3,7 cm Infanteriegeschütz M. 15: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m Sistemazione automatica della disambigua: Škoda - Inversione di redirect Škoda Holding |
|||
Riga 9:
|Utilizzatori = {{AUT-HUN}}<br/>{{ITA 1861-1946}}
|Conflitti = [[Prima guerra mondiale]]<br/>[[Seconda guerra mondiale]]
|Progettista = [[Škoda Holding|Škoda]]
|Data progettazione = [[1915]]
|Costruttore = [[Škoda Holding|Škoda]]<br/>[[ČKD]]<br/>[[Luigi Marzoli|F.lli Marzoli]]<br/>Arsenale Regio Esercito di [[Napoli]] (AREN)<br/>Arsenale Regio Esercito di [[Torino]] (ARET)
|Date di produzione =
|Entrata in servizio = [[1916]]
Riga 61:
==Storia==
Questo tipo di artiglieria [[cannone campale|campale]], prima di allora totalmente inedito, trova origine nelle peculiarità della [[guerra di trincea]]. La [[fanteria]]della [[Grande Guerra]] si trovava ad affrontare posizioni ben protette, soprattutto nidi di [[armi automatiche]] e mitragliatrici scudate, che potevano essere battute solo da pezzi di artiglieria in [[cannone d'accompagnamento|appoggio diretto]] alle truppe in prima linea. La risposta austriaca a tale esigenza fu appunto questo cannoncino da 37 mm e fu talmente valida da essere subito imitata dagli italiani e dai [[Francia|francesi]] con i loro [[25,4 Mod. 1916]] e [[37 Mle 1916 TRP]]. La precisione compensava il ridotto calibro della [[munizione]] e la leggerezza del pezzo ne permetteva il trasporto durante gli assalti, a differenza dei [[artiglieria da montagna|cannoni da montagna]] fino ad allora impiegati nello stesso ruolo. Nel novembre del [[1915]] i primi prototipi dalla [[Škoda Holding|Škoda]] furono testati dall'[[Imperial regio Esercito austro-ungarico]] sul [[Fronte italiano (1915-1918)|fronte italiano]]. Nel [[1916]] furono ordinati 1000 esemplari del ''3,7 cm Infanteriegeschütz M.15'', prodotti in vari stabilimenti della [[Duplice monarchia]] e rapidamente inviati al fronte a partire dallo stesso anno.
I pezzi di [[preda bellica]] caduti nelle mani del Regio Esercito italiano furono rapidamente immessi in servizio nei [[Battaglione|gruppi]] [[alpini]]. Contemporaneamente negli stabilimenti nazionali venne avviata la produzione di una copia senza modifiche del cannoncino<ref>F. Cappellano, op. cit., pag. 91.</ref>. A [[Torino]] venivano prodotti [[affusto|affusti]] e [[bocca da fuoco|bocche da fuoco]], rispettivamente dall'Arsenale (ARET) e dall'Officina costruzioni d'artiglieria<ref name=cappellano82>F. Cappellano, op. cit., pag. 82</ref>. Pezzi completi venivano invece prodotti dall'[[Arsenale Regio Esercito di Napoli]] (AREN) e dalla ditta privata F.lli [[Luigi Marzoli|Marzoli]] di [[Palazzolo sull'Oglio]]<br name=cappellano83/>, che ricevette una commessa per 800 bocche da fuoco e 950 affusti<ref>F. Cappellano, op. cit., pag. 83</ref>. Superato come arma dopo la Grande Guerra, nel [[1940]] al momento dell'entrata dell'Italia nella [[seconda guerra mondiale]], risultavano ancora in servizio<ref>[http://xoomer.virgilio.it/ramius/Militaria/artiglierie_2gm.html Artiglierie italiane al 10 giugno [[1940]].]</ref>.
| |||