Fractional Orbital Bombardment System: differenze tra le versioni
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{{Infobox sistema d'arma
|Sistema d'arma=missile
|Nome =SS-9 Scarp Mod. 3/FOBS<br />(''R-36O'')
|Immagine =
|Didascalia =
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|Max_vel =
|Max_g =
|Motore =primo stadio: RD-251<br />secondo stadio: RD-252<br />OGCh: RD-854
|Testata =1
|Spoletta =
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==Sviluppo==
L’esigenza per le [[forze armate sovietiche]] di disporre di un sistema missilistico a lunghissimo raggio emerse nei primi anni 60. Infatti, all’epoca la [[Organizzazione del Trattato dell'Atlantico del Nord|NATO]] disponeva di basi di lancio missilistiche in [[Turchia]] ed [[Europa]], che gli consentivano di colpire il territorio sovietico con un preavviso minimo. Nel tentativo di porre rimedio a questa situazione di svantaggio, i vertici sovietici decisero di sviluppare un sistema d’attacco orbitale: in pratica, si trattava di mettere in orbita alcune testate nucleari, che potessero essere fatte rientrare sulla [[Terra]] in caso di conflitto armato.<br />
Nel [[1961]], fu quindi emesso il requisito '''GR-1''' (Razzo Globale 1), che in pratica richiedeva lo sviluppo di un sistema in grado di mettere una testata nucleare del peso di 1.500
Le proposte furono tre.
*'''R-36O''': proposto da [[Michail Kuz'mič Jangel']], si trattava di una versione per impiego orbitale del missile balistico intercontinentale '''R-36''' ([[nome in codice NATO]]: [[R-36|SS-9 Scarp]]). Si trattò poi della proposta che venne effettivamente portata avanti.
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*'''UR-200''': proposto da [[Vladimir Nikolaevič Čelomej]], ricevette il nome in codice NATO di [[UR-200|SS-10 Scrag]]. Furono effettuati 9 lanci di prova, prima della cancellazione del programma.
Come riportato sopra, il progetto che fu effettivamente portato avanti fu quello relativo all’R-36O.<br />
Il progetto relativo alla versione orbitale fu approvato il 12 gennaio 1965. La base di partenza fu l’R-36, che era già stato testato con successo il 23 settembre [[1963]]. Il primo volo del nuovo missile fu effettuato il 16 dicembre 1965, e furono condotti una serie di test [[volo suborbitale|suborbitali]] (alcuni dei quali falliti). I test si svolsero presso il [[cosmodromo di Bajkonur]], nei siti di lancio '''LC-160''' ed '''LC-162'''. Il sistema venne ufficialmente accettato dalle autorità militari il 19 novembre [[1968]].
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Il sistema FOBS era composto da due componenti: il [[vettore (astronautica)|missile vettore]] ed il veicolo di rientro vero e proprio.
*'''Missile vettore R-36O''' (indice [[GRAU]] '''8K69'''). Designato in Occidente con il nome di SS-9 Scarp Mod. 3, si trattava di un normale R-36 di serie a cui era stato aggiunto un terzo stadio manovrabile, lungo 8,3 metri e dal diametro di 4,64 (contro i tre del resto del missile). Questo stadio era in sostanza il veicolo di rientro con la testata nucleare.
*'''Veicolo di rientro OGCh''' ('''8F021'''). Questo veicolo, di forma [[cono|conica]], aveva una sezione con la strumentazione, contenente un sistema di navigazione inerziale ed un [[radar]] altimetrico. Grazie al radar, era possibile misurare l’altitudine dell’orbita e determinare in modo automatico le modalità di rientro del veicolo, interrompendo le manovre orbitali. L’impianto propulsivo era costituito da un [[retrorazzo]] '''Yangel RD-854''' a [[propellente]] liquido, con una singola [[camera di combustione]]. La manovrabilità era garantita da quattro [[ugello di scarico|ugelli]] sui lati del motore principale, che utilizzavano i gas di scarico. La testata nucleare aveva una potenza dichiarata di 5 [[megatone|megatoni]], anche se gli esperti occidentali la ritenevano meno potente (da uno a tre megatoni). La massa di un OGCh era di 1.700
Il missile era in grado di colpire praticamente qualunque obiettivo in ogni direzione: infatti, la testata nucleare poteva essere “lanciata” ad una distanza di 40.000
==Funzionamento==
Il momento ideale per il lancio era il tardo pomeriggio: in questo modo, infatti, i sovietici avrebbero potuto seguire tutto il “viaggio” della testata. Questa avrebbe dovuto essere posta in un’orbita bassa ellittica, vicina al polo. Dopo il lancio, l’unità manovrabile orientava la navetta spaziale nell’orbita e determinava in modo autonomo il momento ideale per interrompere le manovre e far rientrare il veicolo sulla [[Terra]], verso l’obiettivo. Per evitare di violare i trattati internazionali, i veicoli rientravano sempre prima di completare l’orbita: da qui il nome di “orbita frazionata”.<br />
I pregi di questo sistema erano evidenti. Infatti, con il sistema delle “testate orbitanti”, era possibile non solo attaccare qualunque obiettivo, ma anche farlo di sorpresa. Infatti, i sovietici erano in grado di colpire gli Stati Uniti continentali senza che le loro testate fossero intercettate dai radar d’allerta. In particolare, era possibile distruggere tutte le principali installazioni di comando americane, nonché i radar [[Missile anti-balistico|ABM]] con i relativi impianti di difesa antimissile.<br />
Tuttavia, i limiti erano molteplici. Intanto, si trattava di un sistema molto complesso. Inoltre, le esigenze “orbitali” ridussero il payload massimo caricabile, e quindi le testate erano relativamente poco potenti in confronto a quelle dei normali ICBM. Vi era poi il problema della scarsa precisione, tanto che alcuni esperti americani misero in dubbio la reale efficacia del sistema, visto il CEP molto elevato. A questo occorre infine aggiungere che il vantaggio della sorpresa venne completamente annullato negli [[anni 1970|anni settanta]], quando gli americani misero in orbita dei [[satellite artificiale|satelliti]] d’allerta all’infrarosso<ref name="OGCh">[http://www.astronautix.com/craft/ogch.htm OGCh]</ref>.
==Utilizzo==
Il sistema FOBS sovietico fu l’unico sistema di armi nucleari orbitanti mai schierato<ref name="OGCh" />. Il dispiegamento degli R-36O iniziò il 25 agosto [[1968]], presso il cosmodromo di Baikonur, ed il sistema fu accettato dalle autorità militari il 19 novembre dello stesso anno. Il primo [[reggimento]] fu posto in stato di allerta a partire dal 25 agosto 1969: tale unità schierava i missili in 18 silos, posti presso il cosmodromo stesso.<br />
Il sistema fu ritirato dal servizio nel gennaio 1983, in seguito ai trattati SALT-II che proibivano i sistemi FOBS. Dei 18 silos, 12 furono smantellati ed i restanti sei vennero convertiti per l’utilizzo di varianti spaziali dell’[[R-36M|SS-18 Satan]].
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*16 dicembre 1965: lancio suborbitale OGCh n. 01L, con impatto della testata-bersaglio nella zona prevista.
*5 febbraio [[1966]]: lancio suborbitale OGCh n. 02L.
*17 marzo 1966: lancio suborbitale OGCh n. 03L. Un malfunzionamento del secondo stadio mise fuori traiettoria il terzo stadio con la testata, facendogli raggiungere un’altitudine di soli 220
*20 maggio 1966: lancio suborbitale OGCh n. 04L.
*17 settembre 1966: primo tentativo di mettere in orbita un OGCh. Il terzo stadio, orientato in modo errato, invece di dirigere la testata verso il poligono di Kasputin Yar, la mandò in un’orbita alta. I tecnici furono quindi costretti ad ordinare l’autodistruzione della testata, che produsse circa un centinaio di [[Detrito spaziale|frammenti]].
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==Collegamenti esterni==
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{{Armi nucleari}}
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