Linea Curzon: differenze tra le versioni
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== Storia della linea Curzon ==
Alla fine della [[prima guerra mondiale]], gli [[Alleati della prima guerra mondiale|Alleati]] acconsentirono al fatto che fosse formato uno
L'articolo 87 del [[Trattato di Versailles (1919)|Trattato di Versailles]] affermava che: "I confini della Polonia non tracciati nel presente Trattato saranno successivamente determinati dalle principali potenze Alleate ed associate". In accordo con queste dichiarazioni, il Supremo Consiglio Alleato incaricò la Commissione per gli affari polacchi di elaborare una linea di confine per la frontiera orientale della Polonia basata su criteri storici ed etnici. La linea di confine elaborata dalla commissione era prossima a quella dell'[[Impero russo]] del 1795 stabilita dopo la [[Spartizioni_della_Polonia#Terza_spartizione|terza spartizione della Polonia]].<ref name="Eberhardt-11">{{Cita|Piotr Eberhardt|p. 11}}</ref>
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Il 17 luglio i sovietici rifiutarono la proposta argomentando che avrebbero aperto negoziati soltanto quando i polacchi li avessero esplicitamente richiesti. Il Commissario sovietico per gli affari esteri [[Georgij Vasil'jevič Čičerin]], si lamentò del ritardato interesse da parte britannica per una pace fra [[Russia]] e [[Polonia]] e di come, a suo tempo, i sovietici avessero offerto ai polacchi una soluzione alle controversie di confine molto più favorevole di quella offerta dalla linea Curzon.<ref name="E.H. Carr (1982). The Bolshevik Revolution">Edward Hallett Carr, The Bolshevik Revolution 1917–1923 (A history of Soviet Russia), volume 3, Greek edition, ekdoseis Ypodomi, 1982, p.260 </ref><ref name="Eberhardt 13" />
In agosto i sovietici furono sconfitti nella [[Battaglia di Varsavia (1920)|battaglia per la conquista di Varsavia]]. Costretti a ritirarsi, con il [[Trattato di Riga]] del marzo [[1921]], i sovietici dovettero concedere una frontiera molto più ad est della linea Curzon. La [[Polonia]] acquistò gran parte del [[Governatorato di Vilna]], compresa la città di [[Vilnius|Vilna]], la [[Galizia (Europa Centrale)|Galizia]] orientale con la città di [[Leopoli]] e gran parte della [[Volinia]]. In totale 135.000 km
I termini del [[Patto Molotov-Ribbentrop]] dell'agosto [[1939]] assegnarono all'[[Unione Sovietica]] i territori annessi dalla [[Polonia]] con il [[Trattato di Riga]] con il progetto di portare la frontiera lungo la linea dei fiumi [[San (fiume)|San]], [[Vistola]] e [[Narew (fiume)|Narew]]. In settembre, dopo la [[Campagna di Polonia|sconfitta della Polonia]], l'[[Unione Sovietica]] annesse i territori ad est della linea Curzon, più [[Białystok]] e la [[Galizia (Europa centrale)|Galizia orientale]]. I territori acquistati furono incorporati nelle [[RSS Bielorussa]] e [[RSS Ucraina]]. Nel luglio [[1941]] questi territori furono conquistati dalla [[Germania nazista|Germania]] nel corso dell'[[Operazione Barbarossa|invasione dell'Unione Sovietica]]. Durante l'occupazione tedesca, la maggior parte degli ebrei fu uccisa.
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Nel [[1944]] le forze armate sovietiche ricacciarono i tedeschi. I sovietici dichiararono unilateralmente che l'ex confine russo-tedesco (corrispondente all'incirca alla linea Curzon) dovesse essere la nuova frontiera tra [[Unione Sovietica|URSS]] e [[Polonia]]. Questa volta, però, [[Białystok]] rimase nei confini polacchi. Il [[Governo in esilio della Polonia]] a [[Londra]] si oppose aspramente e, durante le [[conferenza di Teheran|Conferenze di Teheran]] e [[Conferenza di Jalta|di Jalta]] tra [[Stalin]] e gli [[Alleati della seconda guerra mondiale|Alleati]] anglo-americani, chiese di modificare il confine, specialmente per la città di [[Leopoli]]. [[Stalin]] oppose il proprio rifiuto chiedendo: "Volete che dica al popolo russo che sono meno russo di Lord Curzon?". La linea Curzon "A" divenne la frontiera con alcune correzioni di 5/8 km a favore della Polonia;<ref name="Ewan W. Anderson" /> infatti, un comitato polacco formatosi nel villaggio di Sapotskin chiese ed ottenne da Stalin alcune correzioni di confine e così, il 29 settembre 1944, 17 dei 23 centri abitati della regione di [[Białystok|Belastok]], con la città di [[Białystok]], e altre tre cittadine della regione di [[Brėst]] — [[Siemiatycze]], [[Hajnówka]] e [[Kleszczele]] — passarono dalla [[Repubblica Socialista Sovietica Bielorussa|Bielorussia]] sotto l'amministrazione del [[Comitato Polacco di Liberazione Nazionale]]. In ottobre anche [[Lubaczów]], [[Horyniec-Zdrój]], [[Laszki]] e [[Sieniawa]] furono trasferiti dall'[[oblast']] ucraino di [[oblast' di Leopoli|Leopoli]] alla Polonia. Nel marzo 1945 anche le regioni di [[Distretto di Bieszczady|Bieszczady]], [[Distretto di Lesko|Lesko]] e gran parte del [[rajon]] di Przemyśl (con la città di [[Przemyśl]]) furono trasferiti dall'Ucraina al [[Governo provvisorio della Repubblica di Polonia]]. Il confine così ottenuto fu riconosciuto dagli Alleati nel luglio [[1945]]. Con l'accordo del 16 agosto 1945 fra Unione Sovietica e Polonia, il confine fu spostato ulteriormente più ad est da 17 a 30 km rispetto alla linea Curzon.<ref name="Historical Dictionary of Ukraine" /><ref>Edmund Jan Osmańczyk, Anthony Mango, ''Encyclopedia of the United Nations and International Agreements: N to S'', Taylor & Francis, 2003, p. 1816</ref>
Ulteriori aggiustamenti si ebbero nel 1948, con il trasferimento di [[Medyka]] dall'Ucraina alla Polonia, e nel 1951, con l'accordo del 15 febbraio fra Polonia e URSS che vide lo scambio di 478 km
La linea Curzon, modificata dai vari compromessi territoriali fra le parti, fu dichiarata inviolabile dall'atto finale della [[Accordi di Helsinki|Conferenza sulla sicurezza e cooperazione in Europa]], firmata a Helsinki il 1° agosto 1975.<ref name="Ewan W. Anderson">Ewan W. Anderson, ''Global Geopolitical Flashpoints: An Atlas of Conflict'', Routledge 2014, p. 95</ref> Quando l'[[Unione Sovietica]] fu sciolta nel [[1991]], la linea Curzon divenne il confine orientale della [[Polonia]] con la [[Lituania]], la [[Bielorussia]] e l'[[Ucraina]].
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|[[Polacchi]] || 4.794.000 || 39,9%
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|[[Ucraini]] e [[Rutenia|ruteni]] ||
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|[[Ebraismo|Ebrei]]||
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| [[Bielorussi]]||
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| [[Russi (popolo)|Russi]] ||
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| [[Lituani]]
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| Altri||
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(La maggioranza degli "Altri" erano Poleszuk dalla [[Polesia]].){{senza fonte}}
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La popolazione, divisa per religione era:{{senza fonte}}
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|[[Cattolicesimo|Cattolici romani]]
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| [[Chiesa cattolica greca di rito bizantino|Cattolici greci]]
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| [[Chiesa ortodossa|Ortodossi]]
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| Altri [[Cristianesimo|cristiani]]:
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| [[Ebraismo|Ebrei]]
|}{{senza fonte}}
Da questi dati di parte, in quanto derivati dal censimento condotto sotto l'amministrazione polacca, si può notare che nessuno dei gruppi etnici raggiungeva la maggioranza assoluta. I [[Polacchi]] erano forse diventati il gruppo etnico e religioso di maggioranza relativa dopo le politiche di insediamento degli [[anni 1920|anni venti]].<ref>Anton Pelinka, Dov Ronen, ''The Challenge of Ethnic Conflict, Democracy and Self-determination in Central Europe'', Routledge, 2013, p. 56</ref> Gli [[Ucraini]] erano la seconda etnia e tra gli altri gruppi vi erano i [[Rutenia|Ruteni]], i [[Bielorussi]] e i Poleszuki, spesso inclusi nel numero dei [[Polacchi]].
Il censimento polacco del 1931 provvide dati sulla divisione etnica basati solo su due indicatori: lingua dichiarata e religione dichiarata. È comune opinione, fra la maggior parte degli studiosi, che il criterio della lingua dichiarata portò a una sovrastima del numero dei polacchi, infatti questo tipo di dati si presta a manipolazioni e interpretazioni di parte; tuttavia, l'uso anche della religione come criterio demografico consente di verificare e aggiustare i dati. La maggior parte dei cattolici erano romano-cattolici, ma il numero dei romano-cattolici e quelli che dichiararono il polacco come propria lingua non coincidono sotto nessun criterio.<ref>{{Cita|Piotr Eberhardt, Jan Owsinski|p. 112}}</ref>
Combinando i dati relativi alla lingua con quelli relativi alla religione nel censimento del 1931, si ottiene la seguente divisione etnica per i territori polacchi ad est della linea Curzon annessi dall'URSS dopo la fine della seconda guerra mondiale:<ref>{{Cita|Piotr Eberhardt, Jan Owsinski|pp. 116, 117}}</ref>
{|
|[[Polacchi]] ||
|-
|[[Ucraini]] ||
|-
|[[Ebraismo|Ebrei]]||
|-
| [[Bielorussi]]||
|-
| [[Tedeschi]] ||
|-
| Altri||
|-
| Totale||
|}
Un articolo del [[The Times]] nel 1944 stimava che, nel 1931, la popolazione polacca ad est della linea Curzon fosse di 2,2/2,5 milioni di persone.<ref name="times-1944">The Times of 12 January 1944; cited according to Alexandre Abramson (Alius): Die Curzon-Line, Europa Verlag, Zürich 1945, p. 45.Jonathan Haslam (23 November 2000).</ref> Una stima simile (sotto i 2,5 milioni di polacchi) fu data dallo storico e diplomatico britannico [[Edward Carr]].<ref name="The vices of integrity: E.H. Carr">Jonathan Haslam, ''The vices of integrity: E.H. Carr, 1892-1982'', Verso, London, 2000, p. 109 ISBN 978-1-85984-289-8.</ref> Secondo Yohanan Cohen, politico e diplomatico israeliano di origine polacca, la popolazione della Polonia a est della linea Curzon comprendeva circa 12 milioni di persone nel 1939 e includeva circa 3,5/4 milioni di polacchi, oltre 5 milioni di ucraini, 1,5 milioni di bielorussi e 1,3 milioni di ebrei.<ref>Yohanan Cohen, ''Small Nations in Times of Crisis and Confrontation'', SUNY Press, 1989, p. 63</ref>
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In base al censimento del 1931, nei territori occupati dai sovietici fra il settembre del 1939 e il giugno del 1941 abitavano circa 12 milioni di persone: 4 milioni di polacchi, 5 milioni di ucraini, 2 milioni di bielorussi e più di un milione di ebrei; quindi solo un terzo della popolazione era polacco.<ref>{{Cita|Piotr Eberhardt, Jan Owsinski|p. 121}}</ref><ref name="Timothy Snyder,Ray Brandon" /> I polacchi avevano una netta maggioranza nel [[voivodato]] di Białystok ed erano appena sopra il 50% nel voivodato di [[Voivodato di Vilnius|Vilnius]], ma in quest'ultimo era in minoranza nelle aree rurali. Nei voivodati di [[Ternopil'|Tarnopol]] e [[Voivodato di Nowogródek|Nowogródek]] i polacchi erano circa un terzo della popolazione e meno del 17% in [[Voivodato di Volinia|Volinia]], [[Voivodato di Stanisławów|Stanisławów]] e [[Voivodato della Polesia|Polesia]]. Nel [[voivodato di Leopoli]] polacchi e ucraini erano prossimi alla parità, sebbene gli ucraini fossero più numerosi nelle aree rurali. In grandi centri urbani come [[Leopoli]] e [[Vilnius]], i polacchi avevano la maggioranza assoluta, mentre gli ebrei costituivano il secondo gruppo etnico. La maggioranza delle piccole città avevano il carattere di insediamenti ebraici ([[Shtetl]]).<ref name="Timothy Snyder,Ray Brandon">Timothy Snyder,Ray Brandon, ''Stalin and Europe: Imitation and Domination, 1928-1953'', Oxford University Press, 2014, p. 95</ref>
Le deportazioni subite dalla popolazione polacca fra il [[1939]] e il [[1941]] ad opera dei sovietici (fra 1939 e 1941 furono circa 315.000/330.000
== Etnografia ad ovest della Linea ==
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