Crisi del III secolo: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Moe (discussione | contributi) |
|||
Riga 22:
==La crisi economica==
L'economia dell'impero romano nei primi due secoli si era basata sulla conquista militare di nuovi territori e sullo sfruttamento [[Schiavitù|schiavistico]] delle campagne: in mancanza di nuove conquiste e dei bottini di guerra le spese dello stato, sempre più impellenti per poter far fronte alle pressioni esterne, furono coperte con un progressivo aumento delle [[Tassa|tassazioni]], proprio quando la diminuzione del numero di schiavi minava le possibilità economiche dei cittadini. La pressione fiscale divenne
La crisi era aggravata dall'[[iperinflazione]] causata da anni di [[svalutazione]] della [[moneta]]. Questa si era resa necessaria già sotto gli imperatori della dinastia dei Severi, che per far fronte alle necessità militari avevano ampliato l'esercito di un quarto e raddoppiata la paga base. Gli imperatori successivi, il cui potere dipendeva interamente dall'esercito, erano costretti a continue nuove emissioni per pagare i soldati ed effettuare i tradizionali donativi: il metallo effettivamente presente nelle monete si ridusse progressivamente, pur conservando queste lo stesso valore teorico. Ciò ebbe l'effetto prevedibile di causare un'inflazione galoppante e quando Diocleziano arrivò al potere il sistema monetario a era quasi al collasso: persino lo stato pretendeva il pagamento delle tasse in natura invece che in moneta e il [[denario]], la tradizionale moneta d'argento, usata per più di 300 anni era poco apprezzata.
|