Deva: differenze tra le versioni

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'''Deva''' ([[devanāgarī]] '''देव''', [[sanscrito vedico]] ''devá'') è un termine [[sanscrito]] che come [[aggettivo]] indica ciò che è [[divino]]celeste o celestedivino, mentre come sostantivo maschile indica laun'entità [[divinità]] ospirituale, un [[dio]]essere celeste. Raramente <ref>ad es. ''[[Atharvaveda]]'' III,15,5</ref> può indicare un [[demonio]] malvagio.
 
== Origine e significato del termine ''Deva''==
Il termine ''deva'' ("colui" o "ciò" che emana luce), origina dal sostantivo maschile [[sanscrito]] ''dív'' ([[nominativo]] ''dyaus''; "brillare", "emettere luce", "splendore", "giorno", "cielo"; ''dív'' nel sanscrito più tardo acquisisce il genere 'femminile') e indica il diodivino, la divinità.
 
Così la raccolta di inni più antica dei ''[[Veda]]'', il ''[[Ṛgveda]]'' (XX-XV secolo a.C.):
{{Citazione|Coloro che seguono la retta via ottengono il favore propizio deglidei Deideva; noi abbiamo cercato l'amicizia deglidei Deideva, che glii Deideva ci facciano quindi attraversare tutta la nostra esistenza affinché possiamo vivere|[[Ṛgveda]] I,89,2|devānāṃ bhadrā sumatirṛjūyatāṃ devānāṃ rātirabhi noni vartatām devānāṃ sakhyamupa sedimā vayaṃ devā na āyuḥ pra tirantu jīvase |lingua=sa}}
 
Da notare che nei primi inni dei ''[[Veda]]'' un altro termine comune per indicare legli divinitàesseri celesti è ''[[Asura]]'':
{{Citazione|''Asura'' dalle mani d'oro, dalla corretta guida, colui che è misericordioso, che aiuta, vieni verso di noi. Respingendo i demoni e gli stregoni, emergi dal buio ''Devadeva'' da tutti invocato.|Ṛgveda, I, 35|hiraṇyasto asuraḥ sunītaḥ sumṛḍīkaḥ svavavāṃ yātv arvāṅ apasedhan rakṣaso yātudhānān asthād devaḥ pratidoṣam gṛṇānaḥ|lingua=sa}}
 
Così con il termine ''Asura'' vengono indicati nel ''[[Ṛgveda]]'' varie deità tra cui: [[Savitṛ]] (I, 35, 10), [[Varuṇa]] (I, 24, 14), [[Rudra]] (II, 1, 6), [[Indra]] (I, 174,1), [[Agni]] (V, 12, 1) e [[Soma (vedismo)|Soma]] (IX, 72,1).
 
== Gli Deidei [[Veda|vedici]]''==
Tradizionalmente vengono elencate in trentatré (''trayastrimsas'' ) le divinità vediche, questo perché nel ''[[Ṛgveda]]'' tale numero viene spesso citato senza però elencare tali divinità.
 
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Protettore delle strade e quindi della [[transumanza]] delle vacche (ricchezza primaria nella società [[Vedismo|vedica]] e quindi ''puṣ'' ovvero 'prospero'). In quanto tale protettore anche del cammino del Sole e quindi divinità solare.
 
=== Il conflitto tra ''Devadeva'' e ''Asuraasura''===
[[Jan C. Heesterman]] <ref>In ''Enciclopedia delle Religioni'' vol.9 Milano, Jaca Book, 2004 pag.448</ref> ha riassunto i diversi approcci che gli studiosi hanno offerto negli ultimi cento anni al tema della "mitologia" vedica. Da [[Abel Henri Joseph Bergaigne]] (1838-1888) a [[Hermann Oldenberg]] (1854 -1920) a [[George Dumézil]] (1898-1986) a [[Franciscus Bernardus Jacobus Kuiper]] (1907-2003). Le interpretazioni sul tema variano da un indirizzo 'naturalistico' (lettura di fenomeni atmosferici, ad es. Bergaigne), da un indirizzo 'ritualistico' (necessità cultuali, ad es. Bergaigne che lo incrocia con quello 'naturalistico'), da un indirizzo 'sociologico' (ideologie sociali, ad es. Dumézil), fino ad un indirizzo puramente 'cosmogonico' (spiegazione della genesi del cosmo, ad es. Kuiper).
 
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{{Citazione|Uccise il serpente che giaceva sulla montagna, [[Tvaṣṭṛ]] gli aveva foggiato il ''[[vajra]]'' (fulmine) risonante- come le vacche che muggendo fuggono fuori dal recinto, così le acque scesero rapidamente verso il mare. Eccitato prese il [[soma (Vedismo)|soma]] bevendone il succo nelle coppe di triplice legno. Il generoso prese il ''vajra'', l'arma che si lancia, è colpì il primo tra i serpenti. Quando tu. Indra, uccidesti il primo tra i serpenti annientasti anche gli inganni dei mentitori, generando il sole, il cielo, l'aurora. Nessuno più ti resistette.| ''[[Ṛgveda]]'',I,32,2-4|ahannahiṃ parvate śiśriyāṇaṃ tvaṣṭāsmai vajraṃ svaryaṃ tatakṣa vāśrā iva dhenavaḥ syandamānā añjaḥ samudramava jaghmurāpaḥ vṛṣāyamāṇo.avṛṇīta somaṃ trikadrukeṣvapibat sutasya āsāyakaṃ maghavādatta vajramahannenaṃ prathamajāmahīnām yadindrāhan prathamajāmahīnāmān māyināmamināḥ prota māyāḥ āt sūryaṃ janayan dyāmuṣāsaṃ tādītnāśatruṃ na kilā vivitse|lingua=sa}}
 
E la conseguente separazione tra gli [[Asuraasura]], legati alla stato primordiale, sconfitti e detronizzati, dai Devadeva. Tale descrizione del conflitto e della separazione si può chiaramente riscontrare, tuttavia, solo nei ''[[Brāhmaṇa]]'' che nei ''[[Veda]]'':
{{Citazione|Il linguaggio metaforico degli inni, in ogni caso, con la sua tendenza a raggruppare diversi significati e immagini in un'unica strofa e a lasciare invece inespressi l'idea o il concetto unificanti, rende particolarmente difficile individuare e definire qualunque concetto unificante|[[Jan C. Heesterman]]. ''Op. cit.''}}
 
È quindi con i ''[[Brāhmaṇa]]'' che l'India antica si avvia a mettere ordine non solo nei rituali ma nei racconti fondanti gli stessi.
 
==Note==