L'Acerba: differenze tra le versioni
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Con il chiaro intento di marcare la differenza tra il suo poema e la ''Commedia'' dantesca, Cecco organizza i capitoli per sestine, composte in sostanza da coppie di terzine di endecasillabi con uno schema metrico che ricorda molto da vicino quello della [[rima incatenata]] utilizzata da Dante; la differenza sta appunto nel fatto che ogni sestina è isolata dalle altre, e non incatenata:
{{citazione|Oltre non segue più la nostra luce<br />
Fuor della superficie di quel primo<br />
In qual natura, per poter, conduce<br />
:La forma intelligibil che divide
Noi da’ animali per l’abito estrimo<br />
Qual creatura mai tutto non vide.
|''L'Acerba'', lib. I, cap. I, v. 1-6}}
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Infine, come ogni canto della ''Commedia'' è chiuso da un endecasillabo finale, ogni capitolo dell<nowiki>'</nowiki>''Acerba'' si conclude con una coppia di endecasillabi a rima baciata:
{{citazione|L’altri animali di vertude nudi<br />
L’estremità possiedon di ciò sempre.<br />
O gran virtù che tutte cose mudi!
:O quanto il tuo valor fa bella mostra,
Che vuoi ogni natura che si tempre
Per più benigna far la vita nostra,
:O tu che mostri il terzo in una forma
E accendi di pietà la spessa norma!
|''L'Acerba'', lib. I, cap. I, v. 79-86}}
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==Collegamenti esterni==
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{{portale|letteratura|Medioevo}}
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