari esistenti (ridotte entrambe da 3 a 2 corsie), tranne che per il tratto via Papiria-via Quinto Publicio, dove transitano nell'area posta al centro delle due carreggiate (area che avrebbe dovuto accogliere la metropolitana di superficie dell'Asse Attrezzato).</ref>, dall'altro va anche sottolineato che se nel frattempo fosse stato possibile reperire le ingenti risorse necessarie per costruire la "vera" Tangenziale Est (o ''nuovo'' Asse Attrezzato che dir si voglia), oggi la presenza di una simile opera, immaginata all'epoca con lunghi tratti in sopraelevazione o rilevato<ref>Il segmento da [[Bufalotta|via della Bufalotta]] a via Appia Nuova, di circa 12 kilometri, era sommariamente impostato tutto ''a vista'', non disdegnandosi l'ipotesi di "spettacolari" - ed oppressivi - attraversamenti sulla [[via Nomentana]], la [[Via Tiburtina Valeria|via Tiburtina]], la [[via Prenestina]] e la [[via Casilina]] ad altezze di 8-10 metri (se non oltre), e rimandando a tempi successivi una escogitazione per il tratto di [[Porta Furba]] (per il quale il buon senso imponeva il ricorso ad una galleria sotterranea di bassa profondità, e tuttavia a forte rischio di ritrovamenti archeologici).</ref> e l'attraversamento sotterraneo dell'[[Parco regionale dell'Appia antica|Appia Antica]] a meno di un kilometro di distanza dalla [[Mausoleo di Cecilia Metella|Tomba di Cecilia Metella]], verrebbe - quasi certamente - pesantemente stigmatizzata come uno sfregio indelebile al paesaggio urbano e suburbano della città.
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